Fuoristrada imbellettato con passaporto coreano. La Kia Sorento (per l‘occasione di bianco vestita) si sottopone al nostro day by day per tremila chilometri. Il look conquista, il comfort pure, va ben dappertutto ma beve un po'. Poco male, tanto costa la metà delle altre.
Chilometri 200, colore bianco candido, odore di nuovo. Me l'hanno data così la Sorento quasi lanciando un messaggio "e adesso vogliamo vedere se hai il coraggio di sporcarla". In effetti, il colore della neve non è molto utilizzato sui fuoristrada, tutti mummificati sul verdone o sul grigio ferro che fa tanto Off road. Ma Kia evidentemente ci crede, così come ha creduto nella sua fuoristrada dotandola di una linea davvero accattivante. Ma io, cari amici della Kia, la Sorento l'ho sporcata.
BATTESIMO IN MONTAGNA Perché il suo primo viaggio lo ha fatto verso le Dolomiti, i passi che circondano il Sella, ancora pieni di neve, con un sacco di chilometri in autostrada, caricata con le vettovaglie tipiche di una famiglia con lattante al seguito, per poi passare dal freddo polare della Val Gardena al caldo torrido della pianura padana. Un paio di mesi, insomma, in cui la Sorento ci ha traghettato dall'inverno alla primavera. Bianca, e imperturbabile... COREA ALL’ATTACCO Bell'idea quella della Kia. Ha rivestito il suo fuoristrada con una carrozzeria molto accattivante. Il gippone coreano piace, basta guardarsi in giro per capirlo. Alla base del suo successo non c'è (come spesso accade per i modelli del far East) solo il prezzo stracciato, ma anche la sostanza. Girare per Milano con una macchina bianca è quasi un delitto, non ho nemmeno dovuto aspettare di andare in montagna per sporcarla, un paio di giorni di full immersion nello smog della città della moda e la candida Sorento si è ricoperta di una leggerissima patina grigia.. GUARDAMI, SONO BELLA Però fa la sua scena; all'inizio del nostro day by day non ce n'erano in giro tante di Sorento, men che meno bianche, e lo sguardo incuriosito della mamma in carriera sulla RAV4, o del dottore incravattato sulla "per5" fanno capire come il lavoro dei designer sia stato ben fatto. Ovvio che la città non faccia al caso suo, le dimensioni sono importanti, il parcheggio un'utopia, tuttavia nel traffico o in manovra la Sorento mi piace anche perché ha uno sterzo incredibilmente morbido (ma si sono dimenticati di attaccarci le ruote?).CAMBIA IN MEGLIO
Anche il cambio non è male. Sapevo che certe Kia avevano qualche problemino ai sincronizzatori, con la Sorento mi pare tutto a posto. Tutto tranne la corsa un po' troppo lunga della leva, dotata di pomolo gigante.PANCIA GROSSA La prova "settimana bianca" mette sotto torchio la capacità di carico della Sorento. Questa volta a tute, sci e scarponi si aggiungono seggiolino, passeggino, giochi vari e tutto quello che comporta portarsi un bimbo in vacanza. Ho già pronti i portasci magnetici che però restano dove sono. Il sedile sdoppiato moltiplica lo spazio disponibile e, anche se un po' a fatica, riesco infilare anche gli sci da uno e novanta. Per la verità non mi sarebbe dispiaciuto avere un "buco" nella parte centrale (come su certe berline per intenderci) con sacca dedicata.
I portasci magnetici, dunque stanno dove sono, anche perché comunque sul tetto non ci sarebbero stati a causa delle due "scalfature" piazzate proprio dove andrebbero a poggiare i magneti. Nel corredino non mancano gli orrendi "faccioni" da finestrino per riparare il bimbo dal sole, fanno tanto famiglia in vacanza e io li detesto, ma tant'è... pare che una tendina neutra in giro non esista.INTERNO SILENZIOSO L'autostrada scorre veloce sotto le ruotone della Sorento che mette in luce un comfort davvero di categoria superiore. Il rumore del 2500 turbodiesel giunge molto ovattato nell'abitacolo, fruscii aerodinamici pochi o niente, scricchiolii di carrozzeria assenti. Ok che è nuova, ma con lei è davvero un bel viaggiare, per di più confortato da prestazioni velocistiche notevoli, che portano il SUV coreano a toccare i 180 indicati senza un fremito o un rumore di troppo. L'abitacolo spazioso e funzionale è gradevole anche al tatto anche se i coreani non sanno ancora resistere al fascino della finta radica di cui avrei fatto volentieri a meno.
CISTERNA
Primo pieno, ci ho messo un bel po' a far fuori tutto il gasolio ma capisco anche il perché, il serbatoio della Sorento è un cisternone da 80 litri, così che la lancetta non scende molto in fretta e t’illudi di consumare anche poco (sarebbe perfetta!). In realtà i consumi (come su tutte le auto di questo tipo) sono direttamente proporzionali alla voglia di correre. Viaggiare a 170 costanti con un macchinone da 2.000 kg (1.981 per l’esattezza) non certo aerodinamico ha i suoi nei. E con la Sorento gli ottanta litri si possono bruciare anche molto in fretta (diciamo 450 km?).IN MONTAGNA
"Kia? Ma da quando la Kia fa macchine così? " il benzinaio è incuriosito, la Sorento non smette di attirare l’attenzione, anche in posti dove i fuoristrada rappresentano la maggioranza del parco circolante. Sulle stradine alpine continuo ad apprezzare lo sterzo morbidissimo (in velocità si indurisce quanto basta) che nei tornanti ti fa girare con un dito e anche in altitudine la Kiona non delude, la coppia non manca, si va su per i passi un souplesse, anche se il ritardo del turbo costringe a mantenere il motore un po' su di giri per avere una buona spinta. COPPIA IN ALTO Di tanto in tanto, ci scappa anche il "primino" per uscire dai tornanti più stretti, ma a parte questo la Sorento scala benissimo anche con le due sole ruote motrici. Dorme fuori (a -14 della notte dolomitica) ma parte sempre al primo colpo. Il motore appena acceso picchia parecchio (come tutti i diesel gelati del resto) ma basta attendere un paio di minuti e tutto ritorna nella norma, e nel silenzio. Con il grande freddo anche il cambio è un po' insofferente, spesso ci scappa qualche "grattata" tra prima e seconda, cosa che a caldo non era mai avvenuta e che scompare appena il motore raggiunge temperature "umane".TIRANDO LE SOMME
Prima di restituirla (un po' meno bianca e con quasi 3000 km in più sulle spalle) la Kiona mi scorrazzerà ancora in un paio di viaggi di lavoro a Bologna e Firenze (andata e ritorno sempre in giornata), affrontati con tanto comfort e nel massimo silenzio, anche perché la Sorento non ha la radio di serie... E' l'unica cosa che le manca.