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Trasformazioni

Iveco Daily 4x4


Avatar Redazionale, il 15/09/13

11 anni fa - Un Daily sotto i Ferri

Base di partenza un prototipo d'ambulanza per l'Esercito, a cui è stato fatto di tutto, per diventare un inarrestabile veicololo: mezzo camper e mezzo fuoristrada autentico e inarrestabile

IVECO ALFA ROMEO O OM? La base di partenza di questa particolarissima trasformazione è un furgone molto singolare. Si tratta di un esemplare pressoché unico, che un allestitore aveva preparato per un bando di concorso dell’Esercito Italiano, per l’appalto di ambulanze che agissero in condizioni particolari. Simile, ma non uguale, quel furgone è stato commercializzato con il marchio OM e il nome Grinta, ma anche con quello Alfa Romeo col nome AR8.

PONTI RIGIDI La peculiarità, rispetto ai normali Iveco Daily 4x4, è che invece di avere le sospensioni indipendenti all’avantreno, monta lo stesso ponte rigido del retrotreno anche davanti, debitamente ruotato e ribaltato e, ovviamente dotato di giunti omocinetici per consentire alle ruote di sterzare, nonché delle balestre al posto del simil Mc Pherson. Modifica che, unitamente all’adozione, di un semitelaio aggiuntivo, oltre che del riduttore di origine Fiat, derivato da quello di una AR 76 (la Campagnola scuadrata), conferivano all’ambulanza una robustezza e una motricità che il normale Daily 4x4 non possedeva.

ALTRI SCOPI L’obiettivo del proprietario era proprio di costruire un veicolo particolarmente robusto, per affrontare raid assai impegnativi. L’esperienza maturata in anni di deserto con il fedele Land Rover aveva fatto diventare un mustla presenza dei ponti rigidi, perché garanzia di maggior possibilità di tornare a casa anche in caso di problemi importanti. La sospensione indipendente, una volta strappata, non concede margini di riparazione.

SOTTO I FERRI Per poter rimettere in marcia il veicolo e allestirlo dal punto di vista meccanico, di telaio, ciclistica e catena cinematica, insomma, tutto fuorché la parte puramente camper, il proprietario si è rivolto alla Ferri Corse di Milano, noto atelier lombardo che dall’esperienza maturata nell’assistenza alle vetture che partecipavano alle Parigi-Dakar, da anni è punto di riferimento per tutto il nord Italia per la trasformazione di veicoli 4x4 per gli impieghi più disparati, e in particolare per affrontare in sicurezza i grandi raid.

ALTRO MOTORE Per poter portare a spasso tutta la trasformazione e l’allestimento a camper, occorreva prima di tutto intervenire sul motore, perché il pur robusto quattro cilindri SOFIM a gasolio, da 2,5 litri aspirato, in grado di erogare 80 cavalli, non sarebbe stato in grado di reggere il carico. È stato così montato un 2.8 litri, sempre SOFIM, dotato di turbina, scambiatore di calore e cambio a cinque marce, espiantato ma nuovo, da un pulmino invenduto. Il proprietario è, come direbbero nel torinese, un vero can da trifule, cioè un cane da tartufi, uno che sa cercare e scovare le occasioni più interessanti. Non a caso il magazzino in cui si trovava il pulmino è proprio alle porte di Torino.

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PARAURTI TUBOLARI Con il cambiamento del motore è stata ricostruita la parte anteriore, con una struttura in acciaio tubolare, che oltre a sostenere la protezione del motore e i radiatori, con l’aggiunta dell’intercooler che non c’era, realizza un robusto paraurti che ingloba l’alloggiamento del verricello elettrico (15.000lb) e gli adeguati ganci traino. Anche il paraurti posteriore è stato ricostruito in tubolare, e anche qua si trovano il verricello da 10.000lb e i ganci traino.

LE RUOTE DI UN WM 90 Come si sarà capito, poco di questo Daily 4x4 è rimasto come in origine, a cominciare dalle ruote, che sono state sostituite da quelle che normalmente equipaggiano i WM 90 militari: cerchi scomponibili, ma con la struttura per montare pneumatici tubeless da 9.00 x 16, per dirla all’americana, ma non solo, 255/100 16 per tutti gli altri. Un totale di sei ruote, perché due sono di scorta, alloggiate su una doppia struttura appositamente costruita dietro le porte posteriori.

COMPRESSORI E SERBATOI Interessante quanto originale l’impianto di aria compressa, utilissima per rigonfiare le gomme all’uscita dalla sabbia, affrontata con la pressione più bassa, ma necessario anche per comandare i sistemi di blocco dei differenziali. Più della collocazione del compressore, in un gavone nella parte posteriore laterale, è interessante la soluzione costruita da Ferri per i serbatoi dell’aria. Due massicci tubi cavi, che svolgono il ruolo di protezione sottoporta, sono anche i serbatoi dell’aria compressa. Per il carburante, invece, sono stati costruiti tre serbatoi, per una capacità totale di 420 litri di gasolio. Uno svolge il ruolo di serbatoio principale, unico che alimenta realmente il motore, gli altri due fungono da ausiliari.

SOSPENSIONI A GAS REGOLABILI Rinforzate e rifatte le balestre, sia anteriori sia posteriori, utilizzano ammortizzatori misti (a gas/olio) con serbatoio ausiliario e regolazione della frenatura idraulica nella fase di compressione prodotti dalla Oram (modello step 3) con stelo maggiorato a 22 mm. Rifatti completamente gli alberi di trasmissione, da e per il riduttore, e per eventuale emergenze, nel telaio è stato alloggiato un albero di trasmissione ausiliario, per eventualmente connettere direttamente il ponte posteriore al cambio, qualora si rompesse il riduttore.

I SEDILI DELLA MULTIPLA Escluso l’allestimento a camper, con cucina, bagno letto e dinette, spiccano i tre sedili anteriori della Fiat Multipla, che offrono una seduta comoda e moderna e si abbattono facilmente. Modificati tutti i comandi, dalla leva del cambio a tutto il cruscotto, rifatto in metallo, fino a quelli dei blocchi che sono posti sulla sinistra del guidatore, con una leva simile a quella di un freno a mano. È rimasto originale il volante, ancora quello dell’AR8/Grinta marchiato Alfa Romeo. L’impianto di riscaldamento, completamente smantellato è stato sostituito da un efficace Webasto. Rifatto tutto l’impianto elettrico, basato su due batterie Optima red top.

NEVER ENDING STORY Ci vorrebbero ancora molti capitoli per descrivere in dettaglio tutte le trasformazioni, che si sono rese necessarie non solo nel corso dell’allestimento, ma anche dopo i primi massacranti colludi, compreso un viaggio in Africa, come la sostituzione dei due ponti originali con quelli degli ultimi modelli Iveco/SCAM, dotati di blocchi. L’evoluzione sembra aver raggiunto un ottimo livello di robustezza, affidabilità ed efficienza, ma le esigenze del proprietario possono ancora cambiare e pretendere di più…


Pubblicato da Roberto Tagliabue, 15/09/2013
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