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Prova su strada

Volkswagen Passat 1.9 TDI Comfortline


Avatar Redazionale, il 01/08/01

23 anni fa -

Auto del popolo? Per carità, ormai la traduzione letterale di Volkswagen ha una interpretazione più libera. E anche la Passat si adegua, con uno stile che rende evidente la parentela stretta (familiare e meccanica) con Audi. Il frontale è altero, spuntano le cromature e in coda le luci si fanno vistose. Forse un po’ troppo…


LA NOVITÀ

Un po’ patatona la Passat del ‘96 lo era, con uno stile da gradevole mezzo da lavoro ma dall’immagine forse un po’ troppo understatement. Ecco allora un bel restyling forte, votato a donarle una dignità da damigella d’onore della sorella più snob, l'Audi. Lo sguardo si fa austero e sulla faccia pulita della serie precedente si monta un bel naso finto, importante e ben modellato come quello di Tom Cruise. Le cromature all’esterno e all’interno rendono l’insieme più prezioso (e anche più lezioso) e, in coda, spuntano luci un po’ troppo disegnate: hanno le palle, nel disegno, ma sono forse più adatte a uno scooter che a una berlina "wannabe" ammiraglia.

QUALITÀ INNANZITUTTO

Ormai alla qualità Volkswagen percepita dai cinque sensi ci siamo abituati. La Passat non fa eccezione: è un gran bel prodotto per chi apprezza le cose fatte bene, i bei materiali e la cura costruttiva. Il vellutino adottato dalla serie Comfortline sembra indistruttibile, ma si diverte in compenso a distruggere i maglioni degli ospiti, attaccato come una cozza al loro filato. Vellutino a parte, il rapporto qualità prezzo è da primato. Non per nulla negli States quest’auto è stata eletta Best Choice of the Year da Consumer Report.

SPAZIO SU MISURA

Un abitacolo grande ma con sedili un po’ piccoli, soprattutto con la seduta un po’ corta, è una caratteristica abbastanza fastidiosa nei lunghi viaggi, con le cosce che non trovano un sostegno adeguato. I passeggeri posteriori trovano invece uno schienale ben inclinato che, abbinato alla seduta, altrettanto inclinata, consente di stare seduti in una posizione abbastanza rilassante, più alta rispetto ai posti anteriori, che non guasta per la visibilità della strada.

POZZO SENZA FONDO

Il bagagliaio è davvero grande, molto profondo e dall’apertura sufficientemente ampia per una berlina. Così profondo che servirebbe un nastro trasportatore per recuperare i bagagli spinti sul fondo. Per caricare oggetti lunghi si possono ribaltare in avanti gli schienali dei posti posteriori.

LA DOTAZIONE

Compreso nel prezzo della versione base c’è tutto quanto serve a un’auto moderna, dal climatizzatore all’Abs con Ebv, dall’Esp con Eds e Asr agli airbag frontali e laterali (anteriori per il torace e anteriori e posteriori per la testa), dalla radio con cassette agli specchi regolabili e riscaldabili elettricamente. La Comfortline aggiunge, per circa un milione e mezzo, i fendinebbia, i sedili anteriori con regolazione lombare e in altezza, i cerchi da 16 pollici con pneumatici 205/55 R16, gli alzacristalli elettrici posteriori e il famigerato vellutino. Sono i soli allestimenti abbinati al motore Tdi da 101 cavalli.

IL MOTORE

L’ormai mitico 1.9 TDI con iniettore-pompa è offerto sulla Passat in due vesti: un più tranquillo 101 cv e un più potente 130 cv. La differenza di prezzo tra i due è di circa un milione di lire. Differenza giustificata dalla cavalleria e da una dose di coppia interessante: 250 Nm a 1.900 giri per la 101 cv, 285 a 1750 giri per la 130Cv. 191 km/h contro 208… Se si viaggia molto in autostrada e si ha il piede pesante la scelta del motore più potente è obbligata; se invece il traffico urbano è uno dei terreni più battuti, la 101 cv è più agile e consuma meno: 14,3 km/litro contro 13.

AL VOLANTE

La posizione di guida, a causa anche del sedile un po’ corto di seduta, non è proprio perfetta. Grazie alla regolazione in altezza del sedile e in altezza/profondità del volante si raggiunge comunque un buon compromesso che non disturba anche nei lunghi viaggi. Sulla strumentazione, illuminata in blu, tipica delle VW di ultima generazione, ci sarebbe comunque da ridire: oltre all’effetto scenico, la visibilità non è certo delle migliori.

DI BUON TONO

Difficile non accorgersi che sotto il cofano c’è un motore a gasolio. Le vibrazioni si sentono, a caldo e a freddo nella stessa misura, ma sono ben filtrate e ovattate, tanto da non essere fastidiose. Una voce sempre presente, ma a cui si fa l’abitudine.

DI BUON CARATTERE

Il TDI da 101 cv è piacevolmente disponibile a spingere già da poco più di 1000 giri, anche se ci si trova nella marcia sbagliata. Dote non comune tra i turbodiesel di due litri montati su carrozzerie da 4 metri e 70. In cambio, il Tdi è poco vivace sopra i 3.000 giri, soglia oltre la quale è inutile insistere: meglio cambiare marcia e passare a un rapporto più lungo per ottenere più spinta.

DI BUONA CONDOTTA

Con la Passat si fa subito amicizia. La guida è estremamente facile, grazie anche alla disponibilità del motore TDI a evitare in molte situazioni di passare a marce più corte. E poi ci sono i comandi, ben disposti a collaborare (dal cambio ai freni) e un comportamento sempre facile, che mai impensierisce. Anche se ci si butta nei curvoni autostradali alla massima velocità. Una fedele compagna con cui trascorrere viaggi rilassanti.

di M. A. Corniche
18 aprile 2001


Pubblicato da Redazione, 01/08/2001