Ora, meno tonda, più sportiva e più secca nelle linee, è in perfetta forma anche per vestirsi con il top in tela. Volkswagen Maggiolino Cabriolet, divertente nello stile come alla guida
COM’E’ Morbida sì ma meno tonda, meno a bolla. Dalla New Beetle al nuovo Maggiolino il passo è come dal vecchio Maggiolino alla Porsche 356. È più sportiva, più allungata (+15cm, 428x180cm) e con il tetto più piatto, con le linee fondamentali sottolineate da pieghe sottili, tanto da guadagnarsi il nome coupé nella versione chiusa. È più maschia, sparisce dalla plancia il vasetto di fiori per lasciare il posto a strumenti supplementari (cronometro, temperatura dell’olio, pressione di sovralimentazione), e anche per la Volkswagen Maggiolino Cabriolet l’operazione di mascolinizzazione è evidente con la capote meno a bolla e più tesa, come una coppola. GUARDA IL VIDEO.
IL DETTAGLIO FA LA DIFFERENZA La differenza tra la New Beetle Cabriolet e la Volkswagen Maggiolino Cabriolet è fatta anche di mille dettagli di stile modernissimi ma che ricordano senza dubbi il passato. Pieghe appena accennate, come quelle che disegnano il triangolo tra parafango anteriore, portiera e linea del cofano, triangolo tipico del vecchio Maggiolino. Oppure la plancia quasi piatta, con il portello rettangolare che si apre con una levetta. Oppure, per la versione da 200 cavalli, il doppio scarico tondo cromato e i cerchi a cinque razze da 18” che ricordano i Fuchs fucinati delle Porsche degli anni 70. O la rivisitazione della pedana laterale che diventa paracolpi. Bellissima.
TRE STRATI Un piccolo capolavoro di stile e il solito piccolo capolavoro di qualità Volkswagen anche per la Maggiolino Cabriolet. Qualità complessiva, anche se la parte bassa di plancia e portiere non entusiasmi l’occhio, e qualità della capote a tre strati. Uno strato esterno disponibile in nero o in beige, con la cucitura tra la fascia centrale e le due laterali che si occupa di tenere lontana l’acqua dai fianchi. Poi, un tessuto rivestito in gommapiuma e, infine, il rivestimento interno a cui è applicata una imbottitura di tessuto non tessuto insonorizzante. La capote segna un record nel tempo di apertura, 9 secondi e mezzo, e 11 secondi in chiusura, operazioni effettuabili fino a 50 all’ora.
FENDER L’ARIA Aperta la capote, si scopre l’abitacolo a vascone, tipico dei Maggiolino e dei Maggioloni Cabriolet di tutti i tempi, delimitato da un elegante e sottile profilo cromato. Quattro sono i posti a disposizione come tradizione e spazio comandano, con i posti anteriori protetti dal vento grazie al frangivento di serie che si infila, ripiegato, in una tasca del bagagliaio. E i posti posteriori protetti, in caso di incidente, da rollbar nascosti dietro ai poggiatesta posteriori e pronti a scattare. Per tutti è disponibile l’impianto stereo Fender da 400 Watt con subwoofer (755-780 euro), dal suono cristallino e dalla iconica scritta sui tweeter delle portiere anteriori, immediato richiamo a Woodstock, Jimi Hendrix e a quel periodo di Maggiolini e Bulli stile Peace and Love.
MOTORI VW Cinque i motori a disposizione, nelle combinazioni con cambio manuale o a doppia frizione DSG. A benzina : 1.2 TSI 105 CV con cambio manuale, 1.4 TSI 160 CV con cambio manuale e DSG, 2.0 TSI 200 CV con cambio DSG. A gasolio, 1.6 TDI 105 CV con cambio manuale e DSG e 2.0 TDI 140 CV con cambio manuale e DSG.
DESIGN O SPORT Due allestimenti disponibili in Italia, Design e Sport. Il prezzo d’attacco è interessante, 23.800 euro per la 1.2 TSI 105cv Design, anche se per un Maggiolino cabrio come si deve se ne spendono circa 30. Design include, tra l’altro, frangivento, climatizzatore, radio cd/mp3 e 8 altoparlanti, cruise control, bracciolo centrale anteriore, volante, leva del cambio e impugnatura leva freno a mano rivestiti in pelle, cerchi in lega da 16” e fendinebbia. Sport aggiunge cerchi in lega da 17” (18” per 200 cv), climatizzatore automatico climatronic, park pilot, sedili sportivi, volante multifunzione (con palette per il DSG), sensore pioggia e specchietto interno schermabile automaticamente.
OPERAZIONE NOSTALGIA Al lancio sono disponibili anche pacchetti di personalizzazione effetto nostalgia: 50s, 60s e 70s, con accenti di stile ispirati alle tre epoche del Maggiolino. Per tutte ci sono Radio rcd 510, rivestimenti in pelle vienna, cerchi in lega, sedili anteriori sportivi riscaldabili e scritta cromata sui parafanghi anteriori. 50s Edition Pack (3000 euro, disponibile per Design), carrozzeria e capote nere, cerchi circle black da 17” con pneumatici 215/55 r17, interni bicolore rosso/nero titanio o tinta unita beige, specchi cromati. 60s Edition Pack (3000 euro, per Sport esclusa 200 CV): carrozzeria in Bianco o Denim Blue e capote nera, cerchi Twister da 18” con pneumatici 235/45 R18, interni bicolore rosso/nero titanio o nero/atlantic blue, fender sound system con adattatore ipod/iphone, plancia in colore carrozzeria e strumentazione aggiuntiva sulla plancia. 70s Edition Pack (3700 euro, per Design) carrozzeria umber brown o grigio platino e capote beige, cerchi disc da 18” con pneumatici 235/45 r18, interni beige e specchi cromati.
COME VALa Volkswagen Maggiolino Cabriolet su di me ha sempre un effetto terapeutico. Mi capitava anche con la serie precedente: mi mette di buon umore. Sia perché ha linee morbide, non aggressive, accoglienti, al contrario del 90% delle auto moderne, perennemente ringhianti. E poi perché è proprio riuscita bene, specie questa ultima serie, con la versione cabriolet del Maggiolino dei tempi moderni che mantiene l’effetto vascone originario, decisamente divertente e allo stesso tempo protettivo. GUARDA IL VIDEO.
QUATTRO SENZAL’abitabilità, rispetto alla serie precedente, è migliorata, soprattutto per chi siede dietro che, grazie al passo più lungo (2,5cm) e alla capote meno a bolla e più allungata lascia molto più spazio per la testa. La nuova Volkswagen Maggiolino Cabriolet ha apparentemente il parabrezza più corto ma è in realtà un poco più verticale e piuttosto piatto, meno avvolgente della serie precedente, per somigliare sempre più all’originale e per evidenziare l’effetto cabrio. Non che chi siede davanti non sia protetto dall’aria, ma non si ha l’aletta parasole sopra la fronte come capita con altre cabrio. A vantaggio anche della sensazione en-plein-air.
CAPOTE GIOIELLO La capote è una vera perla. I motori che la azionano quasi non si sentono anche da fermi e, restando sul tema silenziosità, anche in marcia i tre strati isolano perfettamente dall’esterno. È anche un gioiello nei suoi meccanismi di ripiegamento e, a differenza della serie precedente, il telo ripiegato è completamente integrato nella carrozzeria, a tutto vantaggio della visibilità.
MASSIMA EFFICIENZA Quando la capote è aperta riesce a ripiegarsi così bene a schiacciatina che la visibilità posteriore è ottima per una cabrio dalla forma a vascone come il Maggiolino. Quando è chiusa ha un lunotto e vetri laterali abbastanza grandi per limitare al minimo il disagio di visibilità tipico delle cabrio. Lasciando anche a disposizione un bagagliaio decente, 225 litri contro i 310 della coupé, con un’apertura nemmeno troppo piccola per caricare anche bagagli grandi e con la possibilità di abbassare i sedili posteriori per carichi lunghi.
TELAIO SUPER RIGIDO Per provare a mettere in crisi il suo telaio senza tetto ho scelto il motore più potente, il duemila TSI da 200 cavalli. Tanta coppia da subito, che il cambio DSG a doppia frizione fa di tutto per tenere a bada in accelerazione ed evitare che le ruote sgommino, e tanta potenza al salire dei giri. Anche sfruttando a fondo il TSI il telaio è ben piantato a terra, non flette, non torce e posso impostare le curve con precisione e affrontarle in pieno senza bisogno di correzioni. È divertente, come il sound del motore TSI. Anche su fondi vibromassaggianti la cornice del parabrezza è ben salda e assolutamente priva di vibrazioni, come capita invece su altre scoperte.