Plus di nome e anche di fatto. Più grande e più versatile, strizza l'occhio alle famiglie cui una Golf vulgaris andrebbe ormai stretta, tra pargoli e bagaglio al seguito. Con una differenza di prezzo da far cadere in tentazione anche i single incalliti.
BESTIA CORNUTA Altro che simulazioni in pista e test dell'alce! Io il test di stabilità con la Golf Plus l'ho fatto in autostrada, per colpa di una bestia (probabilmente a sua volta cornuta come un alce...) che ha pensato bene di invadere la corsia di sorpasso mentre transitavo. Frenata d'emergenza, la sensazione di non farcela a rallentare a sufficienza, una sterzata a sinistra e... sbam!
PER UN PELO Le ruote di sinistra toccano la base del jersey, una scodata e come per magia la Volkswagen si ricompone come se nulla fosse successo! Sono stato bravo io a non fare manovre brusche? Può essere ma credo sia più merito di quella parte bassa della schiena che fa rima con mulo! In ogni caso, lode con bacio accademico alla Golf Plus, uscita dal corpo a corpo con il muretto con il fianco di un pneumatico ferito a morte.
BELLA IN CARNE D'altronde che questa Volkswagen sia di sana e robusta costituzione si intuisce anche dal primo sguardo. Della Golf V più che la sorella pare una cugina, venuta magari dalla provincia, con un'aria decisamente più paffuta, come il pane quando viene lasciato un po' a bagno nel brodo. Difficile dare un giudizio obiettivo sull'estetica: si sa, de gustibus... La proporzioni tra i volumi sono corrette, tuttavia c'è l'impressione che qualcosa in termini di armonia sia andato perso. Lo si nota soprattutto nel frontale, che non ha la tipica calandra a U di tutte le altre Volkswagen più recenti e che vede in cofano motore ingobbirsi un po', a fendere l'aria in mezzo ai due parafanghi.
SUL CAMPO Una Golf Minus, allora? Nemmeno per sogno. Se Golf pare un nome appiccicatole più che altro per questioni di marketing, per la sua immagine vincente, l'appellativo Plus è guadagnato sul campo. Per capirlo basta aprire la portiera e salire a bordo. Lo spazio abbonda in ogni direzione, specie in altezza, tanto che si ha la sensazione di trovarsi sistemati sin troppo in basso. Alta è la linea di cintura, alti sono il volante, il cruscotto e il padiglione, con il metro che conferma una crescita in altezza di 9,5 cm rispetto alla Golf. Il disagio iniziale si rivela solo un'illusione: tutto sommato, la visibilità è buona in ogni direzione.
BADA AL SODO La plancia è schiumata nella parte superiore, mentre per il resto la Volkswagen bada al sodo, con plastiche un po' rigide ma di buono spessore, che danno l'idea di essere in pratica indistruttibili, anche a prova di bambino. Lo stesso vale per i tessuti che rivestono i sedili, a loro volta ben profilati e comodi anche dopo lunghe ore alla guida. Il divano posteriore ha doti da buon trasformista e legittima la domanda di ammissione della Plus al club delle multispazio. Lo schienale è diviso in due parti, che avanzano e arretrano separatamente e all'occorrenza si ribaltano in avanti in un batter d'occhio a formare un piano di carico quasi piatto.
A TUTTO VOLUME In questo modo il volume utile del bagagliaio passa dai già buoni 395 litri di partenza a 1.450, un valore forse non da record ma in grado di soddisfare le esigenze più disparate. Come se non bastasse, poi, è disponibile anche un ripiano posizionabile a due altezze diverse, che permette di dividere a piacere il vano e incrementa quindi la versatilità d'impiego.
LA COPPIA IDEALE Il due litri TDI da 140 CV dimostra un'ottima affinità di coppia con la Plus. Anche a pieno carico assicura prestazioni brillanti e spinge con regolarità fin da sotto i 1.800 giri. Ben supportato da un cambio manuale a sei marce adeguatamente scalato e con innesti fluidi e precisi, fa trasparire che i 9,7 secondi promessi per scattare da 0 a 100 km/h non sono sparati a caso e i 202 km/h di velocità di punta consentono di tenere in tutto relax medie autostradali al limite del ritiro della patente. Il consumo non è mai eccessivo, con percorrenze sperimentate tra i 12 e i 15 km/litro.
W LA SINCERITA' La prestanza del TDI non mette affatto in imbarazzo il telaio della Plus. Al di là dell'estermporaneo e involontario test improvvisato sulla Milano-Venezia, questa Golf si comporta sempre in modo onesto e sincero. Il baricentro alto non si sente affatto, complici sospensioni che in famiglia mettono d'accordo tutti, dal papà che disegna le traiettorie alla mamma che nel frattempo disegna la riga sopra le ciglia, guardandosi nello specchietto di cortesia.
PARENTI SERPENTI Alla fine, insomma, viene quasi da chiedersi se non valga la pena preferire la Plus alla più classica Golf berlina a cinque porte. A parità di motore e di allestimento, la multispazio richiede in fondo un esborso superiore di soli 750 euro. In cambio di questa cifra offre notevoli benefici sul fronte dell'abitabilità e della capacità di carico, con un peggioramento appena avvertibile del rendimento nel misto.