La Golf ibrida rimane immutata nella tecnica, ma ora il suo navigatore ottimizza l’utilizzo delle batterie
LEGGERO LEGGERO Il processo di restyling della Volkwagen Golf ha colpito tutte le varianti della compatta tedesca, dalla versione normale alla più cattiva R, passando anche per l’ibrida plug-in Golf GTE. In questo caso la rinfrescata è più estetica che meccanica e lascia inalterato il gruppo propulsore composto dal 1.4 TSI e da un elettrico che assieme danno 204 cv e 350 Nm di coppia. Quanto basta per andar veloci e consumare davvero poco.
VIAGGIA LONTANO Non cambiano nemmeno le batterie al litio poste sotto il pianale, in grado come prima di garantire un’autonomia a emissioni zero pari a circa 50 km, fino a un massimo di 120 km/h. Così anche in autostrada non si brucia benzina. In totale in VW dicono che la GTE può percorrere fino a 1.000 km con un pieno di batterie e benzina.
RAPSODIA IN BLU A guardarla la Volkswagen Golf GTE sembra una GTI sui toni del blu. Al rosso della sportiva da 245 cv infatti l’ibrida plug-in sostituisce la tinta che a Wolfsburg contraddistingue i modelli più ecologici. Ecco quindi che la mascherina è attraversata da un linea blu che sconfina nei fari, ridisegnati e con tecnologia full led. Ridisegnati sono anche i paraurti e le luci posteriori, anche loro full led e con indicatori di direzioni dinamici. Ci sono poi le belle luci diurne anteriori che fasciano le prese d’aria inferiori, un tocco di design che rende il frontale della Golf GTE più cattivo rispetto alle sorelle.
IL GIUSTO TOCCO SPORTIVO All’interno la Golf GTE rimane fedele a se stessa e anche in questo caso prende ispirazione dalla GTI con sedili sportivi con fantasia tartan e volante con corona tagliata nella parte posteriore. Tutto sempre e rigorosamente nelle tonalità del blu. Le novità principali sono rappresentate dall’Active Info Display (di serie), ovvero la strumentazione 100% digitale, e dal nuovo monitor multi touch da 8” per comandare il sistema di infotainment.
VEDO, PREVEDO, STRAVEDO Al di là dell’aumento di dimensioni il sistema di infotainment della Volkswagen Golf GTE restyling cambia anche nel software e ora assomiglia quasi a un veggente. Naturalmente non legge carte o fondi di caffè ma è in grado di capire, grazie al navigatore satellitare, com’è il tragitto davanti a noi, utilizzando al meglio i 2 propulsori.
QUANTO COSTA Una sola motorizzazione e un solo allestimento: la VW Golf GTE è così e basta e ha un listino che parte da 39.250 euro. Ricca la dotazione di serie con, oltre ai già citati monitor, sistemi di assistenza alla guida di ultima generazione.
POLLICE ALZATO Lo ammetto: l’ibrido plug-in mi intriga molto e ritengo che, al momento, rappresenti una modalità propulsiva capace di soddisfare molti automobilisti. I classici pendolari che ogni giorno entrano in città per lavoro e poi la sera se ne tornano a casa raramente utilizzerebbero il motore a benzina. Figuriamoci poi chi vive e lavora in città. Roba da dimenticarsi dove sono i benzinai. Figuratevi che durante la mia prova su e giù per le strade i Maiorca il 1.4 TSI della Golf GTE per la maggior parte del tempo è rimasto a sonnacchiare.
COME UN ELETTRICO Così mi sono mosso quasi sempre immerso nel silenzio, come fossi stato su una e-Golf. Ma senza la range anxiety che ti prende quando sei su un’auto elettrica. La coppia è meno sbarazzina ma comunque mi permette di partire con brio. La Golf GTE si insinua nel traffico accompagnata del ronzio del motore elettrico.
QUANTO MI RICARICHI? Le analogie con un’auto elettrica sono anche nello stile di guida: per viaggiare il più possibile a emissioni zero bisogna anticipare le frenate mollando il pedale dell’acceleratore e lasciando che il sistema utilizzi l’inverter per ricaricare (seppur di poco) le batterie. Per ottimizzare questo flusso si possono scegliere 3 differenti intensità di frenata rigenerativa, agendo sulla leva del cambio DSG a 7 rapporti. Per ottenere il massimo, meglio se in discesa, si deve portare il selettore in B: in questo modo la frenata è molto incisiva. Se poi siamo a zero carica non resta che attaccare la Golf GTE alla presa di corrente. Per fare il pieno, tramite una linea elettrica da 220 V, ci vogliono circa 3 ore.
IL PESO IN PIÙ Rispetto a una normale Golf a benzina la GTE aggiunge 280 kg di peso e il comportamento su strada ne risente: la Golf ibrida plug-in è meno agile tra le curve, ma non dà mai la sensazione di essere elefantiaca. Ne esce penalizzata anche la capacità di carico che cala sensibilmente. L’aumento di peso comunque viene ripagato dallo spunto in accelerazione e dal piacere di guida generale che solo un ibrido plug-in sa regalare.
UNO O L’ALTRO Così le strade di Maiorca passano via tranquille e l’elettrico continua a lavorare da solo. “Vabbè” mi dico “ma ‘sti 204 cv?”. Taaaac, premo il pulsante GTE messo al fianco del cambio e la Golf cambia. Il 1.4 si accende, anche se quasi non lo sento: vibrazioni e rumore stanno a zero e devo tendere l’orecchio per sentirne il rumore. Ora ho a mia disposizione tutti e i 204 cv e 350 Nm di coppia che la GTE promette e scatto via bello allegro. Il DSG tira un po’ più le marce e la compatta tira fuori gli artigli. Non sarà una tigre del Bengala, ma nemmeno un timido micetto. Anche perché lo 0-100 è un’azione che si compie di 7,6”.
COSA BEVI? I dati dichiarati dicono che la Volkswagen Golf GTE percorre la bellezza di 62,5 km bruciando appena 1 litri di carburante. Il mio computer di bordo invece confessa che al termine della prova, dove non è che proprio abbia applicato alla lettera i comandamenti della guida ibrida, ho toccato i 18,5 km/l. Davvero non male.