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La Toyota Yaris 2012 cerca di replicare il successo delle generazioni precedenti puntando su un look più sportivo, oltre che sull’ottimo rapporto tra ingombri esterni e abitabilità. E’ proposta a tre e cinque porte, con tre motori e quattro allestimenti.
IL PICCOLO GENIO CRESCE Per molti anni la Toyota ha scelto di intonare una voce fuori dal coro e di non seguire la concorrenza che, nel corso del tempo, ha fatto crescere sensibilmente le misure delle sue utilitarie. Ora però, con l’arrivo della terza generazione, anche la Toyota Yaris mette su qualche centimetro, pur mantenendosi ben al di sotto della media della categoria. Metro alla mano, la lunghezza cresce di una decina di centimetri, raggiungendo i 389 cm totali. Lo stretching dei lamierati non impedisce comunque alla Toyota Yaris 2012 di sfoggiare proporzioni più sportive. Nel contempo, infatti, l’altezza diminuisce di un paio di centimetri (151 cm) e il passo si allunga di cinque (251) e, con la larghezza di 170 cm che resta invariata rispetto al passato, la Yaris sembra meglio piazzata sulla strada, anche perché la carreggiata anteriore sale di 15 mm.
MOSTRA I DENTI Almeno in questo ambito, insomma, le misure contano, ma una bella differenza la fanno anche le scelte stilistiche. La Toyota Yaris 2012 ha un’aria meno scanzonata di prima, specie a livello del frontale, dove i fari assumono uno sguardo più minaccioso, assottigliandosi ed allungandosi verso i parafanghi. Al centro spicca una nuova mascherina, tagliata leggermente a V e messa in risalto da nervature che bordano anche la grande presa d’aria inferiore, che abbassa visivamente il centro di gravità della macchina. La fiancata e il posteriore sono sulla stessa lunghezza d’onda e mostrano linee più tese. Vista anche la forma pronunciata degli spigoli dei paraurti, sembra insomma quasi che per ottenere il nuovo modello al Centro Stile abbiano preso una vecchia Yaris e l’abbiano tirata dai quattro angoli.
IL PELO NELL’UOVO I benefici dello stretching si notano all’interno, dove la Casa dichiara che l’abitabilità è migliorata, con circa 3 cm in più per le spalle e 4 cm in più invece per le gambe dei passeggeri posteriori. Giudizi relativi a parte, la Toyota Yaris 2012 si dimostra molto accogliente proprio con chi siede dietro, che può contare su uno spazio all’altezza di quello offerto da macchine ben più grandi. Molto comodo è il pavimento piatto, mentre una tiratina d’orecchie va a chi ha deciso di rinunciare al furbo divano scorrevole, asso nella manica delle due edizioni precedenti. Su questa “svista” si può comunque chiudere un occhio, anche perché la lunghezza del piano di carico aumenta a 710 mm, con il volume utile base che lievita invece a 286 litri, considerando anche un utile doppio fondo.
L’OCCHIO HA LA SUA PARTE Sul fronte opposto dell’abitacolo, la spaziosità viene esaltata dalle forme della plancia, che si sviluppa per linee orizzontali, con una struttura snella e asimmetrica. Il disegno è semplice, anche se più elaborato di quello minimalista della Yaris uscente. Quanto alla cura costruttiva, come ormai prassi dilagante nel segmento B, gli assemblaggi strappano un voto altomentre per quanto riguarda i materiali utilizzati non tutto è rose e fiori. Qua e là non manca infatti qualche plastica economica ma alla Toyota va il merito di aver scelto lavorazioni delle superfici che fanno comunque una certa scena.
UN TERZETTO FAMILIARE Lontano dalla vista, la Toyota Yaris 2012 nasconde un pianale fresco di giornata, con sospensioni anteriori McPherson e posteriori a ruote interconnesse con braccio torcente. La nuova struttura permette un risparmio di peso di 20 kg, nonostante l’aumento della taglia della scocca. In materia di motori, invece, la nuova generazione non porta con sé grosse novità. La motorizzazione d’accesso è il mille a tre cilindri da 69 cv e 93 Nm, che fa coppia fissa con il cambio manuale a cinque marce ed è capace di accontentarsi di 4,8 litri ogni 100 km. Per chi cerca più brio c'è invece il 1300 da 99 cv e 125 Nm, che può essere abbinato al cambio manuale a sei marce o a quello a variazione continua 7-Multidrive S, con consumi rispettivamente di 5,4 e 5 litri/100 km. A completare il gruppo c'è poi un 1400 turbodiesel D-4D da 90 cv e 205 Nm, con trasmissione manuale o robotizzata a sei marce, accreditato di consumi di 3,9-4 litri sui canonici 100 km. Più avanti la famiglia si allargherà con l’arrivo di una variante ibrida.
DA 11.050 EURO Nella gallery non si vede, ma della Toyota Yaris 2012 esiste anche una versione a tre porte, che arriverà sul mercato a ottobre insieme alla cinque porte (con open weekend il 15 e il 16). Venendo invece agli allestimenti, ne sono previsti quattro: base, Active, Style e Lounge. La versione più venduta sarà sicuramente la Active, per la quale si pronostica circa un 70% degli ordini. La sua dotazione standard è infatti ricca e comprende tra le altre cose il climatizzatore manuale, il volante e la leva del cambio in pelle e il sistema multimediale Touch, con schermo da 6,1 pollici, telecamera posteriore di assistenza al parcheggio, kit Bluetooth, prese per iPod Aux eUSB. I prezzi sono ancora in via di definizione ma due cose sono già chiare. Il listino si aprirà con gli 11.050 euro della Yaris 1.0 3p base e il cuore della gamma sarà la Yaris 1.0 5p Active, offerta invece a 13.900 euro.
VENGA, DOTTO’ La Toyota Yaris ha sempre avuto il sedile di guida un po’ altino e la nuova generazione non fa eccezione: volendo può regalare una vista panoramica sul traffico e su quanto accade attorno. Solo sul lato posteriore la visibilità è buona ma non è eccezionale; tuttavia le dimensioni della Yaris non sono comunque tali da spaventare in manovra, nemmeno un neopatentato. Salvo che sulla base, poi, c’è la telecamera posteriore a dare una mano in retromarcia ma francamente, dopo un po’ di apprendistato, quasi ci si scorda di averla. Per il resto, il volante, più verticale che in passato, non ha una grande escursione, né in altezza, né in profondità, ma giocando con le regolazioni si riesce comunque a trovare una sistemazione corretta e comoda, a prescindere dall’altezza e dai gusti personali in fatto di postura.
UN PASSO AVANTI Le maggiori dimensioni della carrozzeria rispetto al passato portano alla Toyota Yaris 2012 benefici non solo in termini di abitabilità. E’ un po’ che non mi metto al volante di una Yaris di vecchia generazione ma, a memoria, la macchina sembra ora fare un passettino verso il segmento superiore, sembrando sempre agile mapiù consistente nella guida. Le prime sconnessioni vengono assorbite senza batter ciglio dalle sospensioni, che si dimostrano all’altezza della situazione anche quando si trovano faccia a faccia con tombini e binari.
E’ TUTTO FACILE Solo i colpi più secchi arrivano alle terga dei passeggeri ma nel complesso la taratura (specifica per l’Europa e più sostenuta che per il resto del mondo) sembra azzeccata. La prova si ha anche quando si cerca di affrontare in modo un po’ allegro una rotonda o un raccordo autostradale. La macchina si appoggia bene sulle ruote esterne, senza coricarsi in modo esagerato, e gira poi svelta, con la coda segue in modo fedele la linea tracciata dalle ruote anteriori. Forzando il passo, chiaramente il muso allarga un po’, in modo però del tutto naturale, mentre nei bruschi cambi di direzione e nelle manovre di emergenza i controlli elettronici vigilano bene sulle reazioni del posteriore.
IL SILENZIO DEI DISCIPLINATI Al di là dell’aspetto, la Toyota Yaris 2012 non nasce comunque con un’indole sportiva e la sua migliore qualità è la versatilità d’impiego. Il suo habitat naturale rimane ancora la città ma questa terza generazione si presta meglio che mai a un impiego a tutto campo. La giapponesina non fa infatti la figura del pesce fuor d’acqua in autostrada, dove assicura anzi un buon comfort, almeno finché non si gioca alla roulette russa con il tutor. Quando si superano i limiti del Codice, sale infatti la rumorosità, non tanto per colpa della meccanica quanto per una rombosità di fondo e per qualche leggero fruscio aerodinamico.
FACTOTUM Il motore giusto per sfruttare al meglio la grande adattabilitàdella Toyota Yaris alle situazioni più disparate è il 1.300 benzina da 99 cv. Il tempo di 11,7 secondi nello 0-100 e la velocità massima di 175 km/h lasciano già intuire come questo quattro cilindri se la cavi bene in ogni frangente, che ci sia da scattare a un semaforo o da tenere una media brillante in un lungo viaggio. Anche in ripresa non se la cava male, dimostrandosi fluido e regolare lungo tutta la cura d’erogazione, oltre che in grado di fare gli straordinari e di allungare verso la zona rossa, pur se senza grande vivacità. La media dichiarata è di 18,5 km/litro, valore che si riesce ad avvicinare guidando con piede felpato su strade extraurbane senza traffico.
BEST-SELLER Stando alle proiezioni, tuttavia, in Italia il best-seller dovrebbe risultare il piccolo 1.000 a tre cilindri da 69 cv. Anche in questo caso i numeri valgono come biglietto da visita: con un crono di 15,3 secondi nella prova d’accelerazione e una punta di 155 km/h, ha un temperamento tranquillo, che lo rende adatto soprattutto a chi non ha troppa fretta al volante. Per apprezzarne il lato migliore bisogna prendersela comoda e snocciolare una marcia dopo l’altra, dando retta alla freccia luminosa che fa da suggeritore di cambiata tra gli strumenti (standard dalla versione Active in su). In questo modo si cambia attorno ai 3.000 giri, filando via lisci come l’olio. Insistendo con l’acceleratore, invece, consumi e rumore aumentano più della spinta, rendendo difficile avvicinarsi ai 20,8 km/litro dichiarati.