Cinquemila chilometri col sorriso sulle labbra. Agile, simpatica e veloce. La piccola Suzuki offre tutto l'esenziale per divertirsi al volante e trasforma il casa-ufficio in un kartodromo. A patto di avere timpani abituati ai concerti rock.
CURIOSI "C'é una Swift Sport che ti aspetta". Dopo la telefonata ci avviamo a ritirarla. Dorme rossa nel garage, aria simpatica, quasi un incrocio tra un Manga giapponese e una riedizione modernista della Mini, per l'occasione con il vestito da pista. L'alettone e le gommone ribassate da sedici pollici, insieme al doppio scarico modello bazooka, aiutano a capire il caratterino. Ma non basta il trucco da gara: incastrati nel sedile contenitivo nero con pezzo unico schienale-poggiatesta, esaltante ma scopriremo poi scomodo nella retro di misura al supermercato, ci prepariamo al primo viaggio.
PRATICA Nel vano centrale, bello spazioso come quelli di una volta, ci stanno anche il telefono, la macchina fotografica e la merenda. Le tasche laterali sono spaziose e gli specchi sono grandi e si regolano elettricamente. Non mancano i comandi dello stereo replicati al volante. Pratica, senza eccedere in spirito borghese. Carichiamo il borsone da week-end nel bagagliaio che, senza essere gigante non è neppure malaccio, da fuori avremmo detto peggio unico difetto la soglia altina, e via in autostrada.
PERÒ IL BENZINA Sarà che si scendeva da un filotto di turbodiesel eppure, all'accensione, siamo emozionati. I pistoncini frullano veloci e l'ago del contagiri è svelto a salire come a scendere. Niente rumori tristi da utilitaria e neppure vibrazioni o il borbottio del gasolio. Una vocina argentina mette subito di buon umore. Il cambio si dimostra abbastanza preciso e veloce negli innesti, sia a freddo (-10 gradi in una Baviera poco primaverile) sia a caldo dopo 5 ore di tirata autostradale. La pedaliera a gruviera in alluminio ci fa venir voglia di giocare e si guida meglio con le sneackers che con il mocassino. Poi, al primo semaforo verde, ci si dimentica tutto e si scopre che la Swift è sempre pronta a cantare con toni alti e urlati che farebbero invidia a Diamanda Galas.
URLA CHE TI PASSA Il motorino da 1,6 litri spinge bene e sempre meglio fino a 7000 giri. Sterzo e freni regalano subito confidenza, le dimensioni sono a prova di scuola guida e fuori si vede bene e si vede tutto. L'unico problema sono i montanti posteriori che negli inserimenti laterali fanno giocare a mosca cieca. Ma con la Swift in città ci si muove veloci e, rispetto alle auto normali, sembra di stare su uno scooter. In pochi minuti si resettano i parametri: sorpassi impossibili diventano facili, noiose statali divertenti. I vetri oscurati servono a nascondere gli amici trasportati, che magari non capiscono una scelta fuori dal mainstream. Non sanno cosa si perdono.
STABILIZZATA Anche la solita autostrada ci sembra diversa: il corpo vettura copia la superficie come una tavola e si torna a guidare con tutte le parti del corpo. Nonostante la servoassistenza elettrica, il rapporto con lo sterzo rimane di fiducia, mentre le sospensioni fanno il loro lavoro preoccupandosi della prima regola: tenere l'auto incollata alla strada. Anche nei curvoni a scendere dal Brennero si scopre una Suzukina stabilizzata sul lento come sul veloce. Quasi a prova di neofita. Non manca l'ESP, ma lavora raramente e con discrezione: le reazioni non sono mai nervose a meno di esagerare scientemente. Allora la storia diventa di quelle impegnative.
Sì, VIAGGIARE La Swift dichiara tutta la sua sfrontatezza fatta di pregi e difetti dopo poche ore di guida. Ma anche dopo 5000 chilometri e quasi un mese non abbiamo cambiato idea: difficile trovare tanto divertimento a poco prezzo. Tirando al limitatore quasi a quota 7000,ogni cambio marcia si trasforma in un respiro da nuotatore all'ultima vasca. Se poi si incontra la serpentina dove non contano i cavalli si possono insolentire colleghe fintamente sportive. Negli ingorghi cittadini niente dazi da pagare, i cavalli sono docili al trotto come in attesa della partenza.Perfino onesti i consumi: guidando in stile maranza - perchè la Swift ispira e diventa difficile andar piano anche nel casa-ufficio - si rimane attorno ai 10 km/l. Ma andando normale si risparmia fino ad arrivare ai 14.
GIUSTO MIX Non mancano alcune spigolosità. Ce lo hanno ricordato i passeggeri di un'escursione in terra tedesca: dopo 600 km filati non si scende riposati nelle gambe, nella schiena e nelle orecchie. Tutto è duro, compresi gli appoggiabraccia. Una sesta marcia oppure una quinta che non sembri una quarta corta avrebbero aiutato. Lo stereo con comandi al volante non sarebbe neppure male e legge anche i cd con file mp3, ma il motore lo sovrasta oltre i 90 Km/h. Di altre mancanze se ne accorge solo il guidatore, come il sedile sempre troppo alto e che, ogni volta che si deve fare entrare qualcuno, perde la memoria. Davvero fastidioso nel 2008. I nasini fini potrebbero eccepire sulle plastiche croccantose, dettagli bilanciati dal carattere esuberante. Soprattutto a 16.000 euro e con in cambio tanta armonia meccanica.
VERO DOWNISIZINGMANGIA LE CURVE Suzuki offre una piccola dal visino simpatico e con un bel motore che pure senza turbo, grazie ad un downsizing furbo, regala sempre buon umore sportivo. Una parola strana in tempi di ecosciovinismo e caropetrolio. Eppure, di tutti i chilometri accumulati su strade statali, autostrade, autobahn e ricerca di parcheggi ci ricordiamo solo tanti sorrisi. E alla Swift non manca neppure la community di estimatori. Riportandola in redazione siamo stati affiancati da una sorellina gemella clacsonante, voleva dire "ciao" o..."prova a prendermi"?