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Prova

Suzuki Swift


Avatar Redazionale, il 09/03/05

19 anni fa - Linea da fumetto e agilità da primato.

Con una linea da fumetto la Swift prepara l'assalto alle solite note che spopolano nel segmento B. Le buone doti non le mancano, e ora non resta che attendere l'annuncio dei prezzi. In vendita da maggio.

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COM'E' Rotondetta e con un'aria simpatica e grintosa, la nuova Swift gioca la carta del dinamismo per imporsi in un segmento B sempre più affollato. Alla faccia dell'abitudine diffusa di prendersi molto sul serio e darsi un tono alle volte non sempre giustificato. La Suzuki lascia nell'armadio lo stile austero e compassato in favore di un look da cartone animato manga, ispirato a quello anticipato a suo tempo dalla Concept-S del 2002.

A TUTTO TONDO La carrozzeria segna il trionfo delle linee curve, specialmente dalla cintola in giù, tanto da sembrare la versione in grassetto di una utilitaria normale. Il cofano motore è corto, tozzo e spiove dolcemente verso il frontale, in cui si aprono una piccola mascherina a nido d'ape e un'ampia presa d'aria. Più in basso, lo spoiler scende fin quasi rasoterra e ospita due piccoli fendinebbia che sembrano scrutare la strada, inseriti in una leggera depressione da cui prendono poi forma i passaruota.

C'E' IL TRUCCO I parafanghi, come pure le modanature sottoporta, sono belli in carne e sottolineano bene una fiancata imponente, in cui i lamierati sono in netta supremazia rispetto alle superfici vetrate. Da particolari angolazioni, grazie alla presenza dei montanti neri, il parabrezza sembra fare un tutt'uno con i cristalli laterali, proprio come la visiera di un casco, e regala l'illusione ottica che il tetto sia sorretto solo dai montanti posteriori.

PANCIA A TERRA Questi stanno dritti sull'attenti sopra una coda che invece ha l'aria di eseguire un ordine di riposo. Le sue linee sono morbide e i fianchi hanno forme giunoniche. Anche qui passaruota e paraurti scendono quasi fino a terra facendo sembrare la Swift come spinta al suolo da una forza invisibile. Ad accentuare questa sensazione ci si mettono anche le carreggiate larghe, mentre un po' di slancio viene regalato dalla forma allungata, quasi a vela, dei fari.

MADE IN EUROPE Disegnata in Europa per il pubblico europeo e costruita in Ungheria, la Swift mantiene per fortuna l'ottima cura costruttiva tipica invece di certe realizzazioni del Sol Levante. Certo, di materiali di pregio non c'è traccia ma ogni particolare ha un aspetto solido e i montaggi sono realizzati con la precisione di un maestro di origami.

W LA SEMPLICITA' La plancia ha forme semplici, molto lineari, in cui l'elemento di maggior spicco è il pannello trasparente che raccoglie le informazioni relative all'impianto stereo. Sulla stessa lunghezza d'onda è anche la consolle centrale, che ha un disegno pulitissimo, mentre qualche concessione alla sportività viene dal bel volante a tre razze, dalla strumentazione a fondo rosso e dal pomello del cambio a forma di pallina.

COMUNQUE IN QUATTRO Lunga 370 cm, larga 169 e alta 150 tanto con carrozzeria a tre porte quanto a cinque, la Swift di europeo ha anche l'abitabilità. Complici le notevoli dimensioni delle porte, salire e scendere non è mai un problema. Anche nei lunghi viaggi quattro adulti stanno senza affanno in cattività. Un eventuale quinto passeggero è ammesso solo sulla versione a cinque porte (per ora l'unica che dovrebbe essere importata) ma la sua taglia deve essere per forza bonsai perché la convivenza con gli altri sia pacifica.

TUTTI MILLETRE' Al momento del lancio, in calendario per maggio, la gamma italiana si comporrà di due soli motori, uno a benzina e uno turbodiesel, entrambi da 1,3 litri e abbinati a cambi manuali a cinque marce. Il primo dispone di 92 CV a 5.800 giri e di 116 Nm a 4.200 giri e permette alla Swift di toccare i 175 km/h dopo essere transitata ai 100 in soli 11 secondi dopo la partenza. Il consumo medio dichiarato è di 6,1 litri ogni 100 km. Dal canto suo, il Multijet di origine Fiat eroga da 69 CV a 4.000 giri e da 170 Nm a 2.000 giri. In questo caso la velocità massima è di 165 km/h e il tempo necessario per passare da 0 a 100 km/h è di 14,2 secondi. Il vero fiore all'occhiello di questo motore sono però i consumi che si attestano in media attorno ai 4,6 litri per 100 km.

NASCE RICCA I prezzi sono ancora in fase di definizione, ma si può già anticipare che i livelli di allestimento previsti sono due, standard (GL) e deluxe (GLX). A caratterizzare quest'ultimo, che dovrebbe essere tra l'altro l'unico ottenibile con il motore a gasolio, ci sarà una dotazione completissima, con anche il navigatore satellitare, la chiave elettronica (solo per la versione a benzina) e gli airbag laterali. Pure la "base" è comunque ricca, con di serie  il climatizzatore, il lettore CD con comandi al volante e i cerchi in lega.

GAMMA IN EVOLUZIONE In un secondo tempo la famiglia potrebbe ampliarsi con l'arrivo anche di una motorizzazione 1.500, per ora riservata solo ai mercati stranieri, e di un cambio robotizzato per la Swift 1.3 a benzina. Allo stesso modo potrebbe ampliarsi anhe la tavolozza dei colori, che per il momento comprende due grigi, due blu e il nero metallizzati, oltre al rosso pastello. Nessun condizionale, invece, per una versione 4x4 e per una di taglio sportiveggiante: tutt'e due saranno disponibili dai primi del 2006.

COME VA Accomodandosi al volante della Swift la prima sensazione che si ha è di dominio della strada. Anche con il sedile regolato tutto in basso, la seduta resta alta e regala un'ottima visibilità anteriore, nonostante il parabrezza piccolo e verticale. Una volta fatto l'occhio agli ingombri, manovrare negli spazi angusti è un gioco da ragazzi. Il tutto senza alcuna controindicazione: pure per chi ha il fisico da granatiere non c'è rischio di toccare il padiglione con la testa ed è facile trovare una posizione comoda. Il volante, regolabile in altezza, ha un'angolazione corretta e per azionare i vari comandi non occorrono braccia allungabili, occhio bionici o altri poteri da supereroi.

CON IL COMPASSO Appena ci mette in movimento, la Swift si rivela maneggevolissima. Lo sterzo è leggero e fionda la piccola Suzuki nelle curve con grande rapidità. L'impressione visiva che la giapponesina sia spiaccicata a terra trova discrete conferme nel misto stretto. Se guidata in modo pulito, la Swift disegna le traiettorie con il compasso, precisa e scorrevole anche nei tornanti "a chiocciola".

LEGITTIMA DIFESA Per vedere il muso mollare la corda e allargare occorre provocarla con insistenza ma anche in questo caso la Suzukina resta sincera e ben controllabile. Lo stesso accade in situazioni di emergenza. Quando si rilascia l'acceleratore con decisione o ci si attacca di brutto ai freni in curva, la coda reagisce come deve, si alleggerisce e chiude la curva con gradualità. Al punto che, con adeguata dote di peluria sullo stomaco (e su strade chiuse), si può sfruttare la cosa per divertirsi un po'.

TRA DUE GUANCIALI Le sospensioni rappresentano una buona soluzione di compromesso e filtrano bene le piccole sconnessioni come le ondulazioni accentuate, assicurando un apprezzabile comfort. Anche la silenziosità è soddisfacente e premia il lavoro degli ingegneri, chiamati dalla Casa a fare gli straordinari per isolare gli organi meccanici e smorzarne le vibrazioni. Solo a velocità elevate compare qualche lieve fruscio aerodinamico ma mai tale da obbligare ad alzare il tono della conversazione o il volume della radio.

UN CAMPIONCINO Il motore che andrà per la maggiore è sicuramente il 1.300 turbodiesel che anche con la maglia della Suzuki si conferma un piccolo fuoriclasse. Fluido e pastosto anche ai bassi, attacca a spingere di buona volontà ben prima dei 2.000 giri e allunga poi con vivacità anche oltre il regime di potenza massima. Strapazzarlo non ha comunque un gran senso. Meglio cambiare marcia per tempo e sfruttare le doti di tiro ai medi per viaggiare spediti senza affanno.


Pubblicato da Paolo Sardi, 09/03/2005
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Engine of the year 2008: da 1.0 a 1.4 litri