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Prova su strada

Suzuki: la scelta è... automatica


Avatar di Luca Cereda, il 02/02/16

8 anni fa - Dolce è la vita senza schiacciare la frizione

Dolce è la vita senza schiacciare la frizione

LA SAI L’ULTIMA? Cambio automatico o manuale? Questo è il dilemma. Che in paesi come il Giappone sorge sin dal giorno in cui si prende la patente, perché lì esistono due tipi di patente: una per guidare le auto automatiche, un’altra per guidare anche quelle con le marce e il cambio manuale. Indovinate un po’: più della metà dei patentati giapponesi rinuncia alla frizione. In Italia lo fanno molti di meno, il 7,2% secondo gli ultimi dati UNRAE, un po’ vecchiotti a dire il vero (2013). Ma c’è il sentore che il vento stia cambiando ultimamente, anche perché adesso i cambi automatici (plurale d’obbligo) sono sempre di più, per tipologia, e più diffusi tra i modelli dei vari marchi, non soltanto sui prodotti più costosi.

DALL’AGS AL DCT Suzuki ha un automatico per tutti e per tutte. Dalla Celerio alla S-Cross, passando per Jimny, Swift e Vitara, ciascuna offre l’opzione di una guida no-stress, e ciascuna a prezzo differente. Si parte dai 700 euro del robotizzato della Celerio, seguono Swift e Jimny con un elettroattuato a 4 rapporti che costa 1000 euro sulla compatta e un po’ di più sul fuoristradino (1300 euro). Ma c’è anche un CVT, nella gamma Suzuki, riservato alle S-Cross  con motore a benzina (vale 1500 euro ma va acquistato col tetto panoramico e i cerchi in pelle). Le S-Cross a gasolio montano invece il più moderno cambio a DCT a doppia frizione (1700 euro) di origine Fiat, lo stesso delle Vitara diesel (uguale anche il prezzo: 1700 euro). Quest’ultima è l’opzione più raffinata e moderna, ma se si vuole risparmiare qualcosina la Vitara può montare anche un convertitore di coppia a 6 rapporti da 1500 euro. Solo nelle versioni a benzina, però.

DIAMO I NUMERI Okay, l’automatico è comodo. Ma con i consumi, come la mettiamo? Restando in Suzuki, in certi casi non sussistono differenze con l’alternativa manuale - almeno secondo i dati rilevati nel ciclo d’omologazione. La Celerio, ad esempio, dichiara 4,3 l/100 km sia col manuale a 5 marce sia con l’AGS; il saldo è a zero anche per la S-Cross 1.6 VVT 2WD (sempre 5,5 l/100 km), mentre la Vitara automatica riduce il gap tra manuale e automatico a un 1,8% se la si sceglie a benzina, tanto con il 1.6 (5,7 contro 5,6 l/100 km) quanto con il nuovo 1.4 Boosterjet (5,5 contro 5,4%). Diverso il discorso per una Vitara diesel (+7,1%), o per la Swift 1.2 VVT, che automatica dichiara un 12% di consumo in più. A prescindere dai freddi numeri, però, per chi vive in città l’automatico sta diventando un’esigenza imprescindibile, nei ritmi sincopati del traffico. E allora, vediamo come se la cavano le Suzuki in una giornata feriale tipo nel pieno centro di Torino…

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CELERIO AGS In tre metri e sessanta per uno e sessanta ci si sta pure in cinque, davvero. Ma la Celerio non è soltanto un mini-pullmino a corto raggio: è anche un’auto che nel caos si guida senza pensieri. Posizione di guida rialzata, visibilità generosa in tutte le direzioni,  uno sterzo leggerissimo in  manovra (ma un po’ vuoto in mezzo). Per tutto, o quasi, bastano 68 cv del suo tre cilindri da 998 cc. Senza salite di mezzo, assicura una guida fluida, complici i soli 810 chili alla bilancia della Celerio. Con il cambio robotizzato parte di questa fluidità viene meno, se il cambio è in D. Ma basta non insistere troppo sull’acceleratore, assecondare i suoi tempi e la situazione migliora, mentre negli stop&go del traffico la differenza manco si sente. Se proprio volete “lavorare” c’è pure l’opzione Manual, per gestire meglio i regimi di cambiata.

SWIFT 1.2 VVT A/T Qui, rispetto alla Celerio, i passaggi di marcia si fanno più sciolti e veloci: buona notizia, soprattutto se la strada è aperta. Di contro, aumenta il gap sui consumi – figlio anche di un progetto un po’ datato, fermo a quattro rapporti. Chi va di fretta, anche nel traffico, trova comunque nella Swift una fedele alleata: agile, reattiva e compatta. Che si muove in scioltezza e si guida senza annoiarsi grazie al milledue VVT, un motore brillante e dalla buona dose di elasticità.

SUZUKI S-CROSS 1.6 VVT CVT  Niente buchi, niente strappi, la progressione, qui, è regolare come su uno scooter. Con tutti i pro e contro del CVT. La sua linearità non piacerà ai puristi, ma contro il traffico è un toccasana, non solo perché libera mano destra e piede sinistro ma anche perché incide poco sui consumi della S-Cross. Lo tengano ben presente tutte le mamme che cercano una crossover capiente (di umani e bagagli) e funzionale per il casa-ufficio-scuola. Questa soluzione, abbinata al benzina, fa risparmiare un bel po’ al momento dell’acquisto sull’accoppiata diesel-DCT.

SUZUKI VITARA 1.6 DDiS DCT Arriviamo infine al massimo, del costo (1700 euro) come delle prestazioni. Il cambio a doppia frizione, che in Suzuki fa coppia soltanto con il 1.6 diesel, è indubbiamente il migliore, perché all’effetto anti-stress abbina una più che discreta morbidezza e fluidità nello scalare le marce. Il suo lavoro non è così oscuro, né chirurgico come quello di un DSG, ma è comunque molto efficace. Il risultato è che, pena un leggero peggioramento dei consumi, si ha un automatico che non solo asseconda la vocazione cittadina della Vitara, ma si fa apprezzare pure nel misto. Con un motore un po’ ruvido, sì, ma mai incline ad alzare il gomito, in nessuna circostanza.


Pubblicato da Luca Cereda, 02/02/2016
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