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Prova su strada

Suzuki Baleno


Avatar di Luca Cereda, il 11/04/16

8 anni fa - La Baleno offre tanto spazio in pochi metri. E, volendo, c'è anche ibrida

Com'è e come va la nuova Suzuki Baleno: la prova su strada

B PIU’ Un nuovo pianale, un nuovo motore (il mille Boosterjet, che arriverà tra un paio di mesi) e un’inedita versione ibrida piuttosto economica. Ma soprattutto uno spazio in rapporto agli ingombri che ha pochi pari nel segmento B. Alla Suzuki Baleno, da oggi nelle concessionarie, gli argomenti per suscitare un certo interesse non mancano, soprattutto se a guidare l’acquisto è l’emisfero sinistro del cervello, quello più razionale e calcolatore. Stimolato anche dai numeri di un listino prezzi fortemente scontato fino alla fine di aprile: si parte dai 10.900 euro di una Baleno base per arrivare ai 13.600 euro della versione B-Top. Che, con mille euro in più, si può avere anche con il sistema ibrido SHVS.

SI PUO’ OSARE DI PIU’ La Baleno nasce dalla concept iK2, forse una delle più originali vista lo scorso anno a Ginevra. Anche per questo, nello stile, era lecito aspettarsi qualcosina di più. Aggiungeteci poi che è la prima Suzuki disegnata dal Centro Stile italiano di Torino. Alla fine, il profilo è filante e le proporzioni azzeccate, ma a questa hatch manca quel guizzo stilistico capace di catturare l’attenzione nel traffico. Un vizio comune alle world car, auto nate per essere vendute a più latitudini.

SECONDA FILA, PRIMA CLASSE Le world car (vedi anche la Tipo) hanno però un pregio: soddisfano come poche altre i bisogni primari. Di spazio, innanzitutto; la Baleno non arriva 4 metri di lunghezza (7 cm in meno di una Punto) ma ha una seconda fila più comoda di tante segmento C, con centimetri in abbondanza per le gambe e una discreta quantità di centimetri liberi sopra la testa. E non temete di dovere, per questo, lasciare a casa qualche valigia. Il bagagliaio conta 355 litri di carico utile, che diventano 1.080 ripiegando lo schienale (sdoppiato) e il sedile passeggero. Soltanto la soglia di carico, un po’ alta, complica leggermente i preparativi della gita in famiglia.

TECH Alla Baleno non manca nemmeno una certa dose di tecnologia. Nascosto alla vista c’è un pianale di nuova generazione che, rispetto a quello della Swift attuale, guadagnando pochi centimetri pesa 30 chili in meno. Così una Baleno a benzina ferma l’ago della bilancia a 940 chili e la versione ibrida resta comunque sotto la tonnellata. Tecnologico è anche l’abitacolo delle versioni più ricche, dove spunta il MyDrive, uno schermo LCD da 4,2 pollici piazzato in mezzo al cruscottino per parlare al pilota, comunicando i valori istantanei di coppia e potenza, i dati statistici su accelerazione e frenata, velocità media e il risparmio di carburante ottenuto grazie al sistema Start&Stop. Completano il quadro il sistema di infotainment con schermo touch da 7’’ pollici e navigatore integrato, compatibile con Apple Car Play e di serie solo sulle Baleno B-Top, le luci Follow Me (di serie su tutte) e i fari allo Xeno a partire dall’allestimento intermedio (B-Cool). In materia di sicurezza attiva le B-Top hanno anche il Radar Brake Support, che segnala con un cicalino il rischio di tamponamento e arriva a frenare la macchina da sola, e il cruise control adattivo.   

B-EASY, COOL O TOP Non mi sto dimenticando l’ibrido Smart SHVS, semplicemente vi rimando al “Come Va” per un discorso più approfondito. Intanto facciamo un ragionamento sul prezzo. Di listino, la Suzuki Baleno attacca a 14.100 euro in versione B-Easy con motore 1.2 VVT DualJet da 90 cv e cambio manuale a 5 marce, che ha di serie, tra le varie dotazioni, clima, Bluetooth, Radio con CD, USB e Aux-in, due prese da 12 V, fari automatici, schienale posteriore sdoppiato, vetri elettrici e 6 airbag. Lo stesso motore va anche sulle versioni B-Cool (cerchi in lega da 16’’, fendinebbia, fari allo xeno e led posteriori) e B-Top (tochscreen da 7’’, navigatore, telecamera posteriore, Radar Brake Support e cruise control adattivo, clima automatico, bracciolo centrale, volante multifunzione e sedili riscaldati), rispettivamente prezzati a 15.100 e 16.600 euro. Una Baleno B-Top, poi, si può scegliere anche con motore 1.2 benzina e sistema ibrido SHVS (+1000 euro), manuale o automatica (CVT) o – tempo ancora un paio di mesi - con il 1.0 Boosterjet da 112 cavalli. Per quest’ultimo il prezzo non è ancora fissato ed è previsto, in futuro, l’abbinamento con un cambio automatico a 6 marce.

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IL PREZZO OGGI Da qui a fine aprile, però, la Baleno costerà meno. Per tutta la gamma sono previsti sconti di oltre 3.000 euro che portano la B-Easy a 10.900 euro, la B-Cool a 12.100 euro e la B-Top con motore 1.2 benzina a 13.600 euro. Con un surplus sempre di 1.000  euro per averla ibrida e di 1.500 euro per il cambio automatico CVT (non disponibile per la versione ibrida).

COME VA Già da fuori la Baleno sembra un’auto più generosa di quanto dicano le sue dimensioni (3995x1745x1470). Una volta entrati, l’impressione semplicemente raddoppia, e a conti fatti lo spazio abbonda davvero in tutte le direzioni. Una mano la dà anche l’arredamento, minimalista e fatto di plastiche assemblate con cura ma in certi punti (centro plancia, ad esempio) un po’ cheap.

ZERO A ZERO(EMISSIONI) Il volante, piuttosto grande e cicciotto, invita invece a guidare. Inizio il test con una Baleno SHVS, quella con il sistema ibrido “smart”, definito così perché compatto e poco impattante, in termini di peso (6,2 chili) e di ingombri oltre che di prezzo. Anche le prestazioni, però, non sono paragonabili all’ibrido tradizionale, né tantomeno dell’ibrido plug-in. E in elettrico puro - tanto per capirci - non si fa neanche un chilometro.

UNO E TRINO La Baleno ibrida utilizza un sistema ISG (Integrated Starter Generator) collegato al motore termico mediante una cinghia dalla triplice funzione. Quella di motorino d’avviamento, innanzitutto; quella motore elettrico di supporto, che aiuta il motore termico in fase di accelerazione e ripresa, mentre in frenata e in rilascio recupera energia; e infine quella di alternatore, per caricare sia la batteria tradizionale sia quella agli ioni di litio tumulata sotto il sedile guida.

LAVORO OSCURO All’atto pratico non si percepisce un vero e proprio “boost” di prestazioni. L’ISG semplicemente toglie un po’ di lavoro al motore termico rendendo più fluide e silenziose le ripartenze gestite dallo start&stop. Se fate tanti chilometri nel traffico, però, potete trarne un certo beneficio. Con il sistema ibrido, la Baleno dichiara consumi di 4 litri per 100 km nel combinato e 94 g/km di CO2 (contro i 4,2 della versione a benzina “liscia”). Nel ciclo urbano la differenza è un po’ più netta (4,7 contro 5,3) e – a detta della Casa – si può arrivare a risparmiare un 15% di benzina.

ASPETTANDO IL MILLE… Con o senza ISG, i 90 cavalli e 120 Nm del 1.2 benzina garantiscono comunque prestazioni più che discrete, favoriti dal peso piuma della Baleno, che aiuta tanto i consumi quanto le prestazioni. La ripresa da non sarà solerte ma l’allungo c’è. E quando si ricorre alla cambiata per riprendere un po’ di brio, il manuale della Baleno si dimostra ben manovrabile e preciso negli innesti. Per una guida un po’ più brillante aspettiamo il Boosterjet (che proveremo tra un paio di mesi) mentre il CVT, piacevolmente fluido nel suo funzionamento, è già una soluzione comoda ed efficiente per chi percorre ogni giorno tanta strada in coda. Senza dover per forza attendere l’arrivo dell’automatico a sei marce.      


Pubblicato da Luca Cereda, 11/04/2016
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