La Casa delle Pleiadi intona ancora una volta la voce fuori dal coro e presenta una Suv sui generis, dalla spiccata vocazione stradale. Con un look personale e una dotazione ricchissima, ha le carte in regola per ritagliarsi un suo spazio, nonostante le manchi un motore turbodiesel.
A MODO SUO Così, anche al momento di buttarsi nel segmento delle Suv (non senza un certo colpevole ritardo...), la Subaru ha scelto di proporre un mezzo fuori dagli schemi. La B9 Tribeca (dal nome di un quartiere di New York), introdotta dapprima negli Stati Uniti e finalmente pronta a sbarcare in autunno anche in Italia, non si prende nemmeno la briga di assomigliare a una fuoristrada vecchia maniera, come certe rivali. Al contrario, svela candidamente che il suo habitat sono i nastri asfaltati o, al limite, le strade bianche, sviluppando la filosofia che ha portato il successo la Forester e la già citata Outback.
FA DISCUTERE Tra quest'ultima e la Tribeca il legame di parentela è anche più stretto di quanto non sembri a prima vista, con molti elementi in comune tanto a livello del pianale quanto della meccanica. Sopra questa base, la B9 indossa però un vestito inedito e, neanche a dirlo, originale; uno di quelli che fanno discutere, pronto a dividere ammiratori e detrattori come se fossero Guelfi e Ghibellini.
FLASHBACK Più che bella in senso assoluto, la Tribeca è definibile "un tipo". Forse ripensando alle origini del suo cognome, il designer Andreas Zapatinas l'ha voluta con un... naso "alla greca". A dominare il frontale c'è infatti una mascherina trapezoidale piuttosto prominente, che trova continuità in una nervatura che risale lungo il cofano motore. Ai lati, spiegano invece le ali due prese d'aria che, insieme al particolare taglio della coda, tradisconoqualche reminescenza dell'epoca trascorsa dal designer presso l'Alfa Romeo. Dettagli a parte, la sagoma della Tribeca ha un'aria molto solida, con un'altezza da terra tutto sommato contenuta e sbalzi abbastanza generosi, che non fanno molto per mascherare i 4.855 mm di lunghezza.
ONDAFLEX Se possibile, l'abitacolo è ancora più personale della carrozzeria. Qui a tenere banco è la consolle centrale, che, da una parte, si sporge verso il centro dell'abitacolo e, dall'altra, con il suo disegno avvolgente a doppia onda, gira davanti al pilota e al suo secondo prima di dare slancio ai pannelli delle porte. E' una soluzione spettacolare e funzionale al tempo stesso, con tutti i comandi principali a portata di mano, sistemati proprio là dove ci si aspetta di trovarli. Oltre che la vista, la plancia appaga anche il tatto, con una qualità delle finiture all'altezza dell'ottima fama Subaru.
VA SUL CLASSICO In attesa di un motore turbodiesel, che arriverà probabilmente nel 2008, quelli delle Pleiadi hanno scelto di andare sul classico. La B9 ripropone il tre litri a sei cilindri boxer già presente nel listino Outback, abbinato al cambio automatico a cinque marce Sportshift con funzione sequenziale e alla trazione integrale permanente con sistema Variable Torque Distribution. Caratterizzato dalla presenza dei sistemi AVCS e AVLS, che controllano in modo attivo la fasatura e l'alzata delle valvole, il motore ha una potenza massima di 245 cv a 6.600 giri e una coppia massima di 297 Nm a 4.200 giri. Quanto basta per permettere alla Tribeca d'infrangere il muro dei 10 secondi nello scatto 0-100 (il crono è di 9,7, per l'esattezza) e di arrivare a 195 km/h, con una percorrenza media di 8,1 km/litro.
UNA PER TUTTI Semplificando al massimo la vita del potenziale acquirente, la Tribeca arriverà nelle concessionarie in un unico allestimento Limited, a cinque posti più due, con questi ultimi a scomparsa nel piano di carico. Mentre resta ancora da definire il prezzo esatto (che sarà comunque tra i 50.000 e i 55.000 euro), pare ormai assodato che per la dotazione di serie Subaru Italia abbia deciso di fare le cose in grande stile. Nella dotazione standard si annunciano tra le altre cose i sedili in pelle, riscaldabili, regolabili elettricamente e con memoria, il cruise control, il tetto apribile, il navigatore satellitare, le telecamerina posteriore che aiuta in manovra, il clima automatico bizona, e - udite! udite! - anche il lettore DVD con schermo da ben 9" che scende dal padiglione per creare un effetto cinema per i passeggeri posteriori. Più di così...
BELVEDERE Sulla Tribeca si siede piuttosto in alto, con il piano di seduta che, anche regolato al minimo, resta ben distante dal pavimento. E' la posizione ideale per avere sotto controllo la situazione nel traffico e per districarsi in manovra; diversamente non sarebbe agevole capire al volo gli esatti ingombri del muso. Il volante si regola solo in altezza e non in profondità ma permette comunque di trovare la posizione ideale, a meno che non si ami guidare sdraiati come su un lettino da spiaggia.
TUTTI IN PRIMA La forma avvolgente della plancia lascia ampia possibilità di movimento. I centimetri abbondano anche per chi siede sul divano posteriore, che può scorrere in avanti e indietro per una ventina di centimetri, permettendo all'occorrenza di fare spazio anche ai due destinati alla terza fila. I loro sono però poco più che posti di fortuna, con la seduta molto bassa e con le ginocchia costrette ad angolazioni da yoga.
L'EQUILIBRISTA Alla Tribeca bastano pochi metri per far capire che le scelte tecniche fatte andando controcorrente dalla Subaru hanno una loro validità. La perfetta simmetria nella distribuzione dei pesi tra il lato destro e quello sinistro e la ridotta altezza da terra del baricentro si traducono in un equilibrio che ha ben pochi pari tra le Suv. La maneggevolezza è buona e le quasi due tonnellate di peso si fanno sentire soltanto quando si entra con eccessiva irruenza nelle curve strette. In questo caso la B9 tende a divergere un po' dalla linea ideale, allargando con il muso, anche se bastano manovre istintive per riportarla immediatamente sulla retta via.
VOLA BASSA L'assetto ha una taratura tutt'altro che flaccida, che lascia pochissimo spazio al coricamento laterale in curva. In questo senso, paga molto anche la scelta fatta dai tecnici giapponesi di limitare l'altezza complessiva a 1.685 mm - uno tra i valori più bassi della categoria - a fronte di una larghezza di 1.880. Lo sconnesso viene comunque superato senza batter ciglio. Le sospensioni anteriori di tipo McPherson e quelle posteriori multilink lavorano bene e compensano sulle buche la presenza di una gommatura da 255/55-18, pensata più per pennellare le traiettorie che non per superare le pietraie.
HA MODI GENTILI Anche il motore si dimostra in perfetta sintonia con la filosofia delle Tribeca e con la sua vocazione stradale. La sua qualità migliore sta senza dubbio nella regolarità della progressione, oltre che nella fluidità esemplare. Mai una vibrazione o una ruvidità: la Subaru fila via sempre liscia come l'olio, quasi in punta di piedi. Qualcosa insomma di un po' diverso da ciò cui ci hanno abituato le ruspanti Suv a gasolio.
A GAMBA TESA La coppia in basso non è di quelle esuberanti e solleticando il gas non si rischia certo di strappare l'asfalto da terra. Ciò non toglie comunque che entrando decisi sull'acceleratore con un tackle alla Gattuso si ottengano risposte molto vivaci, tanto negli spunti da fermo quanto nelle riprese, ben assecondati da un cambio abbastanza veloce a scalare in caso di kick-down o di scalata manuale. D'altro canto, con il picco di coppia e quello di potenza ottenuti a regimi piuttosto elevati, queste operazioni diventano indispensabili per completare rapidamente i sorpassi sulle statali. Se però viene lasciata trotterellare tranquilla, la Tribeca ripaga tanta gentilezza con consumi ragionevoli, tutto sommato allineati a quelli dichiarati dalla Casa.