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Prova

SsangYong Rodius


Avatar Redazionale, il 06/05/05

19 anni fa - La crossover che non c'era.

Trazione integrale con marce ridotte, sette comodi posti e un mare di spazio per i bagagli. Questi gli ingredienti della curiosa monovolume che strizza l'occhio al fuoristrada e che per la SsangYong è semplicemente "la crossover che non c'era". E' già in vendita, a prezzi compresi tra i 27.500 e i 32.500 euro.

COM'E' Per una volta più che da com'è, tanto vale partire da... come non è. La prima cosa che viene infatti in mente al cospetto della Rodius è che questa SsangYong non è affatto fotogenica. In buona sostanza le immagini non le rendono giustizia. Le sue forme sono già per conto loro fuori dagli schemi ma una volta confinate nella realtà delle immagini finiscono per perdere qualcosa.

OBELIX Vista dal vivo, la Rodius colpisce per le dimensioni prima ancora che per le fattezze. Lunga 5.125 mm, larga 1.915 e alta 1.845, ferma tra le altre auto fa un po' la figura di Obelix, l'inseparabile amico ciccione di Asterix caduto da piccolo nel pentolone della pozione magica. Rispetto al simpatico gallo, la coreana è comunque meno rotondetta. Le uniche forme bombate sono quelle del frontale, abbondantemente smussato nella zona dei fari e con un'espressione un po' da coniglio.

CONDONO EDILIZIO Per il resto dominano le linee tese, che alla SsangYong dicono vagamente ispirate a quelle degli yacht di lusso. Nella vista laterale colpiscono la notevole altezza della linea di cintura e l'estensione dei lamierati, che fanno quasi sembrare minuscoli i pneumatici, che invece sono della dignitosissima misura 225/65 per 16 pollici. Più sopra, i finestrini hanno un taglio molto bizzarro, complice il terzo montante obliquo che regala l'impressione di un padiglione arcuato su cui è stato poi applicato a posteriori una sorta di rialzo, con lunotto panoramico e spoiler a fare da balconcino. Roba da sperare che non ci sia da pagare il condono edilizio per il recupero del sottotetto...

TUTTO HA UN SENSO A rendere più digeribili scelte stilistiche così particolari c'è comunque il fatto che queste forme non sono fine a loro stesse ma assicurano una praticità e una versatilità d'impiego non comuni. La coda verticale e imponente ospita per esempio uno tra i portelloni più ampi in circolazione, largo 150 cm e alto 135, una vera manna per chi deve caricare oggetti ingombranti. Sollevandolo, si accede poi a un bagagliaio che anche sfruttando tutti e sette i posti disponibili resta da ben 618 litri e che, viaggiando in due, può arrivare addirittura fino a 2100 litri.

SI FA SALOTTO I sette posti della Rodius sono piazzati secondo uno schema 2-2-3, con poltrone singole per le prime due file e un divanetto per l'ultima. Tutti i sedili sono regolabili in senso longitudinale ed eventualmente reclinabili, con le due poltrone centrali inoltre ruotabili di 180° a creare una sorta di salotto alle spalle del pilota e del suo secondo. E' dunque un abitacolo quanto mai furbo, che assicura una sistemazione regale e un facile accesso a bordo per tutti i passeggeri.

VIAGGIO NELLO SPAZIO Per merito anche di un passo di tre metri spaccati, lo spazio disponibile è eccezionale e anche chi è destinato alla terza classe può distendere le gambe meglio che su molte berline di rango. C'è poco da stupirsi: in patria la Rodius è omologata anche in versione a undici posti! Al punto che anche l'importatore per l'Italia sta valutando di introdurre più avanti, magari verso la fine dell'anno, anche una variante per otto passeggeri, con un divano da tre anche nella fila centrale.

VANI... NON VANI Le finiture sono di buon livello. I materiali impiegati non prestano il fianco a critiche e pure gli assemblaggi sembrano abbastanza precisi. La plancia ha un disegno moderno e funzionale, con una grande palpebra che raccoglie gli strumenti principali e le spie di servizio decentrate dietro il piantone dello sterzo. L'attenta progettazione è testimoniata anche dalla presenza di numerosi vani portaoggetti che consentono di tenere in condizioni decorose l'abitacolo anche se tra i viaggiatori abituali ci sono figli che hanno per l'ordine la stessa simpatia che hanno per il morbillo.

CUORE IN COMUNE L'attuale gamma della SsangYong Rodius si articola attorno a un solo motore, il turbodiesel 2.7 a cinque cilindri XDi Euro 3 che già equipaggia la Rexton, capace di 165 cv a 4.000 giri e di una coppia massima di 340 Nm, disponibili in tutto l'arco che va dai 1.800 ai 3.200 giri. Più articolata è invece l'offerta al capitolo trasmissione, visto che Rodius può essere ordinata con trazione posteriore oppure con trazione integrale permanente Power AWD che riprende pari pari il sistema Torque On Demand della Rexton, con frizione tipo Haldex. Per la Rodius integrale, due sono anche i cambi a cinque marce disponibili, manuale o automatico sequenziale T-Tronic di derivazione Mercedes. In tutti casi la Rodius passa da 0 a 100 in 13,5 secondi. La velocità massima è di 174 km/h per la manuale e di 169 per l'automatica, che è anche la più assetata, visto che sorseggia 9,9 litri di gasolio ogni 100 km, contro i 9,2 dell'integrale manuale e gli 8,6 della manuale a trazione posteriore.

PLUS E PREMIUM Gli allestimenti a listino sono due. Quello base è il Plus, venduto con la trazione posteriore a 27.500 euro e con la trazione integrale a 30.100 euro. Della sua dotazione fanno parte gli airbag frontali, i sensori di parcheggio, lo stereo con lettore CD, le barre portatutto, il controllo elettronico della stabilità Esp, i cerchi in lega, i vetri posteriori oscurati e il climatizzatore automatico. Al top c'è invece la Premium, acquistabile solo a trazione integrale a 32.500 euro e che aggiunge a quanto elencato l'interno in pelle e sedili riscaldabili, con quello lato guida regolabile elettricamente. Questa versione è l'unica a poter montare il cambio automatico, offerto con il cruise control a 2.500 euro. Piaccia o no la linea, si tratta di cifre tutto sommato ragionevoli, anche perché la Rodius è l'unica monovolume turbodiesel a sette posti e a trazione integrale presente sul mercato.

COME VA La Rodius è una di quelle auto su cui si sale nel vero senso della parola. L'abitacolo è sopraelevato e seduti al volante ci si sente un po' come il giudice arbitro di un incontro di tennis, tali sono la visibilità e la sensazione di dominio dell'ambiente circostante. La posizione di guida non è comunque da furgone, vista la corretta dislocazione di sedile, pedaliera e volante. Quest'ultimo è regolabile solo in altezza ma trovare la sistemazione preferita è facile per tutti, con i comandi sempre a portata di mano e azionabili in modo abbastanza intuitivo.

INDOLE TRANQUILLA Nonostante la buona visibilità, gli ingombri sono però quelli che sono e muovere i primi passi richiede un minimo di apprendistato, specie se si manovra in spazi angusti. Lo sterzo, leggerissimo da fermo, facilita la vita ma non è un mostro di progressività e con l'aumentare della velocità non offre un gran feeling. Poco male: d'altronde che la Rodius non abbia alcuna ambizione sportiva è fuori di ogni dubbio sin dal primo colpo d'occhio e dalla prova su strada arrivano solo conferme.

MOLLEGGIATA Le sospensioni anteriori a quadrilateri e quelle posteriori multilink sono imparentate con quelle della ammiraglia Chiarman e sono abbinate a un telaio monoscocca, comunque coadiuvato da due longheroni in stile fuoristrada vecchia maniera. La loro taratura decisamente soffice porta ai massimi livelli il comfort di marcia, che ha ben poco da invidiare a quello offerto da un pullman gran turismo. Il paragone non è casuale: sugli avvallamenti e sulle malformazioni trasversali della strada la Rodius si comporta proprio come un torpedone, filtrando alla grande il colpo e rimbalzando elasticamente per qualche istante.

ANDAMENTO LENTO Un simile assetto comporta anche una discreta sensibilità al vento laterale e un certo rollio in curva, ma rappresenta la scelta più sensata per un vera nave da crociera come la Rodius. Anche perché a raffreddare i bollenti spiriti degli aspiranti rallisti avrebbero provveduto comunque la lunghezza del passo e le reazioni ampie e lente della coda, su cui vigila attenta la centralina dell'Esp. Inutile insomma affrontare il misto con la baionetta innestata.

VITA DI COPPIA La meccanica si dimostra in perfetta sintonia con lo spirito di questa SsangYong. Il motore spinge in modo regolare e fluido, anche se, visto il peso rilevante che deve muovere, per dare il meglio di sé chiede di essere tenuto attorno ai regimi indicati come quelli di coppia massima. Buone sono comunque le doti di allungo, con la lancetta del contagiri che sale rapida fin verso quota 4.000 giri senza che la rumorosità diventi mai eccessiva.

IN PUNTA DI PIEDI Il cambio manuale è molto ben rapportato e ha come unico neo la notevole lunghezza della corsa della leva che allunga un po' i tempi di cambiata. Da questo punto di vista non fa molto meglio l'automatico che, anche quando viene usato in funzione sequenziale, passa da una marcia all'altra senza alcuna fretta. Un plauso incondizionato va invece alla dolcezza degli innesti che sono quasi impossibili da sentire e che non turbano minimamente la quiete dei passeggeri.

SENZA ESAGERARE Nel corso della nostra prova non è stato possibile mettere alla prova la Rodius lontano dall'asfalto. Gli angoli caratteristici (attacco 19,2° e uscita 18,7°), con un'altezza da terra di 182 mm, non sono però tali da consentire di sfruttare tutte le potenzialità nei passaggi più impegnativi. La meccanica già apprezzata più volte sulla Rexton dovrebbe in ogni modo assicurare tutta la necessaria mobilità nel fuoristrada leggero e sui fondi più infidi, anche a pieno carico. E scusate se è poco.


Pubblicato da Paolo Sardi, 06/05/2005
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