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Spyker C8 Spyder


Avatar Redazionale, il 15/02/07

17 anni fa - L'esclusività ha un suo prezzo (caro)

Stanchi delle solite Lamborghini e Ferrari? Volete la certezza (quasi) matematica di non incotrare nessuno con un'auto uguale alla vostra? Siete di quelli che in fatto di auto non badano a spese? Se avete fatto un terno di "sì", dall'Olanda arriva per voi il mezzo giusto.



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DONNE E MOTORI
Dalla fotina non l'avete riconosciuta, nonostante sia prodotta già da un po'? Forse è perché i vostri occhi sono tutti per Paris Hilton, che divide con lei le inquadrature nello spot di San Valentino della compagnia telefonica 3. A questo punto potreste non ricordarvela nemmeno, in versione chiusa Laviolette, all'inizio di Basic Instinct II, fare uno spettacolare volo nel Tamigi. Lì c'era Sharon Stone...

A ME GLI OCCHI E dire che alla Spyker C8 Spyder i numeri per fare girare la testa non mancano. Non è tanto per fatto di dimensioni, piuttosto compatte, con lunghezza, larghezza e altezza che misurano nell'ordine 4.185, 1.880 e 1.080 mm. Tutto il potere ipnotico di questa supercar olandese sta nelle forme della carrozzeria. Nulla di particolarmente vistoso né di troppo moderno, ma linee senza tempo e di gran fascino.

CORPO A CORPO Il frontale ha una forma pulita e levigata, con i fari carenati che s'inseriscono senza soluzione di continuità nei lamierati. Nel mezzo del muso si apre invece un crepaccio in fondo al quale s'intravedono, dietro una retina metallica, due ventole di raffreddamento e il radiatore. I parafanghi sembrano reduci da un corpo a corpo con una tigre, segnati da triplici unghiate, e quelli posteriori hanno anche prese d'aria che ricordano i lanciasiluri di un sottomarino. Chiude il giro perlustrativo la coda, con classicissime luci rotonde che fanno molto Anni 60. A fugare ogni dubbio sull'attualità della C8 Spyder provvede però il diffusore che estrae l'aria da sotto il pianale.

ATTENZIONE AL DETTAGLIO Al di là dei tratti somatici salienti, la Spyker seduce però soprattutto gli osservatori più attenti, quelli che passano in rassegna la carrozzeria palmo a palmo armati di lente d'ingrandimento. L'azienda olandese produce le sue auto in modo artigianale e sono numerosissimi i particolari capaci di fare la loro figura anche in una teca, neanche fossero opere d'arte. Si va dalla lama che fa da spoiler anteriore, ai terminali di scarico con il bordo recante motto latino "Nulla tenaci invia est via" (traducibile come "nessuna strada è preclusa alle persone tenaci"). Le stesse parole sono riportate anche sul tappo del serbatoio insieme a un'elica. Giusto a ricordare i gloriosi trascorsi aeronautici del marchio, all'epoca della prima guerra mondiale.

CURA MANIACALE Se possibile, ancora maggiore è la cura messa nell'abitacolo. All'interno si accede attraverso porte che si sollevano schiacciando semplicemente un bottone sugli specchietti retrovisori, che a loro volta sono una specie di scultura. Molti comandi e molte levette sono in alluminio massiccio, come pure la pedaliera, dal look racing che più non si può. Quello che non è in allumnio è invece rivestito in mordiba pelle, rigorosamente cucita a mano con un disegno a rombi che toglie il fiato. Carina, anche se ha un'aria un po' di fortuna, è la capottina, tanto attillata da sembrare degna del guardaroba della stessa Paris Hilton.

GIOCO A INCASTRO Gira e rigira, l'unico particolare un po' deludente è la nicchia in cui è inserita la maniglia per aprire la porta dall'interno... Rigorosamente in pelle sono anche la zona delle gambe, vicino al pavimento, e il bagagliaio. Quest'ultimo ha un volume pittusto ridotto che alla Spyker sfruttano comunque al meglio. Della dotazione fanno parte due valigette in cuoiotagliate su misura per incastrarsi alla perfezione nel vano ricavato a ridosso del cambio, subito alle spalle del motore posteriore centrale.

SIGNORA DEGLI ANELLI La meccanica è di derivazione Audi, rivista e corretta dall'atelier inglese Motoc Ltd. Si tratta di un V8 da 4,2 litri che dopo una cura ricostituente arriva a erogare 400 cv tondi tondi a 7.000 giri ma che è capace di allungare fino a 7.500 prima che intervenga il limitatore. La coppia massima è invece di 480 Nm a soli 3.400 giri. La trazione è sulle ruote posteriori e il cambio standard è manuale a sei marce. Quando basta per portare la C8 Spyder a infrangere il muro dei 300 km/h e a fermare il cronometro nello 0-100 dopo 4,5 secondi.

RACING STYLE Il V8 è inserito in un telaio space frame in alluminio che sorregge sospensioni indipendenti raffinatissime, a doppi triangoli trasversali e con schema anteriore push-rod e posteriore pull-rod. In parole povere, tecnologia da competizione bella e buona. E di stampo pistaiolo sono pure i freni a disco, da 356 mm davanti e da 330 dietro.

DA CAPOGIRO Se questi dati vi fanno girare la testa è meglio che vi mettiate bene al centro della sedia prima di leggere il prezzo, che è di 338.000 euro (proprio trecentotrentottomila, non ci sono errori di battitura...). Inutile negare che si faccia una maledetta fatica a commentare simili cifre con i criteri normali. Ma forse farlo sarebbe anche un errore: sarebbe come paragonare un esemplare di alta orologeria a un segnatempo "qualsiasi"...

RASOTERRA Come su quasi tutte le supercar, su questa Spyker non si sale ma si scende, dopo aver superato una soglia tanto larga che ci si potrebbe mettere sopra anche uno zerbino. Si siede molto in basso, con davanti un volante a quattro razze in alluminio di foggia così tradizionale che sembra provenire da un'altra epoca. Il sedile è ben profilato e, nonostante non sia regolabile in altezza, permette di trovare una posizione di guida corretta per la guida sportiva, con pedaliera e sterzo ben in verticale.

FUOCO! Per avviare il motore c'è un interruttore simile a quello presente sui caccia militari per attivare gli armamenti: occorre sollevare una sicura rossa e far scattare in su un interruttore a levetta prima di poter premere sul pulsante start. Al minimo il 4.2 Audi ha uno rombo civilissimo ma è sordo e cupo come solo i V8 sanno essere. Giù la frizione (neanche troppo dura), dentro la prima e si parte.

GRAN TIRO Le prime due cose che restano impresse sono il buon lavoro svolto dal cambio, che si aziona con movimenti corti e secchi di una leva dalla forma a dir poco spettacolare, e l'incredibile tiro ai bassi del motore. A differenza di altre unità di cilindrata e potenza simili, il motore inizia a spingere bene prima dei 2.000 giri e poi si scatena in uncrescendo notevole. Solo in allungo non è all'altezza di certe rivali più sportive ma la C8 Spyder rimedia alla grande lavorando sul fronte del peso, che è di soli 1.250 kg..

SENZA STRESS "Meglio cambiare, no?", dice Paris Hilton nello spot, ma quicambiare non serve affatto. Volendo si può guidare in modo redditizio la Spyker nelle curve, anche in quelle strette, usando solo la terza e la quarta. Nei percorsi più misti, per viaggiare spediti non è comunque indispensabile insistere troppo con le singole marce ed è meno stressante (per il pilota e per la meccanica) sfruttare la gran coppia passando abbastanza in fretta ai rapporti lunghi. Andando a passeggio si ha modo anche di apprezzare la buona protezione offerta dal parabrezza, efficacissimo nonostante l'altezza ridotta.

MANEGGIARE CON CURA Con simili caratteristiche, la fase di uscita dalle curve è esaltante e si viene fiondati fuori dalla svolta con forza. Attenzione a non esagerare con l'acceleratore, però, perché la Spyder C8 non perdona molto. Provata sull'Autodromo di Franciacorta (dove a breve sorgerà proprio un atelier Spyker) senza alcun controllo elettronico a fare da paracadute, la scoperta olandese mostra una certa propensione a far pattinare le ruote posteriori.

PICCOLE ACCORTEZZE Una volta in appoggio, basta un pestone sul pedale destro per vedere la coda partire svelta per la tangente. In questi casi occorre lavorare di fino con il volante e farecontrosterzi rapidi e precisi per evitare il testacoda. In fase di inserimento il muso tende appena ad allargare e talvolta conviene entrare in curva con il freno ancora leggermente schiacciato per dare più carico e direzionalità alle ruote. Il pane della Spyker sono comunque i percorsi non troppo tortuosi. La parte finale del tracciato bresciano, che si annoda quasi su se stessa, per esempio, le va stretta come una 40 a Valeria Marini... Notevoli sono invece i freni, che richiedono un'azione molto decisa ma ripagano poi con decelerazioni violente.

SUI GENERIS Valutare la C8 Spyder paragonando la sua efficacia a quella di certe rivali o, peggio, con il cronometro in mano sarebbe forse sbagliato. LaSpyker è, sì, una sportiva con i fiocchi, raffinata e prestante. Non bisogna però dimenticare che l'obiettivo della Casa è quello di proporre soprattutto un oggetto esclusivo e appaganteper come è costruito e per come si presenta. Da questo punto di vista, anche se a caro prezzo, ha il suo perché.


Pubblicato da Paolo Sardi, 15/02/2007
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