In versione automatica aiuta a digerire lo stress del traffico. Ma la guida brillante è un'altra cosa
AUTOMATICA Una Citigo a due pedali: questa è la novità. Perché nonostante sia la più economica tra le sorelle gemelle della up!, la Skoda Citigo non si fa mancare niente. Nemmeno il cambio automatico, quel robotizzato ASG a cinque rapporti da qualche mese introdotto anche in Italia. Per dire che a un delta-prezzo di circa mille euro, volendo, ci si toglie l’incomodo di smanettare in continuazione col cambio.
LEGGERO Essendo la Citigo un animaletto da città, la proposta ci sta tutta. Tra stop, semafori e code, potersi dimenticare della leva del cambio toglie un bel po’ di stress. L’Asg (dal tedesco Automatisiertes Schaltgetriebe) oltretutto si presenta come uno di quei cambi automatici che fanno bene ai consumi: è piuttosto leggero (pesa meno di 30 kg) e con lui la Citigo dichiara di accontentarsi di soli 4,4 l/100 km, dati di omologazione inferiori a quelli dell’analoga versione manuale.
DI RITORNO Buono a sapersi, visto che con la Skoda Citigo Asg mi attende una settimana di intenso casa-ufficio. Prima, però, il rientro da un week-end fuoriporta in laguna, vicino a Venezia, utile a entrare in confidenza e ripassare alcuni fondamentali di quest’auto, che avevo già avuto modo di conoscere nelle vesti VW up! e come Seat Mii.
SCORZA DURA In primis l’ottima insonorizzazione, considerata la categoria. La Citigo è piccola, okay, ma toglietevi dalla testa l’immagine di una citycar scatoletta: la sua scorza dura, tipicamente teutonica (e qui naturalizzata ceca...) si fa sentire tutta quando apri e chiudi le portiere (quattro nel nostro caso), ma a velocità autostradali tiene al riparo dai fruscii più di quanto ci si aspetterebbe da una segmento A.
STRETCHING, PLEASE! Restando sempre su strada, piacevole è anche la tenuta della Citigo. Granitica grazie a un assetto rigido quanto basta da non risultare fastidioso una volta passati sui sampietrini. Il bagagliaio, 251 litri con la panca posteriore al suo posto, non è la caverna di Aladino, ma, come si può evincere dalla gallery, offre spazio a sufficienza per le valigie di una mini-vacanza in coppia e accomoda la spesa della settimana con soluzioni furbe, vedi la rete elastica che trattiene gli oggetti a rischio di sballottamento. Quanto a eventuali ospiti in seconda fila, beh, non sorprendetevi se dopo un po' vi chiederanno una causa caffé (leggasi pausa-stretching...).
SOBRIA MA CURATA Finito il ripasso, comincio a considerare questa up! nel suo essere Citigo. Constatando che, a dispetto della gerarchia dei marchi e dei listini del Gruppo VW, per qualità e arredo degli interni la preferisco alla Seat Mii, sorella - sulla carta – più blasonata. Poi, immergendomi nel tran tran quotidiano, finalmente entro nel merito del cambio automatico e dei suoi comportamenti.
CAMBIAMENTO LENTO Finché ho viaggiato prevalentemente su strade veloci e a velocità costante, infatti, la convivenza è stata piacevole: l’Asg non era certo una mitraglia nello snocciolare le marce ma i ritardi erano accettabili, in queste condizioni. Molto però cambia nel ciclo urbano e nel misto, dove curve, svolte o più semplicemente il traffico ti costringono spesso a rallentare; a quel punto l’Asg difficilmente butta giù la marcia con il tempismo richiesto, almeno da chi apprezza una guida minimamente brillante, e il piede destro spesso non trova la risposta al gas (e quindi la marcia) che vorrebbe. Anche se, col tempo, presa un po’ di confidenza con le su tempistiche, il feeling con la trasmissione migliora.
THE QUESTION IS Dunque, se siete tipi zen anche al volante, di quelli che se la prendono sempre con calma e non hanno mai fretta, non badate alla pigrizia dell’Asg: non vi toccherà più di tanto e nemmeno penalizzerà i consumi, che restano intorno ai 20 con un litro. Mettete in “D”, procedete sereni e godetevi una guida più spensierata. Diversamente, per tornare a guidare la Citigo con piacere anche tra le curve, avete una sola scelta: mettere la leva (corta e leggerissima) in modalità manuale. Ma a questo punto, perché pagare la differenza con un manuale classico?