Certamente il basso costo d’esercizio è la caratteristica più eclatante della Seat Mii Ecofuel. Ma c’è una bella differenza tra le auto trasformate a metano, anche dalle Case, e quelle che nascono a metano sin dalla progettazione, come quelle proposte dal Gruppo VW
UN’ALTRA VITA Scordatevi i posticci commutatori d’alimentazione con pochi umili led a indicare il gas ancora contenuto nelle bombole e il martellante cicalino quando sta per finire. Scordatevi pure di dover passare a benzina per affrontare le strade di montagna e, già che ci siete, scordatevi anche di dover scalare due marce per poter superare i camion in autostrada. La Seat Mii Ecofuelnon ha ereditato nulla del pesante fardello che le vetture trasformate a metano prodotte fino a poco tempo si portavano dietro: è veramente un’altra vita.
LA DIFFERENZA La Seat Mii Ecofuel nasce sin dalla progettazione come vettura a metano, in cui la benzina è veramente secondaria, non tanto e non solo per la differenza di capacità dei due serbatoi (10 litri di benzina contro 72 di metano), ma proprio perché la piccola di Martorell è progettata per andare a metano. La benzina entra in gioco solo quando tutto il metano nelle due bombole termina o per avviare il motore, ma solo quando la temperatura del liquido di raffreddamento è inferiore a 10°C.
FA TUTTO LEINon esiste la possibilità di scegliere l’alimentazione, perché non si sente la necessità. Nella Seat Mii Ecofuel l’elettronica cambia i parametri del motore adattandoli al carburante utilizzato. Non solo cambiando l’anticipo tra benzina e metano, ma adattandoli anche alla differente qualità del metano utilizzato (perché c’è metano e metano). Finalmente nel cruscotto compare un grande strumento analogico, che indica con precisione la quantità di gas naturale rimasta nelle bombole e, solo quando serve, quanta benzina c’è nel serbatoio. Uno strumento leggibile e, finalmente lineare, come siamo abituati con gli altri carburanti.
SAREBBE STATO FACILE Con tutte queste ottime premesse, mancava solo la prova del nove. Facile, banale e scontato, sarebbe stato provarla in città, terreno ovviamente ideale per una citycar, ma ho voluto mettere alla frusta la Seat Mii Ecofuel portandola in montagna, terreno sconsigliato persino nei manuali d’uso e manutenzione di altre vetture a metano. E la sorpresa è stata più che piacevole.
IN AUTOSTRADA Nella strada d’avvicinamento alle montagne ho cominciato a giocare con il computer di bordo. Superato il limite di leggibilità dei piccoli led rossi, che mi hanno ricordato il display della mia TI57 (calcolatrice programmabile degli anni 80), le informazioni fornite si sono rivelate utilissimee complete, soprattutto rassicurante l’autonomia, distinta per i due carburanti. Un altro dato da tenere sott'occhio è la velocità istantanea perché, con il volante regolato basso, il tachimetro non rimane completamente leggibile e, guidando a orecchio, ci si può trovare oltre il limite dei 130 all’ora. In soccorso più venire comunque anche il cruise control.
IN MONTAGNA Sulla statale, prima, e in montagna, poi, ho la conferma di quanto percepito in autostrada, cioè di avere quasi due motori a disposizione: il "primo" è quello che lavora fino ai 3.000 giri, preserva i consumi e concede uno spunto modesto ma sufficiente; il "secondo" entra in gioco oltre i 3.000, quando il mille a tre cilindri diventa brillante e veloce nel prendere giri anche quando le pendenze si fanno importanti. Non occorre, quindi, passare a benzina, come sulle altre vetture a metano, ma basta scalare una marcia, per far cantare bene il motore e salire di quota senza difficoltà alcuna.
E I CONSUMI? Il computer di bordo si prodiga nel fornire valori medi e istantanei, ovviamente anche a metano, ma comprendere cosa significhi 2,5 piuttosto che 4,0 metri cubi/100km non è proprio immediato. Ma al primo pieno, come in tutti i successivi, il sorriso è a 32 denti: 10 euro di metano riempiono tre quarti del serbatoio, dalla riserva al pieno, che servono per coprire oltre 300 chilometri. Non credo che ci sia altro da aggiungere…
PROMOSSA ALPINISTA Anche nel terreno a lei meno congeniale, le strade in salita, la Seat Mii Ecofuel si è dunque comportata egregiamente, non facendo rimpiangere le sorelle a benzina. Se vogliamo trovare il pelo nell’uovo, oltre alla difficoltà, in alcune zone d’Italia, di reperire il metano, situazione peraltro in costante miglioramento, possiamo dire che c’è un difetto nel bagagliaio. Non è la dimensione, più che onorevole se rapportata alla lunghezza, ma… la mancanza della luce.