La Seat Leon ST offre tanta praticità e un buon compromesso tra piacere di guida e comfort. I prezzi partono da 18.780 euro
IL PUNTINO SULLA S Se vi capitasse di trovarvi davanti a un dirigente della Seat, guardatevi bene dal chiamare station wagon la nuova versione familiare della Leon. Rischiereste di ricevere un’occhiataccia perché a Martorell tengono molto al fatto che il nome giusto sia Seat Leon ST, ovvero Sports Tourer, non SW. Se questa è dunque la lettura giusta, a dare un senso alla puntualizzazione c’è una linea che ha poco a che vedere con il taglio scatoliforme di certa concorrenza.
COLPO DI CODA La Seat Leon STsportiveggiante lo è davvero e proprio per merito della coda, che si allunga di 27 cm ma non diventa affatto più goffa, grazie ai montanti posteriori sottili (quelli centrali, tra l’altro, sono mascherati bene da una finitura nera lucida) e al portellone inclinato. Alle sue spalle si apre quello che è chiaramente il cavallo di battaglia della Leon ST, ovvero un bagagliaio la cui capacità va da 587 a 1.470 litri, un valore eccellente per una giardinetta di segmento C, lunga poco più di quattro metri e mezzo. La versatilità è davvero tanta e a bordo c’è spazio per tutti e tutto, dai piccoli oggetti di uso quotidiano a quelli più lunghi, fino a 267 cm, quando si può ribaltare in avanti lo schienale del passeggero anteriore.
WEIGHT WATCHERS Che la Seat Leon ST sia frutto di un progetto furbo lo dice anche la bilancia. A parità di motore, la Sport Tourer pesa infatti solo 45 kg più della cinque porte e la versione d’accesso, con motore 1.2 benzina, fa fermare l’ago a soli 1.233 kg, un record per la categoria. Il segreto stato tutto (o quasi) nella presenza dell’ormai noto pianale modulare MQB, che fa da denominatore comune praticamente a tutte le novità più recenti del gruppo VW.
TUTTO COME DA COPIONE Neanche a dirlo, dalla sua banca organi meccanici arrivano anche tutti i motori della Seat Leon ST, con i turbodiesel senza dubbio destinati a trascinare le vendite. Il best-seller predestinato è il 1.600 TDI da 105 cv, che, nei vari livelli di allestimento e nelle sue varie declinazioni (con e senza start/stop, con cambio manuale o a doppia frizione DSG), raccoglierà circa il 70% delle preferenze. Un altro 8% sarà invece appannaggio del gemello da 90 cv, la stessa quota che si spartiranno i due livelli di potenza del TDI 2.0, da 150 e 184 cv, a loro volta ordinabili con cambio manuale o DSG. Non serve a questo punto una laurea in matematica per capire come ai motori a benzina restino solo ruoli da comparsa nel libro ordini. Un peccato, verrebbe da dire, perché il TSI 1.2, nelle varianti da 86 a 105 cv, e il TSI 1.4 da 122 cv sono ottime unità, che troppi snobbano, lasciandosi attirare dalle sirene rappresentate dai bassi consumi dichiarati per i turbodiesel.
IN MEDIO STAT VIRTUS In Seat hanno le idee chiare anche su quali allestimenti saranno più richiesti. Meno del 30% dei clienti vorrà la base Reference, che comunque ha già di serie il climatizzatore, lo stereo e gli indispensabili controlli elettronici di trazione e stabilità. Più gettonata sarà invece la Style, che per 1.300 euro in più mette sul piatto, tra le altre cose, uno stereo più raffinato con anche kit Bluetooth, fendinebbia con funzione cornering, mancorrenti sul tetto, cerchi in lega, clima bi-zona, braccioli anteriore e posteriore, volante in pelle, cruise control e il differenziale elettronico XDS. Chiude il gruppo la versione FR, quella che mostra gli artigli più affilati, grazie al look più grintoso, ai cerchi da 17” gommati 225/45, ai sedili e all’assetto sportivi e al Seat Drive Profile. Questo dispositivo permette di regolare in un amen tutta l’elettronica che governa sterzo, motore e l’eventuale cambio DSG in modo più o meno sportivo, con un occhio di riguardo magari anche per i consumi.
DA 18.780 EURO La Seat Leon ST è già ordinabile ma le consegne inizieranno solo nel 2014, con ben due weekend porte aperte, 18-19 e 25-26 gennaio. I prezzi partono dai 18.780 euro della 1.2 TSI Reference per arrivare ai 28.150 euro della 2.0 TDI DSG Start/Stop. Il cuore della gamma sarà la 1.6 TDI Style, proposta invece a 22.900 euro. Prima di passare al come va, due paroline vanno spese anche per le evoluzioni future della gamma della Leon ST, che, nel corso del 2014, vedrà debuttare anche la TGI a metano e la 4 Drive a trazione integrale.
TALE E QUALE Il fatto che la Seat Leon ST ricalchi quanto di buono fatto vedere dalla sorella a cinque porte a livello di plancia e posto guida è abbastanza scontato. L’interno è frutto di un sano copia e incolla, che porta in dote una plancia ben fatta, leggermente rivolta verso il pilota e che trasmette una sensazione di buona qualità, grazie anche ad assemblaggi curati e all’uso di materiali piacevoli alla vista come al tatto. Per il resto, un plauso va nuovamente alla sistemazione riservata al pilota, che può contare su regolazioni molto ampie per trovare la condizione ideale.
NON SCODINZOLA Se tutto questo era ampiamente prevedibile, sorprende invece abbastanza il fatto che la Seat Leon STnon faccia assolutamente rimpiangere la sorella a due volumi nemmeno su strada. L’aumento dello sbalzo posteriore e il mezzo quintale scarso che grava in più sulla coda si avvertono appena e solo quando si guida con il coltello tra i denti nel misto stretto. Qui, con un palato fino, si può sentire come la coda sia un po’ più sensibile alle manovre di rilascio, arrivando al limite un po’ prima, anche se in modo più graduale e sincero.
BUON COMPROMESSO Probabilmente, però, tutto questo il cliente tipo della Seat Leon ST non lo sperimenterà, se non in rarissime occasioni, e magari non gli interessa nemmeno. Per quanto sportiveggiante, la Leon ST resta un’auto da famiglia e ai paparini che non hanno la tuta ignifuga appesa nell’armadio accanto al blazer blu basta il più delle volte sapere che la macchina è ben piantata sull’asfalto, entra in curva senza incertezze e mantiene poi con puntiglio la traiettoria impostata. Il tutto con un ottimo comfort, tanto dal punto di vista del molleggio quanto sotto il profilo acustico, anche nei posti posteriori, dove di solito la rombosità è più evidente. La Seat Leon ST è quindi una familiare non solo… da famiglia ma adatta anche a chi macina chilometri su chilometri. Per questo impiego potrebbe venire comodo l’assetto adattivo a regolazione elettronica DCC, fiore all’occhiello della lista degli optional assieme allo sterzo progressivo, che rende il comando molto più diretto.
AGLI ANTIPODI In occasione di questa prova ho avuto modo di fare un breve giro con due motori che si pongono quasi agli antipodi del listino, ovvero il TSI 1.2 da 105 cv e i TDI 2.0 da 184 cv con cambio DSG. Il primo permette di scattare da 0 a 100 in 10,3 secondi e di toccare eventualmente i 191 km/h, con percorrenze medie dichiarate di oltre 20 km/litro. I 175 Nm sempre disponibili tra i 1.400 e i 4.000 sono sufficienti a rendere la guida brillante in ogni condizione. Non sono quindi giustificati pregiudizi legati alla piccola cilindrata: dopato con il turbo, questo milledue bagna il naso a molti aspirati 1.600 e 1.800 e sembra fatto su misura per chi compra l’auto con un’ottica di lungo periodo, senza avere in programma grandi percorrenze annue. Chi ha invece il piede pesante trova il giusto pane per i suoi denti con la turbodiesel più potente. 0-100 in 7,8 secondi e 226 km/h sono dati che la dicono lunga sul temperamento del motore, che, con i suoi 380 Nm di coppia, si dimostra anche elastico e piacevole quando è costretto a mordere il freno in mezzo al traffico. Senza dimenticare un consumo sulla carta di 4,7 l/100 km.