Sulle strade di Barcellona e dintorni con la Ibiza al pepe... vero. 180 cv, look assetto sportiveggiante, da marzo (ri)proverà a conquistare gli italiani
COM'E' Ibiza, ma Cupra: più aggressiva, più potente e più veloce, come da tradizione delle Seat con questo nome, crasi di “Cup Racing”. La Seat Ibiza Cupra 2013, ultima arrivata in senso cronologico, si inserisce a pennello nel solco. E tradisce il suo carattere sportivo sin dal primo sguardo.
FACCIA DA CUPRA Nell’apparenza, il più lo fa la base: il corpo tormentato della Ibiza 2012 coupé, con le fiancate graffiate dalla sciabola di Zorro, spigoli vivi a profusione, zizgzag che ritornano anche nella forma e nelle luci interne dei gruppi ottici anteriori (bixeno di serie) e posteriori, molto Audi. Cosa aggiunge la versione Cupra? La sua faccia, ingrugnita da un frontale con quattro prese d’aria, una mascherina sportiva e il badge di una bandiera a scacchi indossato come una spilla. Senza dimenticare le calotte specchi nere e le pinze racing a quattro pistoni che fanno cucù dai cerchi da 17’’ di serie.
SOBRIA DENTRO Anche il lato-B della Seat Ibiza Cupra 2013 è personale ma non così appariscente. Cambia il paraurti: largo a un diffusore nero opaco da cui sbuca uno scarico trapezoidale di sicuro effetto scenico. E negli interni, un tocco sportivo c’è, vedi la foggia dei sedili, la pedaliera con inserti in alluminio, volantone e cambio in pelle. Tuttavia non basta qualche modanatura in nero lucido a tirare a lustro una plancia dalla concezione un po’ agée. Se poco o nulla si può eccepire sulla precisione montaggi, specchio di quel po’ di sangue tedesco che scorre nelle Seat di nuova generazione, lo stesso non si può dire sulla qualità delle plastiche, per lo più dure e in alcuni casi sensibili ai graffi (vedi quelle dei pnannelli-porte).
NAVIGATORE IN MANO E’ soprattutto nell’abitacolo, dunque, che la Ibiza Cupra mostra i suoi limiti. E non pensate di ritoccare più tanto l’arredamento spalancando il portafoglio: dalla lista optional c’è poco o nulla da pescare se non i sedili in pelle. Per il resto, il pacchetto è unico e “all inclusive”. Clima automatico, radio con lettore CD/Mp3 e Aux-in, vetri posteriori oscurati e il Seat Portable System (mini tablet da 5 pollici dedito all’infotainment ma trasportabile e utilizzabile, all’occorrenza, come o come torcia) sono tutti di serie. A questi si aggiungono svariate dotazioni tra le quali il differenziale elettronico XDS, il pacchetto sicurezza ed il pacchetto elettronico, con sensore luci, pioggia e gli specchietti esterni ripiegabili.
ONE CHANCE Se lascia un po’ l’amaro in bocca l’impossibilità di personalizzare molto la Ibiza Cupra 2013 – una pecca per una compatta sportiva -, suscita perplessità l’obbligo del cambio DSG a 7 rapporti, che per quanto egregio nel suo lavoro di trasmissione (soprattutto in modalità sequenziale, considerate le velleità sportive della Cupra) fa salire il prezzo di molto: 21.950 euro chiavi in mano. La chance di scegliere un manuale avrebbe reso la Ibiza Cupra più competitiva nel prezzo e accontentato i puristi della guida sportiva, per i quali, comunque, ci sono sempre i paddles.
DOPPIA SOVRALIMENTAZIONE Unico allestimento, unico prezzo, e unico motore. Il cuore della Seat Ibiza Cupra 2013 è un 1.4 TSI da 180 cv, che sviluppa la sua potenza massima a 6.200 giri/min e offre il picco di coppia (250 Nm) tra i 2000 e i 4.500 giri. E’ sovralimentato da un turbo e da un compressore meccanico; il compressore meccanico a cinghia aumenta la coppia ai bassi, mentre il turbo entra in azione a regimi superiori. Quando il regime del motore non supera i 3.500 giri, sono entrambe attivi; oltre è il turbo a convogliare l’aria nel motore.
IN NUMERI Grazie anche all’intelligenza del doppia-frizione, però, il millequattro TSI riesce ad assecondare i pruriti sportivi senza calcare la mano sui consumi. Per intenderci, con la Ibiza Cupra si può sprintare da 0-100 in 6,9 secondi per poi arrivare, volendo, a vedere i 228 km/h sul tachimetro, ove consentito. Il tutto dichiarando consumi nell’ordine dei 5,9 l/100 km nel ciclo combinato.
COME VA La seduta della Ibiza Cupra 2013 non è delle più corsaiole ma ci si può arrangiare. Il volante ha infatti regolazioni complete e una presenza un filo ingombrante. Le sue dimensioni generose si evincono anche dalle foto, dal vivo rendono ancor di più: ci si abitua in fretta, però. Più che altro constatiamo come la Cupra, in tal senso, vada contro la tendenza delle rivali, che tendono a proporre un volante piccolo anche su versioni non sportive. Peugeot 208 docet.
SPAZIO In termini di abitabilità e carico, i limiti sono quelli della carrozzeria di una coupé compatta a tre porte. Sgranchite bene le vertebre prima di intrufolarvi sul divanetto posteriore, dunque, e non esagerate col superfluo quando fate le valige per il mare, perché la volumetria del baule si ferma a 236 litri. Se si viaggia in quattro, si sta abbastanza comodi: a patto che i due ospiti in seconda fila non siano Danilo Gallinari o Lerch della famiglia Addams.
BARICENTRO BASSO Essendo la più sportiva delle Ibiza, la Cupra ha un telaio settato a dovere. Ciò significa, in primis, un assetto ribassato di 2 cm rispetto a un’Ibiza normale (e di un ulteriore mezzo centimetro in confronto alla FR, l’altra Ibiza al peperoncino). Quindi anche ammortizzatori e molle dalla taratura più rigida.
LA VIA DI MEZZO Ed effettivamente è rigida, la Cupra, ma non così tanto da far soffrire chi la guida anche nel casa-ufficio. I suoi nemici giurati sono gli ostacoli corti e secchi, dove le sospensioni non hanno un’escursione tale da copiare il suolo per filo e per segno. Tale assetto, a volte fin troppo composto, consente però alla Seat Ibiza Cupra 2013 di sgattaiolare fra le curve ben instradata e aggrappata all’asfalto, senza lo spauracchio del rollio. E se la metti alla prova guidando con un filo di cattiveria, nel differenziale a bloccaggio elettronico trasversale (di serie) trovi un fedele, ma discreto, alleato contro il sottosterzo, grazie al suo lavoro sulla ruota anteriore “scarica”.
PER TUTTI Se la Ibiza Cupra risulta un'auto piacevole da guidare, però, il merito è soprattutto del suo motore: un millequattro dal sound esaltante, quando il turbo si fa sentire, e una coppia ben distribuita, che lo fa spingere sempre, sin da regimi molto bassi. Ma non è soltanto pane per i piedi pesanti.
"D" DI DENARI Te ne accorgi guidandolo in “D”, la modalità automatica. Qui il DSG si prende a cuore il tuo conto in banca e snocciola le marce velocemente e tenendo le marce le più alte possibili, anche a regimi bassi. Ma tu magari manco te ne accorgi giacché la spinta non si affievolisce mai, e intanto i consumi davvero non si discostano un granché dati dichiarati.
"S" DI SPORT Diversamente si può passare al sequenziale e fare tutto da sé. I cambi di marcia si velocizzano, gli Alonso in erba godono e il 1.4 TSI si sfoga, senza reazioni brusche ma una progressività che rende più facile una guida brillante. Sempre senza esagerare, si capisce: in quel caso fanno buon gioco i freni racing (anch’essi di serie), piacevolmente modulabili malgrado, per un arresto deciso, richiedano un altrettanto deciso affondo del piede. Anche qui basta poco per prenderci la mano. Anzi, il piede.