Correva l’anno 1978 quando una fredda mattina d’inverno, presso gli stabilimenti Saab, vide la luce il primo esemplare della Serie 900. Oggi, dopo una maratona durata vent’anni, la staffetta delle Saab 900 continua e il testimone passa alla nuova 9-3, che non si legge novantatré e nemmeno nove al cubo.
LA NOVITA' La bella svedesina si chiama nove-tre e non accetta nessun altro appellativo. Il primo aereo prodotto dalla Saab si chiamava 90 Scandia, la prima auto sfornata alla fine degli Anni 40 si chiamava 92 e da allora tutti i modelli Saab hanno la sigla che inizia con la cifra nove. Il tre distingue la 9-3 dalla sorella maggiore 9-5. A Napoli giocherebbero i numeri al lotto, ma evidentemente anche in Svezia serpeggia un po’ di superstizione e la cabala non è del tutto sconosciuta.
DIVERSA NEI DETTAGLI Il legame con la tradizione è ben visibile anche esteticamente e non ci sono cambiamenti clamorosi. Solo un occhio ben allenato, infatti, riesce a cogliere tutti i piccoli interventi di maquillage che distinguono la 9-3 dalla precedente versione. Per fortuna, gli stilisti nordici non hanno voluto strafare e la linea della svedese è rimasta tondeggiante e levigata come un sasso in un fiume. La calandra evidenzia la parentela con la sorellona 9.5, i fendinebbia e i massicci paraurti hanno un nuovo disegno e la coda ha subito il maggior numero di interventi. Il portellone è stato ridisegnato e il portatarga si trova ora tra i gruppi ottici posteriori. Niente sovraffollamento di sigle come Turbo, 16 Valvole, Gt, Super, Mega, Extra… Per tutti i modelli turbo, benzina o diesel, ci sono solo i due numeri 9-3 sulla destra della coda e le lettere S o SE sopra i passaruota anteriori per identificare il diverso tipo di allestimento.
NOVITA' NASCOSTE Le modifiche più importanti sono tutte nascoste sotto la pelle della 9-3 e i tecnici svedesi hanno dato il meglio per migliorare guidabilità e sicurezza. Telaio, sospensioni anteriori e sterzo sono stati perfezionati o riprogettati in modo da non amplificare gli errori di guida e da aiutare il pilota a mantenere sempre il controllo. La sicurezza passiva è garantita dal doppio airbag anteriore, dagli airbag laterali del tipo testa-torace e dai sedili con poggiatesta attivi di serie. Quest’ultimo dispositivo serve per ridurre il rischio di lesioni causate dal classico colpo di frusta in caso di tamponamento. In parole povere, quando il distratto di turno arriva un po’ lungo e centra in pieno il dietro della Saab, l’auto viene spinta in avanti e aumenta la pressione esercitata dal corpo sullo schienale. Grazie a questa pressione, il poggiatesta si sposta in avanti e verso l’alto, la testa non arretra violentemente e si evita di dover poi andare in giro con il collarino rigido.
TURBODIESEL Ma le sorprese non sono finite. Sotto il cofano, infatti, ci sono importanti novità e accanto alle già note motorizzazioni 2.0i, 2.0 Turbo e 2.3i benzina, arriva la prima Saab con motore turbodiesel. Questo nuovo propulsore è stato sviluppato in collaborazione con la GM, ha una cilindrata di 2.2 litri, l’iniezione diretta e quattro valvole per cilindro. La potenza erogata è di 115 cavalli a 4.300 giri e la coppia motrice raggiunge il notevole valore di 260Nm a soli 1.900 giri.
AL VOLANTE Anche la 9.3 ha la sua bella plancia avvolgente, con tutti i comandi ben distribuiti. In fatto di sedili la 9.3 mette subito tutti comodi con gli anteriori più larghi e più imbottiti rispetto a quelli della precedente versione. Lo schienale è più profondo e il contenimento laterale è sufficiente per non doversi aggrappare con le unghie al pannello porta. Anche l’efficienza del climatizzatore è stata migliorata e le regolazioni sono molto intuitive, ma il premio razionalità va all’impianto audio. Finalmente, infatti, per capire il funzionamento dell’autoradio non bisogna più leggere un’enciclopedia di istruzioni o procedere per tentativi. I tasti sono pochi, essenziali e ben visibili, le funzioni che contano ci sono tutte e si sente anche bene.
DIFETTUCCI Chi invece è poco pratico di casa Saab, rimarrà un po’ disorientato dalla posizione del blocchetto di accensione sul tunnel centrale e le prime volte litigherà parecchio per farsi restituire la chiave. Una volta capito che, per liberare la chiave, bisogna ingranare la retromarcia, si potrà finalmente posteggiare l’auto senza doverci dormire dentro. Anzi, l'efficacia dell'antifurto meccanico con blocco della retromarcia, garantisce riposi sicuri anche alla 9-3. E per dirle proprio tutte, i comandi degli alzacristalli elettrici sono in posizione troppo arretrata e costringono il braccio e la spalla a un movimento poco naturale. Le tasche laterali sono piuttosto piccole e i vani portaoggetti non abbondano; quello davanti al cambio è troppo in basso e può ospitare il biglietto dell’autostrada o poco più, mentre quello sul tunnel centrale si raggiunge a fatica ed è così piccolo da sembrare quasi uno scherzo.I materiali impiegati, invece, sono esenti da critiche e anche la plancia è molto curata.
TRADIZIONI AERONAUTICHE La strumentazione è facilmente leggibile, il cruscotto è a prova di martellate e non sembra il solito albero di Natale. I tasti sono tutti facilmente raggiungibili e per gli amanti della guida notturna, c’è il Night Panel, un tastone che spegne tutte le luci del quadro strumenti ad eccezione del tachimetro. Tachimetro peraltro atipico: i numeri da 0 a 140 Km/h sono di una chiarezza esemplare, molto distanziati e scritti a prova di miope. Da 140 a 240 Km/h, invece, il tachimetro si infittisce, i numeri sono scritti in piccolo e, con il tasto per la guida notturna inserito, non sono nemmeno illuminati. Da 140 Km/h in poi il messaggio è chiaro: "vai piano, pensa a me".
IL TURBODIESEL ha una erogazione da vero campione, testimoniata dai numeri: 115 cavalli a 4.300 giri e 260Nm a 1.900 giri di coppia massima. Tradotti nella pratica, i numeri rivelano una fluidità di funzionamento che consente di avere molto tiro in basso, pochissime vibrazioni e consumi da astemio (6,7 litri per 100 Km).
VELOCE E SILENZIOSA Poca sete di gasolio non significa però poca voglia di correre: con il pedale del gas a fondo corsa si arriva facilmente a 200 Km/h e anche lo scatto non fa rimpiangere molte rivali a benzina. Tanto per fare un esempio e restare in famiglia, la nuova Saab 2.2 Tid impiega 10,9 secondi per passare da 0 a 100 Km/h, mentre la sorella 2.0i a benzina ferma il cronometro a 11,0 secondi. Anche la silenziosità e il comfort di marcia non soffrono di complessi di inferiorità rispetto alle versioni a benzina. Una volta in temperatura, il 2,2 turbodiesel sfoggia maniere da primo della classe: non alza mai la voce, non singhiozza, non si ubriaca e non si agita nemmeno quando gli si tira il collo. I lunghi viaggi diventano piacevolissimi e bastano pochi chilometri per dimenticarsi di essere alla guida di un diesel. Certo, l’ottima insonorizzazione e il buon lavoro delle sospensioni contribuiscono ad aumentare il benessere di bordo, ma anche il nuovo propulsore ha tutte le carte in regola per vincere gli avversari da solo e senza bluff.
LA 2.0 TURBO da 185 cavalli è invece riservata a chi cerca grinta e forti emozioni. Il turbo è piuttosto educato, ma non sempre è facile gestire tanta potenza e scaricare a terra tutta la cavalleria.
LA 2.3 ha meno purosangue sotto il cofano (150), ma ha un’erogazione più fluida e una progressione notevole. L’accoppiata con il cambio automatico è perfetta.
LA 2.0 da 130 cavalli è insidiata da vicino dalla nuova motorizzazione 2,2 turbodiesel. Le prestazioni delle due svedesi si equivalgono, ma l’elevata coppia motrice della diesel rende meno frequente l’uso del cambio, riduce i consumi e fa venire voglia di andare lontano, molto lontano.
di Chris Winters
24 febbraio 1998