Grande come una maxiwagon, costosa come una wagon media. La Tourer offre tanto spazio, un onesto turbodiesel made in Bmw e qualità quasi tedesca. Scintillante di cromature, è pronta per lunghi viaggi confortevoli.
COM’E’ La linea paciarotta della 75, segnata da fregi cromati quanto un frigo Anni 50, guadagna punti con l’aggiunta della coda. L’operazione portellone è ben riuscita, mantenendo il paraurtone posteriore massiccio, la forma dei fari e il disegno tondeggiante della coda. Una bella presenza, importante nella stazza (4,792 m di lunghezza per 1,778 m di larghezza e 1,424 m di altezza) ed elegante, con fiancate lunghe e ben proporzionate. Deve piacere lo stile rétro, stile comunque classico che potrebbe preservarne l’aspetto da rughe precoci.
BELLA BOCCA Il portellone si apre a filo del piano di carico, sollevando anche una fetta del grande paraurti. In alternativa, è possibile aprire anche soltanto il lunotto, per carichi leggeri o se risulta difficile aprire il portellone. Il piano di carico si solleva sostenuto da comodi ammortizzatori per accedere a un vano supplementare e la rete di separazione tra bagagli e passeggeri può essere utilizzata se si viaggia in 5 e anche se si libera tutto lo spazio disponibile ripiegando il divano posteriore.
FACCIA NOTA La vista anteriore rimane uguale, evidentemente, alla berlina, con i gruppi ottici tagliati alla sommità dalla linea del cofano motore ed evidenziati alla base dai tocchi di ombretto cromato, la calandra aristocratica con la nave vichinga del logo bella in mostra e la lunga fascia inferiore che integra presa d’aria e fendinebbia. E poi cromature esterne (cornice della calandra, maniglie delle portiere, portatarga) e minigonne sottoporta che regalano dinamicità al blasone, mentre non è scomparsa la modanatura che percorre l’intera vista laterale, proseguendo la linea delle maniglie in una traiettoria impercettibilmente arcuata.
SPAZI INGLESI Ben distribuiti sono i volumi dell’abitacolo. Tanto spazio per chi siede davanti, un divano da salotto con camino per chi siede dietro e un bagagliaio in cui stivare le migliaia di borse, borsette e accessori che una famiglia si porta in vacanza. È l’auto ideale per chi si muove con famiglia, armi e bagagli. Il volume di carico infatti varia da 400 a 1222 litri a seconda che si tengano o si ribaltino i sedili dietro.
QUALITA’ Facile fare il confronto con altre inglesi più blasonate, accomunate dallo stile rétro ma molto distanti in termini di prezzo. A confronto la più blasonata sembra la Rover, con una qualità quasi tedesca annegata nel gusto inglese. Ben fatta e realizzata con materiali di buon livello, dalle plastiche ai tessuti utilizzati senza cadute di tono nei dettagli, la 75 Tourer si fa apprezzare per il rapporto qualità prezzo molto interessante. All’interno dell’abitacolo l'alto livello delle rifiniture, come per la selleria in pelle con il profilo in tinta con la carrozzeria, il volante a tre razze, la plancia protetta da una palpebra ad onda e l’ampia consolle centrale che integra la leva del cambio.
COME VA La versione turbodiesel, da noi provata, si affianca ai due benzina, entrambi sei cilindri a V: sono il 2.0 litri da 150 cavalli a 6500 giri al minuto e il 2.5 da 177 cv sempre a 6500 giri. Il CDT è invece un 2.0 litri a iniezione diretta common rail da 116 cavalli di potenza a 4000 giri, con una coppia di 260 Nm a 2000 g/min: velocità massima di 185 orari e accelerazione da zero a cento in 12,3 secondi. Tre gli allestimenti: Classic, Club e Connoisseur. Prezzi: si va dai 30.147 Euro (58 milioni e 374 mila lire) della 2000 Classic ai 30.801 Euro (59 milioni e 640 mila) del CDT Club ai 35.174 Euro (68 milioni e 107 mila) della 2.5 Connoisseur.
AL SEMAFORO IL TG Inglesità appena ci si siede, ma non esasperata, con la cura nei dettagli, il legno, il cruscotto rétro, i sedili a mo’ di poltrone Luigi XIII: è comoda la Tourer e serafica, mette tranquillità. La "nostra" è poi il non plus ultra della guida rilassata, con il cambio automatico a cinque rapporti e tanto di televisione che a ogni semaforo – con la leva in "P" – ci rende meno stressanti le attese, buttando fuori colori dallo schermo della consolle centrale.
KARMA I passaggi di marcia sono all’insegna della fluidità, difficili da percepire, ma il rovescio della medaglia è un kick down – la scalata – non eccessivamente pronto alla pressione sul pedale del gas. Gli scatti non fanno parte della vocazione british, di questa british. Ma da guidare con due dita, la Seventyfive in veste familiare non può non affascinare.
GIU' DI GIRI Tocca entrare nella filosofia, però, sentirsi tra le dita lo zen e l’arte di guidare con calma. Come in autostrada, quando se si lascia l’acceleratore non si può pretendere di rischiacciarlo, mettere la freccia e schizzare in terza corsia, no: date al CDT il suo tempo. E godetevi della buona musica, magari, invece di fissare l’ago del contagiri che arranca.
E lo spirito corsaiolo immolato sull’altare del comfort lo si nota anche nell’assetto e nella taratura delle sospensioni: morbide, a prova di tombini e pavé, nate per cullare a bordo più che per lanciarsi nel misto con le mani sulle 9 e 15. Modulare e proporzionata alla mole della vettura (1.580 chilogrammi) la risposta dell’impianto frenante. Buono lo sterzo, non particolarmente leggero in manovra, ma diretto e preciso in marcia.