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Prova su strada

Range Rover my 2002


Avatar di Mario Cornicchia, il 13/02/02

22 anni fa -

Ogni tanto, qualche perla esce dalla matita dei designer. La nuova Range è bellissima, a dispetto delle sue dimensioni da maggiorata e di alcuni dettagli un po' vistosi. Maggiorato è anche il prezzo.

COM'E' Le congratulazioni stilistiche andrebbero a chi, negli anni 60, ha disegnato la prima, grande Range del 1970, la mamma di tutte le Sport Utility. La versione 2002, dopo quella più furgonata del 1994, ne riprende gli spunti stilistici più qualificanti e li amalgama in un oggetto dallo stile semplice e levigato, ma di grande carattere ed eleganza com'era la prima Range.

MAGGIORATA PROPORZIONATA

Tutte le parti sono ben proporzionate e riescono a snellire le dimensioni da corazzata Potemkin. La nuova Range si propone come alternativa alle superberline e ne imita le dimensioni: 495cm di lunghezza, 219cm in larghezza e 186 in altezza. Un poco più corta e un poco più larga della Mercedes Classe S.

VERO DESIGN

Poche linee, pochi pasticci e tanto carattere. Orgogliosi in Land Rover comunicano che la Range ha superato il test di riconoscibilità del modello da 100 metri. E non solo per le dimensioni... Da qualsiasi angolazione la si guardi, la Range è la Range, con le classiche proporzioni dei vetri, il montante posteriore nero, il lunotto piatto, le pinnette sul cofano, la fascia sulle fiancate... è proprio lei. In più la nuova ha un paio di branchie di ventilazione sulle fiancate che ricordano tanto, oltre alle sportive Bmw, il maniglione verticale della prima tre porte.

FARI, FREGI, FRECCE

Due bei fari tondi davanti avrebbero trasformato la nuova Range in una smaccata operazione nostalgia ed ecco allora dei modernissimi e luccicanti proiettori a 8, inseriti in un riquadro rettangolare di plastica grigia. Stessa cura anche per la coda, dove i fanali rettangolari in realtà contengono un paio di luci tonde (marchio di fabbrica della vecchia Land) annegate nella solita plastica grigina. Una rossa sotto e una arancio sopra: in realtà quella arancio è lo stop, con una rosa di led rossi che si accendono in frenata e la freccia è la sua aureola, con una bella coroncina di led arancio, poco visibile però nelle giornate di sole. Elegantissima nei colori scuri, la Range preferisce i grigi chiari se non si vuole mettere in risalto le plastiche grigie di luci e branchie.

TRADIZIONE E RIVOLUZIONE

Se il vincolo delle Belle Arti ha condizionato le linee della carrozzeria, per l'abitacolo i designer non hanno avuto remore. Lusso e sportività sono stati i diktat. Due fasce orizzontali e tre verticali danno vita ai classici elementi di una plancia, con uno stile un po' hi-tech. In pelle la palpebra superiore e la fascia portante, in legno di ciliegio o in alluminio o in radica le tre fasce verticali che, ai lati, racchiudono le bocchette della ventilazione e, al centro, tutti comandi della consolle centrale, con la radio sotto la palpebra e tutti i comandi secondari sotto la fascia portante. Un bel disegno, innovativo e pratico. Per i nostalgici tra quelli che hanno preso la patente negli anni 30, il clacson si attiva premendo due parentesi in alluminio che spiccano sul volante.

MONOLOCALE

Lo spazio, all'interno, non manca. E ci mancherebbe altro... Anzi, le distanze sono anche esagerate: per manovrare il pomello destro del navigatore satellitare si fatica un po', se si lascia la giacca sul sedile posteriore si fatica a raggiungerla e i contati con l'amata/o sul sedile destro sono un po' faticosi... Di certo, si sta comodi, sulle poltrone regolabili anche nella inclinazione della parte superiore dello schienale, per avvicinarla o allontanarla dalle spalle. Guarda caso come per la nuova Bmw Serie 7, con cui ha condiviso parte dei progettisti prima che Land Rover entrasse nell'orbita Ford. E di Bmw si trovano tante componenti, tasti e funzioni: il navigatore, lo specchio fotocromatico, la chiave/telecomando...

SALTO CON BORSA

Il bagagliaio è immenso con 535 litri di capacità e quasi un metro e dieci di profondità. Non manca la tipica soluzione con portellone e ribaltina, anche se, sempre più grande e alta, la Range è da complesso di inferiorità: difficile caricare senza abbassare la ribaltina e se i bagagli slittano fino al sedile posteriore, per alcuni è meglio dotarsi di un mezzo marinaio per recuperarli. Abbassando le sospensioni l'operazione è più agevole.

SU MISURA

129 combinazioni tra materiali e colori sono possibili per farsi la Range su misura. Tessuto, pelle o pelle Oxford per i sedili, alluminio, legno di ciliegio o radica scura per gli inserti su plancia e portiere. La pelle ha il piping, il bordino nelle cuciture, di colore differente, con cui giocare. Sempre chiaro il colore di porte e plancia, declinabile su due tonalità.

IPERTROFICA

Scocca portante con telaio integrato. Una novità per la Range che abbandona il telaio a longheroni ma non dimentica l'alluminio della prima serie e ne utilizza in abbondanza: l'immenso cofano motore è tutto nel pregiato materiale, così come i parafanghi, i cerchi e anche le porte sono interamente in alluminio. Ma la dieta non basta: la Range pesa a vuoto 2.440 chilogrammi, più di due Golf messe insieme.

 COME VA Una volta arrampicatisi (se non si ha avuto l'accortezza di abbassare le sospensioni) fino al posto di guida, la Range infonde una certa qual sensazione di potere. Posizione di guida da cui si può guardare negli occhi l'autista dell'autoarticolato di fianco, opulenza delle finiture, design raffinato, motori dal rombo potente, consolle di comando da astronave... e si diventa primi ufficiali della potente macchina da guerra.

AL VOLANTE

La posizione di guida, verticale ma non troppo, è comoda. Lo schienale del sedile si adatta in inclinazione e forma alla posizione preferita della schiena e il volante si regola elettricamente in altezza e profondità per buone distanze dai comandi. Ciò che è rimasto della vecchia Range è la facilità con cui si indovinano gli ingombri: si passa in stradine che sembrano fatte su misura con grande disinvoltura e il diametro di sterzata di 11,6 metri è quello di una grande berlina. I grandi vetri e gli interni chiari rendono l'abitacolo molto luminoso e accogliente.

NO STRESS

Sterzo leggero in manovra, cambio dolce, sospensioni confortevoli, motori felini, elettronica che aiuta in tutto: con la Range non ci si stressa più di tanto, se non per cercare posteggio. Il peso è ben contenuto dalle sospensioni pneumatiche, la Potemkin danza agilmente anche su strade strette e di montagna, a patto però di non chiederle aplomb se si adotta una guida nervosa su curve e controcurve. Anche la fisica ha un limite, benché la Range si inclini verso l'esterno più di quanto non sembri stando al volante. Il cambio a comando sequenziale aiuta a non affaticare troppo i freni nelle discesone montane o se ci si lascia prendere la mano da un moderato piglio sportivo. Sul comfort acustico le berline con cui si confronta fanno sicuramente meglio, ma i miracoli con gomme e ingombri di quel tipo è difficile farne. In velocità, qualche fruscio aerodinamico non manca.

FUORISTRADA VERO

I puristi storceranno il naso a vedere tutte le diavolerie elettroniche della nuova Range, ma è una fuoristrada vera, con angoli di twist che non hanno nemmeno fuoristrada dure e pure e motricità da limiti fisici. In fuoristrada la Range procede con sicurezza su fondi impegnativi e lancia le sue due tonnellate e mezza su discese da brivido senza paura (con HDC o senza), affronta le scale senza batter ciglio e affonda fino a 50 centimetri nell'acqua senza affogare. Ancora una volta, la facile percezione degli ingombri aiuta a disimpegnarsi anche su piste strette. Le misure classiche da fuoristrada sono di tutto rispetto: 35 gradi l'angolo di attacco, 29,5 quello di uscita e 30 quello di dosso. Certo, se infilate un peso del genere in un mare di fango o di neve fresca, sperate di trovare il solito contadino con un trattore molto potente.

I MOTORI

Certo, il V8 è il vero motore per la Range, ma il serbatoio da 100 litri va riempito frequentemente. Potente quanto il motore di una sportiva di razza, fa accelerare la Range come una sportiva media. Il rombo felino del V8 è poi un gran piacere da ascoltare. Il TD6 è un bel motorone generoso che non fa rimpiangere troppo il V8 nelle prestazioni, agile anche sulle salitone delle strade di montagna. E i 100 litri di gasolio costano meno e durano di più.

Pubblicato da M.A. Corniche, 13/02/2002
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