Ci si deve scandalizzare ancora al pensiero che la Cavallina di Stoccarda beva anche gasolio? No se non si hanno pregiudizi, perché con il motore V6 turbodiesel questa Suv diventa un'auto ancora più pratica e versatile.
VILIPENDIO La scena che vedete nel video della prova della Cayenne Diesel non è una semplice trovata ad effetto. Quel che viene messo in scena è accaduto davvero, solo pochi giorni prima delle riprese. Il quadretto al distributore è più o meno questo: inizia il benzinaio dicendo "Facciamo quella buona, di benzina? Questi motori sono delle bombe e vanno coccolati…" e io rispondo "No, grazie!". Prima che abbia modo di precisare, vengo guardato con sufficienza: "Ah, lei usa la verde normale?". Alla fine, quasi rassegnato, capisce che la macchina va gasolio ma nei suoi occhi leggo un'accusa peggiore: vilipendio alla Cavallina di Stoccarda, in concorso con un tedesco di nome Rudolf Diesel.
RIFIUTO MENTALE Purtroppo va così: nonostante oggi come oggi le vendite delle Cayenne Diesel vadano a gonfie vele, l'idea che una macchina di Zuffenhausen vada a gasolio sembra quasi venga scartata di default dai cervelli di alcuni appassionati. Ma certe posizioni integraliste hanno un senso o sono semplicemente anacronistiche? Per scoprirlo abbiamo fatto una full immersion di una decina di giorni con la Porsche della discordia.
TRE INDIZI La prima impressione è che in cuor loro quelli della Casa non si debbano sentire la coscienza completamente pulita. Neanche si vergognassero un po' di quanto realizzato, non fanno nulla per rendere questa Cayenne riconoscibile a prima vista. La Diesel è identica alla 3.2 V6 a benzina e per scoprire che versione si abbia davanti non resta che aprire il bocchettone di rifornimento, alzare il cofano o dare una sbirciatina alla scala del contagiri. Per una volta tre indizi fanno una prova…
IN PUNTA DI BIELLE Su strada i riflettori sono tutti per il motore, soppesato con la punta del piede e auscultato con attenzione. La "prova stetoscopio" si può dire subito brillantemente superata. Soltanto all'avviamento a freddo il V6 turbodiesel di origine Audi si fa sentire. Dopo pochi secondi, come se si desse una schiarita alla voce, assume un tono pacato e per niente fastidioso, grazie anche all'attento lavoro di insonorizzazione fatto per l'abitacolo.
MR MUSCOLO Il sorriso si apre ancor di più sulla faccia del pilota alle prime accelerate. Con i suoi 550 Nm di coppia, il tre litri teutonico garantisce spunti sempre decisi e si viaggia spediti anche lavorando sull'acceleratore con piede felpato. Grazie alla sua prontezza, maschera benissimo le risposte non sempre fulminee del cambio automatico Tiptronic S, tanto che è improbabile che qualcuno senta mai il bisogno di utilizzare la funzione sequenziale nell'uso quotidiano. Piuttosto, vale la pena di attivare il programmino Sport per l'elettronica di bordo, che mette un po' di fretta alla centralina nella gestione della meccanica e della trasmissione.
QUANTO BASTA In ogni caso il motore fa un figurone ai medi regimi, ai quali sfodera un tiro poderoso: 8,3 secondi nello 0-100 non sono un tempo di valore assoluto ma se si pensa al fatto che la macchina pesa oltre 2,2 tonnellate e che ha una sezione frontale notevole non ci si può certo lamentare di quanto fanno i 240 cv. Al di là degli aridi numeri, su strada si ha sempre l'impressione di avere a disposizione del piede destro una buona riserva di potenza. Soltanto quando la guida si fa sportiva e si francobolla l'acceleratore al pavimento si vorrebbe un po' più di allungo e si rimpiangono i V8 a benzina (meno il V6). Per provare questa sensazione bisogna però essere disposti a rischiare la patente.
FACTOTUM Con simili caratteristiche il V6 turbodiesel calzaa pennello alla Cayenne, esaltandone le doti di versatilità. In variante turbodiesel la Suv della Porsche vede i costi di gestione scendere, con consumi medi reali nell'ordine degli 8-9 km/litro, e veste senza problemi anche i panni della stakanovista d'autostrada. Gira e rigira, solo in città questa Porsche si sente un po' sacrificata, ma non è certo per colpa del motore, quanto per le forme giunoniche della carrozzeria. Le stesse che però si benedicono quando ci si siede come pascià sul sedile posteriore oppure quando si sfrutta la capacità di carico, che va dai 540 ai 1.770 litri.
UN TOCCO IN PIU' Per esaltare le doti di trasformismo della Cayenne Diesel si può scegliere nella lista degli optional le sospensioni a controllo elettronico PASM. Grazie a un pratico comando sul mobiletto centrale consentono al pilota di scegliere tre regolazioni per l'assetto (Comfort, Normal e Sport) e di variare l'altezza da terra con un'escursione totale di ben 11 cm. In questo modo ci si può sollevare fino a 271 mm e si possono sfruttare al meglio le eccellenti doti fuoristradistiche di questa Porsche, che è dotata anche di riduttore. Sul fronte opposto, nel misto preso a passo di fanfara, queste sospensioni garantiscono una grande scorrevolezza e una discreta neutralità. Una certa tendenza ad allargare la linea impostata va messa in preventivo ma la trazione integrale PTM prende la Cayenne per mano e la porta fuori dalle curve in modo rapido e preciso.
I CONTI TORNANO Tirando le somme, storcere il naso di fronte all'idea che questa Porsche viaggi gasolio sembra un controsenso. Se qualcuno avesse pensato di mettere un turbodiesel sulla 911 lo si sarebbe potuto tranquillamente mettere al rogo per eresia ma sulla Cayenne il V6 di Ingolstadt non stona affatto. Forse il blasone sportivo avrebbe meritato qualche cavallo in più ma questa versione nasce pensando al bilancio e non a soddisfare pruriti sportivi. In ogni caso, con un prezzo base nell'orbita dei 60.000 euro è una tra le migliori proposte della sua fascia di mercato.