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L'ultima nata a fregiarsi della gloriosa sigla GT3 è la 991. 475 cv, asse posteriore sterzante e il cambio doppia frizione PDK in luogo del classico manuale hanno rotto gli schemi con il passato.
LA BLASFEMA Ci siamo, il momento che aspettavo da tanto finalmente è arrivato: salire a bordo della 991 GT3 per accomodarmi su quei magnifici sedili in carbonio. Devo confessare che ero emozionato come un bambino la notte di Natale in attesa conoscere l’uomo col pancione e la barba bianca che viaggia sulla slitta. Sul suo conto ne avevo sentite e lette tante. Il passo più lungo di 10 centimetri rispetto alla 997, la larghezza maggiore ma soprattutto l’asse posteriore sterzante e il cambio PDK a doppia frizione come unica scelta possibile. Facevo davvero fatica a concepire una GT3 con l’automatico. Se c’era un’auto che non si era ancora piegata ai capricci tecnologici moderni in nome del piacere di guida più autentico e puro, beh, questa era senza dubbio la GT3. E che dire del motore “Mezger” che ha mantenuto (sino alla 997, ahimè) lo stesso basamento dei motori che trionfarono in una stupenda doppietta a Le Mans 1998? Va beh, basta frignare: è tempo di guidare.
TI SENTI A CASA A bordo ritrovo la Porsche di sempre. Tutto è dove so di poterlo trovare, la fisionomia dell’abitacolo, seppur aggiornata, è rimasta di base la stessa. Questa volta a cambiare paurosamente è il picco di potenza massima. Il 3.8 aspirato scarica a terra la bellezza di 475 cavalli. La spinta è brutale, fulminea e cattiva come ti aspetti da una GT3. Non solo. Posso tirare il collo al sei cilindri boxer sino alla soglia dei 9.000 giri. Il rettilineo del circuito Tazio Nuvolari di Pavia è troppo corto per tentare l’impresa dei 315 orari ma sufficientemente lungo per permettermi di accelerare da 0 100 in 3,5 secondi e toccare i 160, quattro secondi più tardi.
LA SETTIMA SPINGE COME LA QUINTA Devo ammetterlo, più guido la 991 GT3, più me ne innamoro. Il motore è una forza della natura e al minimo, uscendo dalla corsia box, percepisco distintamente il rumore degli ingranaggi della trasmissione, come nelle auto da corsa. Già, proprio la trasmissione: punto nevralgico da cui si potrebbe iniziare una disquisizione senza fine. Ma la verità è che dopo qualche giro di pista capisco il perché di tanti complimenti. Il PDK montato sulla GT3, grazie all’impiego di componenti più leggeri, pesa 2 kg in meno rispetto al PDK standard, inoltre ha subìto una riduzione del 15% della rapportatura, con la settima marcia che è di potenza e non di riposo, e ho detto tutto. Per velocità d’esecuzione e resistenza del paddle al comando, mi ricorda quello di un’auto da corsa. Ogni rapporto entra con una fucilata nella schiena. Tra l’altro, cosa molto gradita, alla Porsche hanno finalmente deciso di invertire i comandi sulla leva centrale. Se per le varie Carrera, Targa o Turbo che siano, tirandola si scala e spingendola in avanti si innestano i rapporti, per la GT3 è esattamente l’opposto proprio come sulle auto da corsa.
DEVI CHIEDERE PER FAVORE Il ritmo sale e il passaggio in pieno rettilineo si sente a qualche chilometro di distanza. Un attimo dopo scoppiettii fragorosi mi riempiono le orecchie. E’ questo, quello che amo di più. La 991 è chirurgica, esegue al millimetro i comandi che le impartisco, senza ritardi e senza sbavature. Il grip è tanto in ogni situazione e, quando le gomme sono belle calde, la motricità è quanto di meglio si possa desiderare; in frenata gli occhi volano fuori dalle orbite e in appoggio non la smuovi nemmeno prendendola a calci. Lo sterzo, rigorosamente rivestito di alcantara, per quanto abbia lasciato per strada il comando idraulico in favore di quello elettrico rimane uno dei migliori in circolazione quanto a feeling e precisione. La 991 dà fiducia, ma devo stare attento a non tirare troppo la corda perché è un attimo perderla. L’elettronica di gestione dei controlli è magnifica è può essere anche esclusa del tutto, ma vi assicuro che non se ne sente la necessità perché i suoi interventi sono davvero limitati allo stretto necessario, segno della bontà della vettura. Devo ammettere che il passo più lungo e le carreggiate larghe hanno modificato in meglio il comportamento stradale della GT3. Ora, quel senso di “galleggiamento del muso” è totalmente scomparso. Continuo a girare senza sosta ma i freni non mostrano il minimo cedimento. Non che la cosa mi stupisca, visto che si parla di Porsche, ma dopo aver tirato pestoni di una certa importanza, un leggero calo fisiologico ci sarebbe potuto stare. E invece… nulla.
BUON SANGUE NON MENTE Sulla strada verso casa ripenso alla giornata appena trascorsa e l’unico pensiero che mi torna in mente è che, ancora una volta, Porsche ha fatto centro. Si, perché è riuscita a cambiare profondamente un’auto mantenendone però inalterato il DNA. Il fatto che sia arrivato il cambio automatico è solo una scelta figlia dei tempi, data dalla costante ricerca del giro veloce, e nulla più. Probabilmente non a tutti piacerà, e posso capirlo, ma alla fine anche io mi sono dovuto ricredere.
Fotografie di Andrea Schiavina e Christoph Cirillo