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In pista una belva, mansueta su strada: botte piena e moglie ubriaca, con la Porsche 911 Turbo. E il boxer da 3.8 litri, sempre pieno e corposo, fa schizzare gli occhi fuori dalle orbite fino alla zona rossa
BASTA IL NOME Capisci subito che c'è qualcosa di strano. Gli occhioni sono quelli delle altre 911, lo sguardo pure. Ma quelle fameliche prese d'aria sul posteriore e l'alettone pronunciato raccontano molto di più: è la storia della Porsche 911 Turbo, 40 anni ditradizione condensati in 4 metri e mezzo. Adesso che sai quello che hai davanti, puoi approfondire.
OSARE Nel 1974, stretti tra la crisi petrolifera e regole economiche fin troppo rigide, in Porsche decisero che bisognava osare: ecco perché al Salone di Parigi dello stesso anno presentarono la 911 Turbo. Un fulmine a ciel sereno, una (fortunata) stirpe che continua ancora oggi. All'epoca c'erano 260 CV, calciati nella schiena solo nell'Olimpo dei giri. Oggi, con la serie 991, ce ne sono fatalmente altrettanti in più.
(BI)TURBAMENTI Numero cilindri (6) e configurazione boxernon si discutono a Zuffenhausen, mai. Le tecnologie, però, migliorano: sulla Porsche 911 Turbo sono arrivati iniezione diretta di benzina, lubrificazione a carter secco integrato e ben due turbine a geometria variabile, collegate in parallelo. E poi l'alzata variabile delle valvole lato aspirazione (VarioCam Plus), pistoni fucinati in alluminio raffreddati con getti d'olio mirati... Tutto questo, tradotto in cifre, fa 520 CV, 0-100 km/h in 3,2 secondi, 315 km/h di punta. Possibili anche grazie alla trazione integrale e al cambio a doppia frizione PDK a 7 rapporti.
TEDESCA PRECISIONE Ma la caratura di una Porsche la misuri provandola, quando capisci che 40 anni di sviluppo non sono passati invano. Perché, al di là delle prestazioni stratosferiche e della straordinaria quantità di gingilli elettronici disponibili (assale posteriore sterzante, supporti motore e aerodinamica attivi) la 911 Turbo è sempre cristallina nel trasmettere input alle vostre terminazioni nervose. In pista è la motricità, devastante in ogni condizione, a stupire. Puoi mettere giù tutti i cv proprio quando ti servono, con un'elettronica che non ti tarpa le ali. Ma che, se ti lasci prendere un po' troppo, può sempre intervenire per rimettere a posto le cose.
EQUILIBRIOPassano le curve e scopri che, con la Turbo, è tutto un equilibrio fra l'ingresso in leggero controsterzo e l'uscita, dove puoi tener giù tutto senza preoccuparti di strane divagazioni della coda. Il peso (1.670 kg) si sente ma è ottimamente dissimulato dai gingilli elettronici di cui sopra, così come da un assetto sostenuto e confezionato su misura. Lo sterzo è puro, il cambio veloce come la luce (specie con il pacchetto Sport Chrono, optional) i freni granitici. Volendo, anche carboceramici, per 9.418 euro. E il boxer da 3.8 litri, sempre pieno e corposo, fa schizzare gli occhi fuori dalle orbite fino alla zona rossa. Bastano una manciata di giri per sentirtela cucita addosso. La sensazione è che andar forte con lei – almeno entro un certo limite – sia alla portata di molti.
W LA MAMMA Poi, quando pensi di aver visto tutto, basta uscire dai cancelli del circuito con la 911 Turbo per ricordarsi dell'intrinseca ed eterna forza di tutte le Porsche: a bassa velocità, appare talmente facile che potrebbe guidarla senza patemi anche vostra mamma. Per semplicità, comfort, adattabilità all'utilizzo quotidiano. Provate un po' a farla salire su una Viper o sulla F-Type, poi ne riparliamo. Il rovescio della medaglia? Forse il sound, non tagliente come ci si aspetterebbe. Sicuramente, i 170.329 euro che sarete costretti a versare nelle casse del concessionario Porsche. Un cifra destinata a salire, con una facilità disarmante, se si attinge alla sterminata lista di optional. Ma l'eccellenza si paga, non siete d'accordo?