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Porsche 911 Carrera


Avatar Redazionale, il 08/03/05

19 anni fa - Dalla city alla pit-lane e ritorno

Con un piede nelle vie dello shopping e l'altro nelle pit-lane delle piste, l'ultima 911 riprova l'alchimia di ricreare un equilibrio divenuto proverbiale. Stavolta, però, l'esclusività non dipende solo dal conto in banca: entra in gioco anche il manico


SAN TOMMASO Quello che vuole che la Porsche 911 sia la sportiva ideale, buona per fare il tempone sul giro la domenica pomeriggio in pista e con cui stare senza affanno in coda il lunedì mattina, è una voce che tiene banco da una trentina d'anni buoni. La nuova serie 997 rispetta questa tradizione? Il primato resta saldo tra le zampe della cavallina di Stoccarda? La risposta a queste domande è annegata tra le righe che seguono ma a prescindere da tutto, c'è una cosa che posso riconoscere da subito: poche altre volte è stato più divertente vestire i panni di San Tommaso!

SENZA PUDORE Le prime cose che traspaiono dalla 997 sono la sua prorompente personalità e il suo fascino, mostrati con l'atteggiamento di chi ha avuto in dono da madre natura un gran fisico e non fa nulla per nasconderlo. L'ultima serie è ben più atletica delle precedenti e ha messo su un bel po' di centimetri nella zona dei passaruota. La carreggiata posteriore appare, ancor più che in passato, più muscolosa di quella anteriore, dando alla 911 una forma quasi a freccia. La Porsche, dopo l'ingresso negli "anta", ha anche recuperato la propria identità. Faro tondo e pochi fronzoli, a riprova del fatto che un trucco leggero può essere il più adatto a valorizzare una bella signora.

ARIA DI CASA Nell'abitacolo si respira un'aria familiare, nonostante il rinnovamento dello scorso anno abbia coinvolto praticamente tutto. Seduta bassa, volante verticale e di buon diametro, chiave di avviamento a sinistra del piantone, quadro strumenti a cinque indicatori circolari: tutti gli indizi parlano chiaro e dicono che tra l'airbag e il guidatore non potrebbe esserci altro stemma che quello di Stoccarda.


INUTILE MENTIRE L'impostazione del posto di guida è esemplare. La pedaliera, il volante e il sedile sono sistemati in modo ottimale e anche chi è affetto da gigantismo ha ben poco da lamentarsi. E' invece difficile che chi viene destinato ai due strapuntini posteriori non protesti. Anche se la Casa parla della 911 come di una 2+2, pare davvero difficile che qualcuno possa davvero accomodarsi dietro. Io (183 cm) non ci sto proprio, ma pure la dolce metà (165 cm) si è rifiutata tassativamente di provare anche solo a fare il giro dell'isolato. Sarebbe invece salita volentieri la figlia di 4 anni e mezzo; peccato che lo spazio disponibile non consenta il corretto montaggio del seggiolino d'ordinanza.

POZZO DEI DESIDERI In sostanza i posti veri sono due, punto e basta. Meglio allora tirare due levette che sembrano le orecchie di Shrek e ribaltare gli schienali, facendo della zona posteriore una dépendance del bagagliaio. Quest'ultimo, ricavato come al solito nella parte anteriore, ha una forma molto particolare, quasi a pozzo. L'imboccatura non è enorme ma la profondità è notevole e pare pronto a fagocitare un paio di borsoni flosci. Dalla sua dieta vanno invece forzatamente escluse le valigie rigide ma è normale che sia così. Poche critiche anche sul fronte finiture: materiali e assemblaggi sono da leccarsi i baffi e solo le alette parasole sembrano finite per sbaglio nella catena di montaggio Porsche dopo la chiusura della Trabant.

GIRO GIRO TONDO Al volante la prima cosa che colpisce è l'incredibile agilità in manovra. La 911 ha un raggio di sterzata ridottissimo e, in barba alla visibilità limitata, si parcheggia con facilità in un fazzoletto. La maneggevolezza resta buona anche con il salire della velocità ed è facile dimenticarsi di avere a portata dello sperone destro la bellezza di 325 cavalli, portando a spasso la Porsche come un'utilitaria qualunque.


FIATO ALLE TROMBE A ricordare che le cose stanno in modo diverso ci pensa prima di tutto la frizione, decisamente duretta, e in seconda battuta il rumore del motore. Alla Porsche hanno addirittura assoldato qualcuno capace di ricreare un sound d'altri tempi, alla faccia delle normative antinquinamento e dei catalizzatori che farebbero da sordina alle trombe della cavalleria. I risultati si vedono, anzi si sentono: la 911 ha un'estensione vocale da standing ovation, con bassi cupi e profondi e acuti squillanti

DR JEKYLL & MR HYDE E non è solo fumo, di arrosto ce n'è a sazietà. Fluida e regolare sin dal minimo, la 911 ha una grinta ai medi eccezionale, al punto che nella guida disimpegnata si possono utilizzare solo le marce pari contando su una spinta sempre omogenea. Dandoci dentro e lavorando di fino con il cambio, davvero ottimo, la Porsche si trasforma e si hanno prestazioni mozzafiato. Per passare da 0 a 100 km/h si impiegano solo 5 cinque secondi e avendo lo spazio e il pelo sullo stomaco necessari si può vedere la lancetta sfondare decisa quota 285 sul tachimetro.

PELLE D'OCA La pelle d'oca è da dare per scontata, ma non è solo per un fatto di numeri. Questa Porsche va maledettamente forte, pure in pista, ma qui è anche una questione di sensazioni: la 911 non è una di quelle auto su cui viene da dire che "sembra di stare fermi". Buona parte del merito (o della colpa, è una questione di punti di vista) va alla particolare struttura, con il motore montato tanto indietro da meritare quasi la definizione di entro-fuoribordo. Manca giusto il piede poppiero con l'elica...


IN PLANATA La differenza di larghezza tra le carreggiate e la distribuzione dei pesi fanno sì che la velocità si senta, eccome. Già in rettilineo, prima ancora che si tocchino i 250, si ha quasi l'impressione che la 911 plani sull'asfalto, una sensazione che non viene meno neppure nei curvoni autostradali. Intendiamoci, ciò non comporta il bisogno di interventi o correzioni particolari ma è innegabile che ci siano rivali anche meno blasonate che danno un'idea di maggior rigore. Forse però è meglio così: i neofiti che osano più del dovuto finiscono col sentirsi a proprio agio come un gatto sull'orlo di una vasca piena d'acqua e sono portati a desistere per tempo.

PRETENDE RISPETTO Nel misto la musica non cambia, tutt'altro. Finché ci si fa aiutare dall'elettronica e complici freni potentissimi, la vita è facile e tutti possono sentirsi padroni della situazione. Innestando la baionetta ed escludendo invece il PSM (Porsche Stability Management, per meno introdotti) la 911 diventa una sportiva che deve essere guidata da mani salde ed esperte. Pestando inopinatamente sull'acceleratore, il muso pare alleggerirsi e puntare deciso verso l'esterno della curva. Solo in un secondo tempo è il posteriore ad allargare con rapidità, richiedendo controsterzi di precisione chirurgica.

MANICI D'ACCIAIO Per arrivare a dare del tu a questa Porsche occorrono dunque una certa sensibilità di guida e un periodo di apprendistato nel quale capire come si deve giocare d'anticipo per mettere le ruote là dove si vuole. La 911 è la sportiva ideale, allora? Ni, ma comunque non per tutti. E non è solo un fatto di soldi.


Pubblicato da Paolo Sardi, 08/03/2005
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