Vi siete mai chiesti a quanta forza G è sottoposto un corpo in un'auto durante un giro di pista? La risposta potrebbe cambiare a seconda dell’auto e... delle curve. Ecco cosa succede a quelle di Melita Toniolo, passeggera di Paolo Andreucci su una Peugeot RCZ R durante un hot lap
LA STRANA COPPIA Vi siete mai chiesti a quanta forza G è sottoposto un corpo all’interno di un’auto in un giro di pista? Certo, la risposta potrebbe cambiare a seconda dell’auto e del corpo ma facciamo così, poniamo che il corpo sia quello di Melita Toniolo e l’auto sia una Peugeot RCZ R, affidatata a Paolo Andreucci, sul circuito Tazio Nuvolari di Cervesina, il nostro “campo prove”. Cosa potrebbe succedere? Di sicuro qualcosa di bello. Dallo sterrato ai cordoli di una pista il salto è notevole ma Andreucci, 8 volte Campione italiano Rally, è a suo agio più che mai. E vorrei vedere, con una ragazza come Melita seduta al suo fianco. “Allora, iniziamo ora che il fondo è ancora umido? Per fare due traversi ci sta!” A questo punto potrei farvi un resoconto di quello che è successo in pista ma lascio che sia il video, molto più esaustivo di mille parole sul tema della forza G in auto, a parlare per me (clicca sopra).
IL PARERE DEL RALLYSTA Tra una ripresa e l’altra però, non mi sono lasciato sfuggire l’occasione di fare due chiacchiere con Paolo per capire cosa ne pensasse della Peugeot RCZ R. “Duecentosettanta cavalli sono tanti e soprattutto si sentono tutti, praticamente è quasi la potenza della mia 208 T16. La grossa differenza”, continua il pilota, “è nella curva di coppia. Abituato 'al tutto e subito' della mia 208, non mi aspettavo tanta cattiveria spalmata fino ai 7.500 giri. Pensa che in fondo al rettilineo, prima della 'staccatona', ho toccato i 190. Il 1.6 turbo ha una grande progressione in tutte le marce, mi ha veramente impressionato, è un gioiello”.
LA GIOIA DEL MANUALE Visto che hai tirato in ballo le marce, fa quasi strano, in un mare di cambi automatici, avere il caro vecchio manuale, vero? “In questo la RCZ è una sportiva vera, come poche altre nella sua categoria. Il 6 marce lavora bene, è preciso e fluido, forse solo un po’ lungo negli innesti ma non si è mai impuntato e - credimi - non ci sono andato troppo per il sottile". E dei freni che mi dici? "Data la conformazione del circuito sono sempre stati chiamati in causa ma devo dire che i dischi dal diametro maggiorato e le grosse pinze anteriori della R, rispetto a quelli della RCZ standard, hanno fatto la differenza.Non si sono surriscaldati più di tanto e, soprattutto, hanno tenuto costante sia la corsa sul pedale sia lo spazio d’arresto. Ho staccato sempre deciso e sono rimasto sempre stabile, anche a ruote sterzate”.
GRAN MACCHINA Qualche punto debole lo avrai pure notato? "Mah, se proprio dovessi cercare qualcosa, ti direi il fatto di non poter escludere del tutto i controlli di sicurezza. Se in strada è bene tenere sempre tutto su ON, tra i cordoli si può osare, e meno male! Tra l’altro, la grande trazione di quest’auto consente di avere un elevato margine di sicurezza. L'assetto, poi, mi ricorda molto quello di una vera auto da corsa e si controlla bene sia in velocità sia in sbandata, grazie a un retrotreno molto sincero che non ti abbandona mai. E’ un peccato che tanto bendidio sia imbrigliato dall’intervento dell’elettronica. Oggi, per esempio, più di una volta ho tirato il freno a mano per fare qualche traverso e l’ABS mi ha dato qualche grattacapo. Per il resto la “Erre” è davvero una gran macchina. Sterzo diretto, gran tenuta, freni potenti e un bel sound che, ad orecchio, mi sembra decisamente più rabbioso rispetto alla versione da 200 cavalli e la cosa non mi dispiace affatto". Senti Paolo ma, detto tra noi, ti è piaciuto far venire i capelli dritti a Melita? “Ma lo sai che più andavo forte più si esaltava…?!”