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Prova

Peugeot RCZ


Avatar Redazionale, il 13/04/10

14 anni fa - Il Leone affila gli artigli e lancia una nuova coupé che punta sulla guidabilità e sul rapporto tra prestazioni e consumi dei suoi motori sovralimentati. Sarà nelle concessionarie da giugno, con prezzi a partire da 27.000 euro.

Il Leone affila gli artigli e lancia una nuova coupé che punta sulla guidabilità e sul rapporto tra prestazioni e consumi dei suoi motori sovralimentati. Sarà nelle concessionarie da giugno, con prezzi a partire da 27.000 euro.

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ALL'ATTACCO In giro ci sarà anche aria di crisi ma alla Peugeot devono essere proprio convinti che la miglior difesa sia l'attacco. Lungi dal farsi immobilizzare dal timore di eventuali flop, negli ultimi tempi quelli del Leone si sono buttati in segmenti da loro prima mai esplorati. La 4007 tra le Suv, la 3008 tra le crossover e la 5008 tra le monovolume compatte sono prove tangibili di questa intraprendenza, senza contare la coraggiosa piccola 1007, con le sue porte scorrevoli. Ora il marchio di Sochaux si spinge ancora più in là e scatta in pressing anche nel campo delle coupé con la nuova RCZ, una sportiva che è anche il primo modello della Casa a rinunciare allo zero o al doppio zero al centro del nome.

GAVETTA La macchina arriva finalmente sul mercato dopo aver fatto la sua brava gavetta da concept e dopo un lento e sapiente strip-tease, che l'ha portata a mostrare dapprima alcuni particolari, quindi la figura intera e da ultimo anche alcuni accessori, utili a far salire le pulsazioni agli appassionati più esigenti. Anche in versione acqua e sapone, comunque, la RCZ non lascia sicuramente indifferenti. Nel passaggio dalle passerelle alla catena di montaggio (allestita in Austria negli stabilimenti Magna Steyr) non è stata sacrificata la grinta del prototipo che, per primi in Europa, avevamo potuto provare già nel dicembre del 2007 (il link al test è qui a destra).

UNA FACCIA, UNA RAZZA La linea evolve - e per certi versi estremizza - i tratti tipici dello stile attuale Peugeot. La faccia è quella di famiglia, con il cofano scollato a V a fare da naso alla Cyrano e la presa d'aria inferiore che fa invece da bocca. Lungo le fiancate, gli occhi si soffermano soprattutto sulle modanature sottoporta che disegnano una specie di gradino e sui parafanghi ben torniti, specie quelli posteriori. La loro forma arrotondata guida lo sguardo verso la coda levigata. Qui spiccano le luci allungate, la doppietta di terminali a canne mozze e il diffusore centrale nero. Resta invece mimetizzato uno spoilerino pronto a sollevarsi automaticamente a 19 e a 34 gradi quando si superano gli 85 e i 155 km/h o azionabile manualmente dal pilota

GOBBEDI CAMMELLO Tutti questi particolari sono il contorno di quello che è indiscutibilmente il piatto forte della RCZ, ovvero il padiglione. Il tetto corre attillato attorno a due massicci montanti in alluminio, con al centro due morbide e sensuali gobbette, disegnate per regalare qualche millimetro in più in altezza agli occupanti dell'abitacolo. Quest' ultimo è definito un po' ottimisticamente 2+2 ma dietro sembra davvero impprobabile che due esseri umani, a prescindere dall'età e dalla stazza, possano resistere a lungo. Interessante è invece la possibilità di ribaltare gli schienali, per fare salire a 760 litri la già ottima capacità di carico standard, che è di 384 litri.

PANCIA A TERRA Questi valori non fanno rimpiangere la 308 berlina, sua sorella a livello di pianale ma rispetto alla quale la RCZ presenta modifiche radicali, che la fanno sembrare ben più acquattata sull'asfalto. Metro alla mano, l'altezza si ferma a 136 cm, mentre la lunghezza aumenta di 30 mm, per un totale di 4.287 mm. Sotto i parafanghi le carreggiate si danno allo stretching: quella anteriore si allarga di 44 mm e quella posteriore mette su 63 mm. L'assetto si abbassa invece di 18 mm all'anteriore e di 19 al posteriore, contribuendo all'abbassamento complessivo del baricentro di 40 mm. Le sospensioni mantengono gli schemi collaudati sulla piattaforma 2 del Gruppo PSA Citroen, tipo McPherson davanti e a traversa deformabile dietro. Triangoli anteriori, snodi e ammortizzatori, giusto per fare degli esempi, hanno comunque una taratura sopecifica.

INCOMINCIA DA DUE E a proposito di versioni, la gamma motori, rispettosa delle norme Euro 5, si compone al lancio (a giugno) di due unità, che sono poi diverse configurazioni del 1.600 THP turbo Twin Scroll abbinate a un cambio manuale a sei marce. La variante più tranquilla – si fa sempre per dire - ha 156 cv a 6.000 giri e240 Nm di coppia stabili tra i 1.400 e i 4.500 giri e ha come prestazioni salienti 217 km/h di punta, 8 secondi netti nello 0-100 e 14,9 km/litro. Quella full power ha invece 200 cv a 5.800 giri e una coppia costante di 275 Nm da 1.700 a 4.500 giri, che permettono di toccare i 237 km/h, dopo essere transitati ai 100 in 7,5 secondi e accontentandosi di un litro ogni 14,5 km.

IN SCIA Nel corso dell'estate la famiglia delle RCZ si completerà con l'arrivo di altre due alternative. Il 1.600 THP da 156 cv sarà declinato anche con trasmissione automatica sequenziale, sempre a sei marce. Il minor stress nella guida si pagherà un po' sul fronte delle prestazioni e dei consumi: in questo caso la scheda tecnica anticipa una velocità massima di 213 km/h, un crono di 8,4 secondi nello 0-100 e una percorrenza media di 13,7 km/litro.

GASOLIO E DINTORNI Dulcis in fundo, arriverà anche una RCZ a gasolio che sarà con ogni probabilità la best-seller del gruppo. Dotata del due litri turbodiesel Hdi Fap da 163 cv a 3.750 giri e da 340 Nm dai 2.000 ai 3.000 giri accoppiato a un cambio manuale a sei marce, raggiunge i 100 km/h dopo 8,2 secondi, allunga fino ai 220 km/h e sorseggia un litro ogni 18,9 km. Più avanti, si dice nel 2012, questo motore potrebbe fare da base per una versione ibrida dotata del sistema Hybrid 4, con un motore elettrico, dunque, a spingere sulle ruote posteriori e a creare una trazione integrale sui generis.

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OPTIONAL A' LA CARTE Quanto infine a prezzi e allestimenti, la RCZ è offerta con un unico livello di equipaggiamento, al quale il cliente può aggiungere poi optional a piacimento pescando da un menù à la carte ricchissimo, facendo della sua Peugeot una fuoriserie… di serie. All'analisi degli accessori abbiamo dedicato addirittura un articolo e a quello rimandiamo per tutti i dettagli (il link è sempre in alto a destra). Qui ricordiamo solo che la dotazione di serie è comunque già molto completa e comprende tra le altre cose il clima automatico bizona, il cruise control, i sensori di parcheggio posteriori, lo stereo, i cerchi in lega da 18", i fendinebbia e il controllo elettronico della stabilità. Volendo ci si può quindi "accontentare" e comprare una RCZ base, staccando un assegno nell'ordine dei 27.000 euro per la 1.600 156 cv manuale, che destinati a diventare 28.000 abbondanti per l'automatica. Per la pepata 200 cv e per la turbodiesel Hdi l'orbita è invece quella dei 30.000 euro.

IL TERZO INCOMODO Il tetto basso e spiovente non deve spaventare. Il posto di guida della RCZ è ampio e accogliente, con centimetri in abbondanza in ogni direzione, anche il altezza. Volendo trovare il proverbiale pelo nell'uovo, si potrebbe criticare la pedaliera, un po' troppo alta dal pavimento, che invita a guidare con il sedile piuttosto indietro. Per fortuna le regolazioni longitudinali della seduta e del volante consentono comunque di trovare una posizione di guida soddisfacente. Non è necessario staccare troppo le spalle dal sedile per azionare i vari comandi, sistemati con ordine su una plancia ben fatta, come sulla 308. Inutile invece dedicare troppe parole agli strapunti posteriori, che offrono una sistemazione solo di fortuna.

NE VALE LA PENA Se si pensa che si è al volante di una coupé, la visibilità è tutto sommato discreta. Non è certo questo il genere di auto cui si può rimproverare una scarsa immediatezza nella percezione degli ingombri nei corpo a corpo dei parcheggi e in ogni caso i sensori danno una bella mano a muoversi in retromarcia senza tanti patemi. Al limite una tiratina d'orecchie si potrebbe dare per la scelta di montanti così in carne per il parabrezza, che tolgono qualche grado di visuale in alcune curve ma è un sacrificio che si paga volentieri, pensando che quel pezzo irrobustisce la struttura e migliora la resa della RCZ nel misto.

LINEE PRECISE Per chi ama la guida sportiva, fatta di traiettorie pennellate e di risposte vivaci all'acceleratore, la scelta ideale è rappresentata dalla RCZ 1.6 THP da 200 cv. Questa versione porta in dote una barra di torsione anteriore più solida e elementi dell'avantreno derivati dalla 407, che rendono la macchina più agile e vivace in fase d'inserimento. Il resto lo fanno le carreggiate oversize e il baricentro basso: la RCZ disegna le curve con il puntiglio di un ingegnere meccanico. Imposta la svolta rapida e senza inerzie, percorrere la linea impostata con un assetto piatto e con una notevole scorrevolezza, accettando di buon grado aperture anticipate dell'acceleratore senza che si manifesti una fastidiosa tendenza a partire per la tangente. Anche le reazioni allo sterzo sono minime e il volante permette al pilota di avere sempre la situazione sotto controllo.

A TUTTA FORZA E dire dire che questa Peugeot avrebbe 200 buoni motivi per allargare la traiettoria. Tanti sono infatti i cavalli che scalpitano sotto il cofano e che fanno sentire la loro spinta a ogni pressione dell'acceleratore. La coppia è generosa sin dai bassi. Accompagnato da una colonna sonora gasante (grazie a un dispositivo chiamato Sound System, dedicato a questa versione), il crescendo è sorprendente. La ripresa è brillante anche in sesta, a bassi regimi, e l'allungo continua fino a circa 7.000 giri. Spingersi così in alto non è però redditizio: meglio mettere mano all'ottimo cambio, passare prima alla marcia più lunga e godersi la gran progressione ai medi.

MATRIMONIO D'INTERESSE Un motore così in palla e con un'erogazione così lineare sarebbe vincente anche nei confronti del turbodiesel Hdi, se non fosse per una questione di consumi. La versione a gasolio ha però costi variabili di gestione più favorevoli, specie per chi ha percorrenze annue importanti, oltre a una presumibile miglior tenuta del valore a livello d'usato. E' quindi normale che molti clienti chiamati a staccare l'assegno si facciano due conti in tasca e si professino seguaci di Rudolf Diesel.

IN SCIOLTEZZA Non si tratta comunque di un gran sacrificio. Cronometro alla mano, la RCZ Hdi resta in scia alla sorella a benzina nelle prove di accelerazione e di ripresa. Da dietro il volante lo scontro appare comunque abbastanza equilibrato e il lieve ritardo è compensato da un comfort leggermente superiore. Anche in questo caso non occorre tirare il collo al motore e vedere i circa 5.000 giri consentiti dal limitatore. Quando si cambia in zona 4.000 il motore ha già dato il meglio di sé e optare per un rapporto più lungo permette di allungare il passo con più naturalezza.

ALL'ALTEZZA DELLA SITUAZIONE Quale che sia la scelta fatta sul fronte dei motori, freni e sterzo si dimopostrano all'altezza della situazione. I primi si dimostrano potenti, ben modulabili e non accusano la fatica neppure se strapazzati a lungo. Il secondo permette al pilota di avere un buon feeling con le ruote e di capire bene cosa stiano facendo in ogni condizione. Anche ad andatura elevata si dimostra consistente tra le mani e per sentilo alleggerirsi un po' ci si deve spingere ben oltre i 200 km/h.


Pubblicato da Paolo Sardi, 13/04/2010
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