Con qualche mese di anticipo rispetto al suo arrivo sul mercato, abbiamo provato la nuova citycar elettrica del Leone. Realizzata sulla base delle Mitsubishi i-Miev, è un vera cittadina modello: non inquina, non fa rumore e fa rimpiangere le rivali a benzina solo per l'autonomia.
BRAVI, BIS Chi fa per sé, si sa, fa per tre. Chi però lascia fare agli altri si può trovare un lavoro bell'e pronto in poco tempo, se ha qualcuno fidato cui rivolgersi. E quelli delGruppo PSA hanno individuato già da tempo in Mitsubishi il partner ideale per certe cose. Se ne sono accorti acquistando tempo fa chiavi in mano la 4007/C-Crosser su base Outlander per sbarcare tra le Suv e oggi, soddisfatti, ritornano a bussare alla porta della Casa dei tre diamanti per sfruttare il know-how giapponese in materia di citycar elettriche.
SECONDA VITA La Peugeot iOn prossima ventura nascerà dunque, assieme alla gemella Citroën C-Zero, da una costola della Mitsubishi i-Miev, versione a batterie della "i", una macchina che con motore termico, purtroppo, non ha mai trovato la via per l'Europa, dove invece avrebbe potuto raccogliere meritato successo. La piccola key car (è questa la categoria delle utilitarie tascabili all'ombra del Sol Levante) giocherà quindi le sue carte nel Vecchio Continente solo adesso, commercializzata - una e trina - con tutti e tre i marchi, in veste più ecologica che mai.
A GOCCIA La sua linea, in fondo, è ancora fresca, moderna e attuale, nonostante abbia ormai sulle spalle qualche primavera. Inoltre si presta bene a indossare le tre insegne diverse senza richiedere molti interventi, con il Leone che trova senza colpo ferire il suo habitat naturale nel frontale a posto dei tre diamanti o del double chevron. Il taglio a goccia dei fari sembra replicato su larga scala dalla fiancata, mentre l'enorme parabrezza è all'ultima moda.
L'APPARENZA INGANNA Con le ruote piazzate ai quattro angoli del pianale, la macchina sembra più grande di quanto non risulti poi metro alla mano. La iOn è infatti lunga solo 348 cm e larga 149, meno di quanto si direbbe anche una volta seduti all'interno dell'abitacolo, in cui lo spazio non manca né davanti né dietro. Il merito di ciò non va solo alla notevole lunghezza del passo (255 cm) o alla grande luminosità garantita dalle superfici vetrate. Il segreto sta nell'indovinata distribuzione degli organi meccanici, che è poi anche il motivo per cui la i rappresenta anche la base ideale per un'evoluzione elettrica. Nella versione a motore termico, infatti, il piccolo turbo da 654 cc è sistemato in posizione posteriore, sotto il piano di carico, e lì finisce anche l'unità elettrica che lo rimpiazza. Il pacchetto delle batterie agli ioni di litio prende invece il posto del serbatoio, al centro, subito sotto il divano.
BIRRA ALLA SPINA Il motore garantisce una potenza massima di ben 64 cv ma, come sempre succede con i motori elettrici, il dato saliente è quello relativo alla coppia massima, che è di 180 Nm disponibili a sin dal minimo. La velocità massima è di 130 km/h e 130 sono anche i km di autonomia dichiarati dalla Casa. Quando le batterie sono a terra, ci si può attaccare a una presa di corrente di rete e ripristinare tutta la carica in circa sei ore. Agganciati a una colonnina di ricarica rapida si raggiunge invece l'80% dell'efficienza in una mezzoretta.
C'E' IL TRUCCO Durante la marcia, le batterie si ricaricano in fase di rilascio ma per aumentare l'autonomia ci sono un paio di "trucchi" a disposizione del pilota. La leva del cambio ha infatti due posizioni che di solito non ci sono con le trasmissioni automatiche classiche, Eco e B, che permettono agli accumulatori una vita più facile e tranquilla. Con la prima si fa lavorare il motore a mezzo servizio, limitando la potenza massima a circa 25 cv e gestendo quindi in modo più oculato la carica. La seconda invece è da utilizzare in discesa e aumenta il freno motore utile a ricaricare le batterie.
A FINE ANNO La iOn è una macchina fatta e finita, già venduta in un migliaio di esemplari in Giappone con il marchio Mitsubishi. Sul mercato arriverà però solo a cavallo della fine dell'anno, a un prezzo ancora da definire. L'orientamento della Peugeot è quello di proporre la iOn in un allestimento molto completo (con di serie tra le altre cose anche l'Esp, i cerchi in lega e il climatizzatore) e con una formula di noleggio, pensata soprattutto per le flotte. In ogni caso, anche i privati potranno acquistare la loro iOn.
ALLA ROVESCIA La iOn concessa in prova è uno dei due soli esemplari esistenti al momento e in pratica è ancora una Mitsubishi i-Miev camuffata, come tradisce la guida a destra, alla giapponese. La macchina definitiva che arriverà sul mercato riprenderà comunque tutto in modo speculare, senza cambiare una virgola dal punto di vista della sostanza. L'abitacolo ha quindi un design curato, anche se un po' troppo sobrio per un'auto di questo genere.
A DIETA Quanto invece alle finiture, tutto pare realizzato con una certa cura. Le plastiche dure e croccanti abbondano e anche le lamiere hanno un'aria leggerina ma la necessità di contenere il più possibile il peso rappresenta un motivo valido per chiudere un occhio sulla cosa, se non tutti e due. Il posto di guida non offre grandi possibilità di regolazione ma calza comunque bene anche a chi è più alto e in carne della media nazionale. Lo spazio abbonda in senso longitudinale e in altezza mentre in larghezza la iOn si dimostra più stretta di una qualsiasi altra citycar occidentale. Quattro adulti viaggiano però sempre comodi, come o addirittura meglio che sulla maggioranza delle concorrenti di dimensioni simili.
POLE POSITION Grande dentro ma piccola fuori, la iOn si muove agile anche in fazzoletto d'asfalto. Complici l'ottima visibilità, il diametro di sterzata da carrello del supermercato e il fisico smilzo sguscia ovunque ed è abbonata alla pole position al semaforo. Capitalizzare la prima fila è poi questione di un attimo. Basta stuzzicare il pedale dell'acceleratore per vedere questa Peugeot lasciarsi alle spalle il resto delle macchine. Già nei primi metri lo spunto è buono ma ciò che più impressiona è la prontezza nelle riprese da velocità medio-basse, con la macchina che sembra proiettata in avanti da una fionda. Con il salire della velocità perde un po' di smalto ma senza soffrire mai di complessi d'inferiorità nei confronti delle utilitarie "normali".
GUSTOLUNGO Chiaramente la guida allegra rischia però di mandare presto in crisi le batterie. La iOn in fondo non fa da tappo nel traffico nemmeno se si guida con piede felpato o se si sceglie di viaggiare con le leva del cambio su Eco, a mezza potenza. Per viaggiare più a lungo possibile il consiglio è di usare il piede destro con delicatezza e di limitare allo stretto indispensabile l'uso dei vari dispositivi elettrici di bordo, visto che anche loro sono alimentati dalle stesse batterie. Agendo in questo modo i 100 km di autonomia reale non sono un miraggio mentre facendo lavorare il condizionatore, lo stereo e i fari e strapazzando l'acceleratore la percorrenza possibile scende drasticamente.
UN TIPO TRANQUILLO D'altro canto, però, la iOn non ha nemmeno il fisico della piccola tuttopepe e si presta malvolentieri a un impiego sportiveggiante. Carreggiate strette, pneumatici esili e un peso concentrato sì in basso ma comunque elevato non invogliano a guidare in modo arrembante. Se si tiene un passo troppo spedito, in ogni caso, questa Peugeot si limita ad allargare le traiettorie facendo capire che insistere non darebbe grandi frutti.
CITTADINA MODELLO Tirando le somme, la iOn è una cittadina modello, che viaggia nel silenzio più assoluto e senza emissioni allo scarico, capace di portare comodamente quattro persone e di farsi parcheggiare in men che non si dica. Mai si ha l'impressione che la presenza di un motore elettrico e delle batterie sia fuoriluogo, con un comportamento esemplare in ogni momento della quotidianità al volante. Certo, resta sempre la spada di Damocle di un'autonomia limitata ma calcolando la vocazione urbana di questa Peugeot, il limite pare più psicologico che reale.