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Peugeot 407 2.7 HDI V6


Avatar Redazionale, il 07/02/08

16 anni fa - Muso da squalo, padiglione da coupé

Muso da squalo, padiglione da coupé e motorone diesel a 6 cilindri. Per macinare chilometri in autostrada e divertirsi tra le curve ha poche rivali. Ecco come viaggiare in business al prezzo dell'economy.

SCELTA DI CAMPO Non si può dire che in Peugeot non abbiano avuto coraggio. A quattro anni dal lancio la 407 continua a sorprendere per le linee fuori dal conservatorismo. Ma tolta la faccia cattiva e le proporzioni dei volumi, tutto il resto, a cominciare dal leoncino sul cofano, sembra rassicurante: dal value for money, alla solidità, alle doti stradali di livello. Con il vestito grigino metallizzato poi sembra un'ammiraglia in incognito. Eppure interni in pelle misto tessuto, cerchi da 18 pollici, cambio automatico-sequenziale e il rumore soffuso del sei cilindri al primo giro di chiave tolgono ogni dubbio: non è la solita berlina media. Ha quasi tutto di serie e supera di poco i 35.000 euro.

USO TIPICO Quale é il cliente tipo di una 407 con allestimento top (Féline) e motore da 2,7 litri a sei cilindri? Forse qualcuno che apprezza la raffinatezza meccanica e anche le prestazioni sopra le righe: 204 cavalli e 8,5 secondi nello 0-100 regalano emozioni quasi sportive. Ma anche qualcuno che vuole viaggiare in prima classe senza farsi notare troppo. Investendo una cifra che - con la concorrenza più nobile - non è sufficiente per entrare nel mondo vellutato dei sei cilindri. Il tempo di imboccare l'autostrada per il primo casello-casello è l'occasione di testare icomandi al volante dell'hi-fi (in realtà nascosti nel satellite dietro la corona) e il regolatore di velocità. I disturbi acustici, aerodinamici o meccanici sono filtrati e ridotti al minimo, come pure il rotolamento dei gommoni.

Sì, VIAGGIARE Nel tempo abbiamo apprezzato anche il contorno. Optional utili nei lunghi trasferimenti autostradali come il bracciolone regolabile pure in posizione rialzata per soluzioni da sofà. I tergi automatici, che insieme a freni sempre pronti e buona visibilità tengono compagnia e regalano confidenza da subito. Punto a favore le sedute a regolazione elettrica di guidatore e passeggero: ampie e ben conformate, con un giusto mix tra le tavolozze tedesche e le ex-morbidità francesi. Dopo una tirata da sei ore filate siamo usciti riposati. Il telefonino che volava sempre via alla prima curva ci ricordava la mancanza di pratici vani portatutto.

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GIUSTO MIX Durante la convivenza, sempre alla ricerca della giusta interpretazione Peugeot, abbiamo alternato un buon 70% di autostrada - habitat naturale - con il traffico cittadino, dove la 407 si muove comunque agile. Solo nei parcheggi disagiati il lunotto da coupè chiede dazio e senza sensori ci si troverebbe perduti. Complici pure gli specchi non troppo generosi. Avendo tempo per distrarsi cade l'occhio sul display per hi-fi e computer di bordo: manca infatti il navigatore, particolare stridente in un salotto magari poco scenografico ma di buon materiale: niente scricchiolii neppure salendo sui marciapiedi di traverso.

MANGIA LE CURVE Quello che toglie all'apparenza la 407 lo rende tra le curve. Se sul dritto il motorone ronfa sornione, frustando i cavalli - sul corto e sul veloce - non ci sono pendenze che tengano: la coppia sovrabbondante regala sensazioni da fionda. Col cambio automatico come col sequenziale. Salendo con i giri invece ci si aspetterebbe qualcosa di più: meglio snocciolare le marce con rapida sequenza. Pure le reazioni sullo sterzo sono contenute, mentre le doti telaistiche si fanno valere coninserimenti veloci, appoggi sicuri e poco sottosterzo. Specialmente optando per la taratura sportiva delle sospensioni - ma anche in posizione "standard" l'assetto è consistente e rende l'auto reattiva e rigida, come ci si aspetterebbe da una coupé.

PROVA DI NATALE La panchetta posteriore è comoda, ma lo spazio non abbonda per le gambe e neppure all'altezza del padiglione. Stesso discorso per il bagagliaio: capienza nella media e bocca d'apertura poco incline ad accogliere i comò della nonna. Tutti particolari su cui oramai le Case (e i clienti?) non si soffermano più di tanto. In ottica di segmentazione del target chi vuole fare i grandi traslochi opterà per la Station. Mentre diventano importanti le sensazioni, di classe premium reale e percepita: le maniglie sulle porte ad esempio sono curate e con ritorno morbido, proprio come sulle ammiraglie tedesche.

SIGNOR PEUGEOT? Manca solo un po' di "scena". Se cercate un'auto che faccia fare il capannello fuori dal Bar come dal Golf club qui non ci siamo. Se invece volete spendere bene i vostri soldi, viaggiare tanto arrivando riposati e se siete nell'umore di non cedere la strada neppure alla sportiva lampeggiante nello specchietto questa è la vostra auto. Attenzione solo ai consumi, anche se beve gasolio giocando con l'acceleratore non si superano i 10 km/litro. Ma quando siamo tornati a guidare auto normali abbiamo sentito subito la mancanza di una "prima classe" poco ostentata.


Pubblicato da Luca Pezzoni, 07/02/2008
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