Che serva una prima o una seconda auto in famiglia, la Peugeot 208 1.2 VTi può comunque essere una scelta interessante: è agile ma si comporta bene anche da-casello-a-casello
FACTOTUM Tra tutti i componenti della redazione, io sono senza dubbio quello che ha usato meno la Peugeot 208 1.2 VTi durante il periodo il cui è stata affidata a MotorBox. Un po’ è colpa mia: dire “Iniziate a farci un giro voi, io l’ho già provata alla presentazione!” e vederla sparire è stato un tutt’uno. D’altro canto che la francesina avesse le carte in regola per piacere lo sapevo bene. Se dovessi dire in estrema sintesi qual è il suo pregio principale non avrei molti dubbi e indicherei la versatilità: lunga meno di quattro metri (396 cm, per l’esattezza) eppure ben abitabile, ha le carte in regola per vestire indifferentemente i panni di prima o di seconda macchina in una famiglia, a patto chiaramente che non le si chieda di fare trasporti eccezionali.
JOLLY Per adattarla a questo o a quel ruolo non c’è che scegliere bene nell’ampia gamma dei motori ma per i miei gusti personali il 1.200 VTi a benzina può rappresentare un bel jolly: permette di tenere basso il costo d’acquisto iniziale, beve poco, è vivace quanto basta e non è ruvido come altri tre cilindri in circolazione. Il resto lo fa un assetto indovinato, come molti altri proposti ultimamente da quelli del Leone (e mi riferisco per esempio a quello della cugina 2008). Le sospensioni hanno infatti una taratura furba e digeriscono abbastanza bene buche e avvallamenti, senza lasciare che la carrozzeria ciondoli a destra e a manca quando ci si fa prendere la mano nel misto. Merito anche della dieta ferrea cui è stata sottoposta la Peugeot 208, più leggera e agile della sua antenata 207.