6 mesi di convivenza in redazione e tanti motivi per volerle bene: la Peugeot 208 forse non eccelle in qualche settore particolare ma riesce bene in molti ambiti
TOCCA ANCHE A ME? Quando un’auto in prova rimane per un periodo abbastanza lungo, nell’ordine di qualche mese, finisce per diventare un po’ la bicicletta del villaggio, nel senso buono del termine. In sostanza chi in redazione, per esigenze lavorative o personali, ha bisogno di un’auto la prende, senza farsi troppi problemi. E così è andata con la Peugeot 208: tante volte la mia scelta è ricaduta quasi automaticamente su di lei.
GLI SPILUNGONI STANNO BENE La cosa che inizialmente sembra strana della Peugeot 208 è la posizione in sella… pardon, lapsus motociclistico, la posizione di guida. Alcuni hanno mostrato il loro disappunto per la strumentazione così alta rispetto al volante, piuttosto basso: ai fantini impedisce la visuale del contachilometri, o almeno della sua prima parte. Per me è stato il contrario: dall’alto del mio metro e novanta l’impressione è stata tutt’altro che negativa. Si ha la sensazione di rimanere vagamente appollaiati, con il volante sempre un po’ troppo basso e orizzontale, ma tutto sommato, per me che ho le misure da cestista, la triangolazione sedile-volante-strumentazione è azzeccata.
VOLANTINO-INO Rispetto alla solita city-car, sulla Peugeot 208non mi trovo a guidare con i due grossi anelli della strumentazione sotto il mento ma riesco a incrociarli a dovere guardando la strada. Sembra scontato ma all’atto pratico permette di non abbassare la guardia praticamente mai, guadagnandosi un punto a favore sulla sicurezza. E ciò non fa mai male. Il volante, da parte sua, mi piace per le sue dimensioni raccolte, perché muovi meno le braccia e in pochi movimenti giri su te stesso, cosa che fa molto go-kart.