Chi ha detto che una monovolume non possa essere anche piacevole da guidare? A smentire la teoria provvede la Opel Zafira Tourer 2.0 CDTI
COLPO DI FULMINE Era il 1999 quando mia moglie rimase stregata dall’ingegner Schmidt. No, non intendo stregata in quel senso (oddio, almeno spero…); intendo dire affascinata dalle sue idee. Ora immagino vi starete chiedendo a quale ingegnere mi riferisca… Ma sì, dai: quello della pubblicità della prima Opel Zafira, quello a cui i vertici della Casa avevano chiesto di progettare una monovolume di medie dimensioni campionessa di versatilità. E lui - stando allo spot - cosa s’inventò per far colpo (anche su mia moglie)? Il sistema Flex7, con una terza fila composta da due sedili a scomparsa nel piano di carico, abbinati a un divano in seconda fila frazionato e scorrevole: in altre parole, il massimo della versatilità per quei tempi.
CIAO DARWIN Tanto bastò a convincere la mia signora a staccare l’assegno e a portarsi a casa uno dei primi esemplari 1.800 a benzina. Quella Zafira rimase poi in famiglia per cinque anni (senza brillare mai per affidabilità…) e quindi potrete facilmente immaginare quanto io fossi curioso di provare a convivere un po’ con l’ultima generazione della Opel Zafira Tourer per capire proprio nell’uso day by day in quale direzione sia andata l’evoluzione del modello.
DI BENE IN MEGLIO Ebbene, devo dire che ho trovato la Opel Zafira Tourer 2.0 CDTI in prova molto furba. Straconfermata la terza fila a scomparsa (che a onore del vero, sulla Zafira di casa fu usata giusto due volte di numero e che ancora oggi rappresenta più che altro una sorta di soluzione di fortuna), i passi avanti più importanti li ho visti soprattutto nella zona più frequentata dell’abitacolo ovvero nelle prime due file. Qui si nota anche bene lo sforzo fatto dai tecnici per capitalizzare l’aumento delle dimensioni esterne (la Zafira Tourer è lunga 466 cm, 34 più della sua antenata) e del passo (pari a ben 276 cm).
VIAGGIO NELLO SPAZIOIl cavallo di battaglia della Opel Zafira Tourer è senza dubbio la flessibilità della zona centrale. Dei tre sedili che compongono la seconda fila, quello al centro può ripiegare lo schienale in avanti e quindi vedere lo schienale trasformarsi in un bracciolo per i due occupanti dei posti laterali, che possono anche far scorrere verso il centro i loro sedili per stare un po’ più larghi. Se a tutto questo si aggiunge il fatto che la fila centrale ha un’escursione complessiva di ben 28 cm grazie al sistema Lounge Seating, si capisce bene che, a differenza di quanto accade sugli aerei, qui la business class non è davanti. E chi viaggia in questa business non è certo soggetto a restrizioni in fatto di bagaglio: con cinque passeggeri a bordo, il volume di carico può arrivare fino a 718 litri. Qui il problema non è trovare lo spazio per la roba, quanto piuttosto tenerla ferma e lo stesso vale a maggior ragione quando a bordo si è in due e lo spazio che si può riempire sale a 1.860 litri.
IL POZZO DI SAN PATRIZIO Se chi sta dietro è trattato in guanti bianchi, nemmeno il pilota e il suo secondo hanno di che lamentarsi, a partire dal fatto che sono ospitati su sedili ortopedici che offrono un ottimo compromesso tra comfort anche nei lunghi viaggi e sostegno nella guida. Nella zona anteriore colpisce anche la grande quantità di vani portaoggetti a disposizione. Molto funzionale è in particolare la zona del tunnel centrale, con il sistema FlexConsole a tenere banco, con il bracciolo centrale scorrevole e un gavone che sembra il pozzo di San Patrizio. Una nota stonata viene invece dalle finiture, talvolta un po’ economiche, che lasciano spazio anche a qualche scricchiolio sullo sconnesso.
SOTTO VETRO Sulla Opel Zafira Tourer un altro effetto speciale lo regala il parabrezza panoramico, che si estende fin sopra le teste dei passeggeri anteriori. Questa soluzione è spettacolare quando si viaggia immersi nella natura o su strade di montagna ma personalmente preferisco tenere abbassata la tendina parasole, al riparo dalla luce eccessiva e per concentrarmi meglio nella guida.
BEN PIANTATA Già la guida… Quando si parla della Opel Zafira Tourer il comportamento stradale non passa certo in secondo piano come accade con altre monovolume tutte casa e lavoro, specie se si tratta di un esemplare dotato di sospensioni regolabili FlexRide. Anche qui la svolta rispetto alla pur onesta Zafira di prima generazione è epocale. Ok, massa e misure sono aumentate ma lo stretching ha riguardato anche le carreggiate e ora la macchina è davvero ben piantata ai sulla strada.
UNA E TRINA Se si seleziona l’assetto Sport, in particolare, ci si può permettere il lusso di prendere i curvoni autostradali a velocità sorprendenti per auto di questa categoria, avendo sempre la situazione sotto controllo e potendo fare correzioni in modo intuitivo ed efficace. Chiaramente, una volta passato il prurito al piede destro, si può tornare alla regolazione Standard o, se si vuole viaggiare ancor più in panciolle, selezionare Tour, contando su una taratura ancora un po’ più soffice.
IN MEDIO STAT VIRTUS Neanche a dirlo, il massimo per sfruttare a 360 gradi una macchina come la Opel Zafira Tourer è il motore turbodiesel due litri, che la Casa di Rüsselsheim propone in tre diversi livelli di potenza: 110, 130 e 150 cv. L’antico adagio latino secondo cui “in medio stat virtus” funziona anche questa volta, visto che la versione con potenza intermedia è quella che mette d’accordo più o meno tutti. Leggermente rumoroso a freddo e comunque meno rotondo della miglior concorrenza, se la cava comunque bene in ogni frangente, assicurando un buon tiro ai bassi e discrete capacità d’allungo. Quanto ai consumi reali, mediamente si attesta su percorrenze superiori ai 14 km/litro, un dato soddisfacente vista la cilindrata e la stazza della Zafira.