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Prova su strada

Opel Meriva 1.7 CDTI


Avatar Redazionale, il 11/11/03

21 anni fa -

Meglio tardi che mai direbbe il saggio. E saggia, è stata la Opel che proprio nel momento del sorpasso storico dei motori diesel su quelli a benzina ha completato la gamma della sua monovolume compatta con un moderno common rail a gasolio.

COM’E’ Più corta di 27cm rispetto alla Zafira (4,04m contro 4,32) e con solo cinque posti invece dei sette della sorella maggiore: le differenze in famiglia sono quasi tutte lì, nelle dimensioni e nel numero dei posti. Perché ai cinque passeggeri la Meriva offre altrettanto spazio interno, soprattutto in lunghezza, buon comfort e ottima qualità costruttiva. A un prezzo che meriterebbe più di un pensierino se non ci dovessero essere particolari esigenze a favore della più grande. Un esempio: la Meriva più economica (la 1.6 benzina) non arriva a 15 mila euro, mentre per la Zafira della stessa classe ci vogliono quasi cinque mila euro in più. Mica pochi.

DNA TEDESCO Lo stile è sì differente ma senza grandi picchi di originalità, come vuole la scuola tedesca e Opel in particolare. Una linea familiare, sobria, che non dà nell’occhio, ma non per questo banale. Lo stile tondeggiante ammorbidisce la vista d’insieme e allo stesso tempo tratteggia una linea che promette di durare a lungo senza stancare gli occhi. E quindi senza costringere la Casa a intervenire quanto prima con restyling profondi, che se da un lato ringiovaniscono il look dall’altro abbattono drasticamente il valore dell’usato.

FLEXSPACE Non c’è il geniale sistema a scomparsa dei sedili che rende la flessibilità della Zafira inimitabile, ma anche la Meriva non scherza. Qui c’è il sistema FlexSpace a fare la differenza. Un congegno originalissimo che consente di riconfigurare gli interni senza smontare o togliere nessun sedile dall’abitacolo. In pratica, con due semplici operazioni si può passare da una configurazione a cinque posti a una a quattro, oppure a tre o a due, per sfruttare al meglio tutto il pianale di carico. A richiesta, anche il sedile anteriore può essere ripiegabile in avanti. 

DUEMILA LITRI Di tanta versatilità si avvantaggia anche il bagagliaio, che con i cinque sedili alzati offre una capacità di carico tra i 350 ai 560 litri in funzione della loro posizione più o meno spostata all’indietro. In caso di bisogno la Meriva può però ingoiare fino a 1410 litri di masserizie più o meno ingombranti. E ripiegando in avanti il sedile del passeggero anteriore, si possono stivare oggetti lunghi fino a 2,40 metri, per una capacità complessiva di oltre 2.000 litri.

VEDO, NON VEDO Altro esempio di scuola tedesca, tutta ordine e praticità, è lo scomparto porta-oggetti di 60 litri ricavato sotto il piano del bagagliaio, dove sistemare con ordine i piccoli oggetti evitando che vaghino pericolosamente nell'abitacolo.

MOTORI Quattro i motori, due Ecotec a benzina [un 1.600 da 101 CV (74 kW) ed un 1.800 da 125 CV (92 kW)] e due turbodiesel Ecotec: il noto 1.7 DTI da 75 CV (55 kW) ed il nuovissimo 1.7 CDTI da 101 CV (74 kW) ad iniezione diretta common-rail. I due a benzina e quest’ultimo turbodiesel sono tutti omologati Euro 4.

DI TUTTO UN PO' Ampia la possibilità di personalizzazione della vettura. Si inizia con due allestimenti base (Enjoy e Cosmo) e si prosegue con sette pacchetti di accessori più altri tre pacchetti pensati appositamente per gli appassionati di bicicletta e sci, e per chi possiede un cane. Oltre al dispositivo Twin Audio (un modulo che rende possibile a chi sta dietro intervenire nella scelta dei canali radio e regolarne il volume) e al Travel Assistant multifunzionale (il computer di bordo), la Meriva può montare il sistema DVD “AutoVision”, apparecchi HiFi con navigatore satellitare e telefono GSM, fari allo xenon, Parkpilot (per le manovre in retromarcia) e due tetti apribili in vetro (quello posteriore solo inclinabile).

SICUREZZA Quanto alla sicurezza sono disponibili di serie sospensioni a geometria DSA (Dynamic Safety), ABS, quattro freni a disco (anteriori ventilati), ripartitore elettronico di frenata (EBD) e assistenza alla frenata, controllo elettronico della trazione TC Plus (di serie solo sulla 1.8 Ecotec e 1.7 CDTI Ecotec) e controllo elettronico della tenuta di strada ESP (tranne che sulla 1.7DTI). A questi vanno aggiunti airbag full-size frontali e laterali, cinque poggiatesta regolabili, cinture di sicurezza a tre punti, pretensionatori anteriori, pedaliera sganciabile e due attacchi ISOFIX per seggiolini di sicurezza per bambini sui sedili posteriori esterni. Gli airbag full-size a tendina possono essere ordinati in combinazione con i poggiatesta anteriori attivi.

COME VA Interni curati, belle plastiche scure, tessuti di qualità e una plancia semplice e razionale danno subito una piacevole sensazione di qualità e robustezza. La seduta alta consente di avere una buona visione della strada, ma la posizione arretrata dei montanti anteriori compromette un pochino la visibilità nelle curve. I sedili sono ampi e comodi, anche se si nota una discreta rigidità nello schienale, tipica delle vetture made in Germany. Facile comunque trovare la giusta posizione di guida nonostante il volante sia regolabile solo in altezza.

IN QUATTRO E' MEGLIO Dietro c’è molto spazio per le gambe e anche le persone di altezza sopra la media viaggiano con insolita comodità. Nella Meriva si viaggia in cinque, ma chi siede nel sedile centrale posteriore se non è di età inferiore ai 14 anni deve sacrificarsi un po’ a causa delle dimensioni ridotte. Molto meglio in quattro, con la possibilità di sfruttare quella genialata del FlexSpace, il sistema di ripiegamento e scomparsa dei sedili.

SPALLE LARGHE Una volta capito come funziona, bastano pochi movimenti per far scomparire il sedile centrale, ribaltarlo e disporre di due poltroncine separate anche dietro. Non che queste diventino più comode di prima, ma facendole scorrere lateralmente verso il centro della vettura si guadagna spazio per le spalle. Sempre meglio di niente. Pagando un surplus, si può ribaltare in avanti anche la spalliera del sedile anteriore destro, trasformandolo in poggiapiedi e consentire a chi sta dietro di stendere le gambe come su una limousine.

Meno pratica la posizione del cambio, sistemato sul tunnel centrale e non alla base della consolle come sulle ultime novità del segmento (Fiat Idea, Renault Scenic II). Questa abbinata alla posizione un po’ rialzata del sedile, non aiuta certo a eliminare del tutto l’effetto furgoncino che incombe sempre sulle monovolume.

1.7 CDTI Il nuovo motore common rail sviluppato dalla Opel sulla base del diesel Isuzu (niente a che vedere quindi con la nuova generazione di motori Multi-Injection costruiti in comune con la Fiat – che li chiama Multijet) non ama molto il traffico cittadino. Sotto i 1800 giri è un po’ pigro nel riprendere vigore e al pilota non resta che usare con frequenza il cambio.

OLTRE DUEMILA Per apprezzare la Meriva si devono superare i 2000 giri. Qui la vettura cambia carattere e si fa apprezzare anche nella guida più sportiva. Va tenuta su di giri, insomma, e allora regala soddisfazioni. A scapito dei consumi ovviamente. Che invece sono ridottissimi se si guida senza forzare. Si parla di una percorrenza media di poco inferiore ai 20 chilometri per litro di gasolio. Un bel risultato per una monovolume, anche se compatta.

RUMORS Quanto a prestazioni, i 178 i km/h di velocità massima sono più che adeguati all’uso che se ne dovrebbe fare della Meriva, auto da famiglia tutta praticità e comfort. Anche in accelerazione siamo a livelli di punta, con 13, 5 secondi nel 0-100 km/h. Un po’ meno al top è invece il livello di rumorosità all’interno. Fino a 120 km/h siamo nei limiti della buona creanza, con un rumore di rotolamento che entra nell’abitacolo senza impedire la convivialità tra gli ospiti. Oltre questo limite il rumore si fa più invadente, con l’aggiunta di fruscii aerodinamici e rumorosità più evidenti provenienti dal motore.

RIGIDITA' La Meriva resta tuttavia una vettura agile da guidare, molto adatta anche per l'uso cittadino, facilitata da uno sterzo leggero, da un diametro di sterzata da utilitaria (10,9 metri) e da sospensioni rigide che magari sullo sconnesso provocano qualche sobbalzo di troppo, ma che si traducono in maggiore stabilità nel misto. La Meriva sembra sempre ben incollata al terreno, stabile e sicura, e il sottosterzo congenito è facilmente controllabile. Così come tutti i 101 cavalli del motore.


Pubblicato da Gilberto Milano, 11/11/2003
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