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A dieci anni di distanza dall'Almera, Nissan torna nel segmento C con la Pulsar. Due motori, benzina o diesel per una sola configurazione, quella a 5 porte. Con prezzi a partire da 17.900 euro, la Pulsar affila le armi nella lotta contro le best seller di categoria
I SOGNI NEL CASSETTO Da dove comincio con la Nissan Pulsar? Potrei esordire dal nome, dicendovi che, in casa Nissan, non è nuovo e che la precedente Almera (giusto per citare la sua antenata più prossima) in altri mercati era nota con il nome di Pulsar. Potrei anche dirvi che proprio dalla Almera, che da noi non fece mai grossi volumi di vendita, sono passati circa dieci anni. Già, dieci anni in cui il costruttore dagli occhi a mandorla è rimasto lontano da uno dei segmenti (quello C) che, a suo modo di vedere, risulta fondamentale se si ha nelle intenzioni quella di diventare il primo costruttore in Europa. Un obiettivo, questo, che a quanto pare non è perseguibile con la sola Qashqai ma che deve poter contare anche su un altro modello in gamma. E’ con queste intenzioni che è nata la nuova Nissan Pulsar, che va ad inserirsi in una fetta di mercato dai grossi numeri, o per lo meno lo sperano visto che da ultima arrivata deve fari i conti con la Golf, l’Alfa Romeo Giulietta, la Ford Focus o la Toyota Auris, solo per citare le più vendute in Italia. La Pulsar, dicono alla Nissan, è prodotta nello stabilimento di Barcellona per venire incontro alle esigenze degli automobilisti europei. Ma allora quali sono le frecce nel suo arco per sottrarre clienti alla best seller della categoria?
QASHQAI DA STRADA Iniziamo dalla linea, il più delle volte fattore preponderante (almeno per noi italiani) nella scelta dell’auto. La Pulsar, pur richiamando da vicino i tratti distintivi delle ultime Nissan (leggi tra le righe Qashqai) non brilla quanto a personalità. I volumi sono certamente equilibrati (eccezion fatta per lo sportello del carburante da cui se ne ricaverebbero due di misura normale) e, a mio parere, la parte più riuscita è quella frontale, massiccia e ben proporzionata, per certi versi anche sportiva. Se la fiancata conferma questa sensazione con una profonda nervatura che sale verso i finestrini posteriori, altrettanto non si può dire della coda, la parte meno originale della vettura. Questione di gusti, sia chiaro, ma bisogna pur tenerne conto.
PAROLA D’ORDINE: SPAZIO Un discorso analogo si potrebbe fare anche per gli interni, nel più classico stile di Casa Nissan. Più che per l’aspetto, un po’ serioso, colpiscono per lo spazio, notevole in qualunque direzione. C’è tanta “aria” sopra le teste di chi è seduto davanti ma anche, e qui la Pulsar fa la differenza con la concorrenza, per chi si accomoda sul divano posteriore. Non solo, anche lo spazio utile per le gambe è ben oltre la media della categoria. Giusto per dare due numeri, sappiate che tra il divano e lo schienale dei sedili anteriori, a seconda che portiate completamente indietro o tutto in avanti il sedile, passano dai 25 ai 50 centimetri circa. Insomma ce n’è abbastanza per accavallare le gambe senza contorsioni impossibili, ragazze tenetelo a mente. Il trucco? Un passo da record, ben 2.700 millimetri, ne fanno uno dei più lunghi della categoria. L’unico neo viene dal bagagliaio. A non convincermi del tutto, non è stata la capienza (da 385 a 1.395 litri) quanto la forma che, causa passaruota generosi, perde in sfruttabilità. Anche la soglia di carico oltre i 70 cm da terra non facilita le operazioni il carico.
METTIAMO LE COSE IN CHIARO Tornado al posto guida, la prima impressione che ho avuto è stata quella di conoscere la Pulsar da sempre. Tutti i comandi sono a portata di mano, il quadro strumenti è di facilissima lettura grazie ai due grossi quadranti circolari, coadiuvati dallo schermo da 5 pollici TFT e dall’illuminazione color ghiaccio che non stanca nelle lunghe percorrenze. Anche la plancia fa dell’ordine il suo punto di forza. E’ vero, forse un po’ in controtendenza con i competitor che stanno optando per misure oversize, Nissan rimane fedele ai suoi 5,8 pollici del sistema multimediale NissanConnect al centro della plancia, che al touchscreen unisce la possibilità di collegare lo smartphone per avere accesso alle più famose applicazioni (Facebook, Trip Advisor, Eurosports etc), oltre alle ormai note funzioni di navi e radio. Ma non è finita qui perché, se parliamo di Nissan, allora bisogna citare anche l’Around View Monitor (che permette una visuale a 360° della vettura) e il Moving Object Detection per la rilevazione di oggetti in movimento dietro l’auto.
LA SICUREZZA PRIMA DI TUTTO In nome della sicurezza la Nissan Pulsar fa tesoro di tecnologie di primo livello in ausilio alla guida. Il Safety Shield (disponibile solo per Acenta e Tekna) comprende l'avviso del cambio involontario di corsia e il sistema di copertura dell'angolo cieco. Ci sono poi il radar anti tamponamento, la frenata d'emergenza e l'Active Trace Control che funziona da differenziale autobloccante. Luci anabbaglianti a Led chiudono un quadro decisamente ricco. La versione di riferimento per il mercato italiano sarà la Pulsar con il 1.5 dCi da 110 cv Acenta con il cambio manuale, venduta a partire dal prossimo 3 ottobre a 22.000 euro. Con 2.000 euro in meno si potrà avere la 1.2 DIG-T a benzina da 115 cv, seconda e ultima motorizzazione in gamma. Tre come di consueto le versioni: Visia (base), Acenta come detto e Tekna la più ricca per un ventaglio di prezzi che va dai 17.900 euro della 1.2 in allestimento Visia ai 24.350 Euro per la diesel nell’allestimento più completo.
VECCHIA CONOSCENZA Il quattro cilindri 1.5 dCi turbodiesel da 110 cv della Nissan Pulsar (di origine Renault) è un motore che mi è sempre piaciuto, lo confesso. Provato su diverse auto con diversi tipi di carrozzeria, mi ha sempre sorpreso per il suo carattere brillante (in rapporto alla cilindrata ovviamente) pronto in tutto l'arco di utilizzo, tra i 1.000 e i 4.000 giri, ma allo stesso tempo parco nei consumi come pochi altri. Ma se il 1.5 dCi è una vecchia conoscenza, la guida della nuova Nissan Pulsar è tutta da scoprire. Sull’asfalto ben tenuto delle strade catalane la compatta mi sorprende per fluidità e scorrevolezza.
TAPPETO VOLANTE La Pulsar ha la grande dote di mettere subito a proprio agio chi la guida. E’ facile e soprattutto familiare come una vecchia amica. Un tratto di svariati chilometri di autostrada mi fa apprezzare la grande silenziosità di marcia. Il motore gira a poco più di 2.000 giri e in abitacolo regna la quiete assoluta. Curata anche l'aerodinamica con fruscii dagli specchietti e dal parabrezza che si percepiscono appena. Dopo poco, lo scenario cambia e iniziano le curve, terreno di prova per sterzo e sospensioni. Lo sterzo è abbastanza preciso e offre una buona percezione della strada e di ciò che accade sotto le gomme. Le curve si susseguono ma non avverto un coricamento laterale così eccessivo (nonostante la Pulsar non sia poi così bassa da terra) da scompensare l’assetto, anzi. La Pulsar è sicura e neutrale da digerire percorrenze in curva ben superiori a quelli che possono essere i desideri del buon padre di famiglia. Freni sempre pronti a mordere e un cambio più che valido per il tipo di auto fanno il resto.
VAI DI TURBO Arrivato in città la berlina giapponese si muove senza difficoltà grazie alla vivacità del motore, alle sospensioni ben tarate che mandano giù buona parte delle sconnessioni senza battere ciglio e ai sensori di parcheggio (utilissimi in quanto dietro in effetti si vede poco). Quanto al piccolo 1. 2 DIG-T benzina già visto su Qashqai e Clio, sa regalare quel tocco sportivo che al diesel manca. Volendo allunga sino a quota 6.000 giri oppure sonnecchia a 130 orari in sesta poco sopra i 2.000 giri. In tutti i casi si rivela ancora più silente del Diesel, regalando un relax a bordo superiore. Per finire, capitolo consumi. Ottimi con entrambe le motorizzazioni tanto che non sono mai andato oltre i 5,2 litri per cento chilometri con il diesel 1.5 così come sono rimasto sempre entro i 7,5 litri per cento chilometri con il piccolo 1.2 turbo. Promossi entrambi.