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Prova su strada

Nissan Pickup Double Cab


Avatar Redazionale, il 19/03/04

20 anni fa -

Grandi e grossi da non entrare in un box doppio e quasi impossibili da parcheggiare in centro città, i pick-up iniziano a vedersi anche delle nostre parti. Lasciati i canion americani e abbandonati vanga e piccone a chi di dovere i loro cassoni ora interessano insospettabili manager e famiglie con doppia casa. Il segreto? Una grande versatilità e un trattamento fiscale "particolare". E che non sia solo una moda passeggera lo abbiamo capito guidando il Double Cab Navara della Nissan.

COM’E’

Ormai non si stupisce più nessuno. Gira e rigira di pick-up se ne vedono sempre di più per le vie del centro, quando scatta puntuale l’happy hour dell’aperitivo, che non di prima mattina nei cantieri edili. Fulgido esempio di questa nouvelle vague è la Nissan Pickup (scritto tutto attaccato) che, specie nella versione di questa prova (Navara), depone la cazzuola neanche fosse l’antica ascia di guerra e indossa abiti civili, per meglio adattarsi a un utilizzo a 360°.

GIOCO DI SQUADRA

Il frontale ha un’aria decisamente sportiva, con tutti gli elementi che fanno un bel gioco di squadra, dando ciascuno il suo bravo contributo alla causa comune. Gli ampi fari che hanno fagocitato gli indicatori di direzione, il paraurti prominente come un salvagente e il cofano che spiove sulla mascherina cromata rendono questa Nissan molto originale e immediatamente riconoscibile nel panorama del settore.

SHERPA INSTANCABILE

La doppia cabina ha un profilo pulito ed è ben proporzionata rispetto al cassone, il cui disegno riesce ad assicurare una strabiliante capacità di carico. Le misure del piano fanno schizzare gli occhi fuori dalle orbite a chi è abituato a ragionare con logiche automobilistiche. Lungo e largo 1,39 metri, sembra una piazza d’armi quadrata dove trasportare l’impensabile. Un dato su tutti: la capacità di carico della Pickup merita per una volta tanto di essere espressa in chili, anziché in litri: oltre una tonnellata (1065 kg per essere precisi)!

PELLACCIA… DURA

Buttando lo sguardo all’interno dell’abitacolo sono solo piccoli dettagli a fare capire che non si è su una normale vettura. Che si sia davanti a un veicolo da lavoro lo si capisce quasi meglio al tatto che con la vista. Le plastiche sono un po’ rigide rispetto a quelle di una stradale di classe media e "cantano" allegre se picchiettate con le dita.

BEL MOSAICO

Una scelta che non si può comunque biasimare più di tanto. Sono proprio questi i materiali che riescono meglio a resistere a ogni maltrattamento e sono dunque anche a prova di bambino. Buona è anche la cura costruttiva, con i vari componenti che si incastrano precisi come i pezzi di un puzzle.

INTEGRALE SE SERVE

Il motore è un quattro cilindri 2.5 turbodiesel a iniezione diretta dotato di intercooler, con 133 CV a 4000 giri e una coppia massima di 304 Nm a 2000 giri. La trasmissione prevede un cambio a cinque marce e trazione sulle ruote posteriori. Qualora fosse necessario, quella integrale e le ridotte sono comunque inseribili manualmente tramite una piccola leva accanto a quella del cambio.

FAMIGLIA NUMEROSA

Di serie ha tutto lo stretto indispensabile e pure qualcosina in più. ABS, doppio airbag, climatizzatore automatico, cerchi in lega, fendinebbia, pedane laterali e alzacristalli elettrici su tutte le porte. Il tutto a un prezzo di 30.600 euro chiavi in mano. La gamma Pickup comprende anche altre versioni Double Cab, sia più spartane sia meglio rifinite. Oltre a quelle King Cab, con cabina più corta a due porte. I prezzi, sempre chiavi in mano, vanno da 23.400 euro (King Cab base) a 32.500 euro (Double Cab Rally Raid).

OCCHIO AL PORTAFOGLIO

Attenzione però: i pick up hanno un prezzo invitante, ma devono essere immatricolati come autocarro. I vantaggi dal punto di vista fiscale  sono enormi (100% di deducibilità dei costi d’acquisto e di gestione; detraibilità totale dell’iva, abbattimento dei premi assicurativi e calcolo del bollo in base alla portata), ma ci sono anche risvolti negativi.

PROFESSIONE PERICOLO Chi stacca l’assegno deve essere pronto a fare poi orecchie da mercante davanti alla norma che limita l’impiego del mezzo al solo ambito lavorativo, pena l'annullamento dei suddetti vantaggi, multe salate e sospensione della carta di circolazione… Pare che ci sia chi gira sempre, sabati e domeniche incluse, con su un cappellino di carta in perfetto stile magüt (muratore, per i transpadani) per cercare di farla franca ai posti di blocco della Finanza.

COME VA

Appena saliti a bordo, la prima sorpresa. L’impostazione del posto di guida non solo non ha nulla da spartire con quella di un qualsiasi altro veicolo commerciale ma anche rispetto alle fuoristrada sivive in un’altra dimensione.

TAGLIO SPORTIVO

Sulla Nissan Pickup il pilota viaggia infatti seduto in basso e con le gambe ben distese. Complice il volante abbastanza distante dalla plancia, si finisce col guidare mezzi sdraiati, come se si fosse a bordo di una supersportiva. L’unico inconveniente è che così i comandi del climatizzatore restano un po’ scomodi da raggiungere. L’impianto è però efficiente e una volta impostata la temperatura desiderata non è più necessario smanettare tanto sui pulsantini.

POSIZIONE FETALE

Anche il piano di seduta del divano posteriore è piuttosto basso. Ciò costringe i passeggeri posteriori ad assumere una posizione un po’ rannicchiata, visto tra l’altro che lo schienale dei sedili anteriori non permette di allungare più di tanto le zampe. La situazione non è comunque di quelle disperate e due adulti possono affrontare spostamenti anche a lungo raggio senza che ai progettisti fischino le orecchie per le maledizioni.

LA GRINTA CHE SERVE

Il motore si avvia lesto e sfoggia una voce piena neppure tanto fastidiosa. Sin dai primi affondi sul pedale dell’acceleratore offre risposte vivaci e i 13,3 secondi promessi dalla Casa per passare da 0 a 100 km/h sembrano verosimili, come pure i 158 km/h di velocità massima. Per sfruttarne al meglio le doti occorre però sbracciarsi con la leva del cambio, lunga come sulle gloriose Giulia di una volta e dalla corsa non proprio contenuta.

RIGIDINA Il telaio adotta lo schema più classico possibile, una struttura a longheroni e traverse con sospensioni anteriori indipendenti e posteriori a ponte rigido con balestre. Tarato per non tradire a pieno carico e perfetto nelle condizione più gravose, l’assetto si comporta bene anche a vuoto, a patto però che il fondo sia liscio come un biliardo.

SALTA COME UN GRILLO Sullo sconnesso, invece, il comportamento è inesorabilmente rimbalzante, a meno che il cassone non sia ben zavorrato. Diversamente è meglio procedere con la dovuta cautela, onde evitare che nelle fasi più concitate la coda prenda l’iniziativa e tenti di arrivare alla meta prima del muso… Ma questo è un problema tipico di un po' tutti i pick-up.


Pubblicato da Paolo Sardi, 19/03/2004
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