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Prova su strada

Mitsubishi Space Star


Avatar Redazionale, il 01/08/01

23 anni fa -

Space Utility. Così Mitsubishi definisce la sua ultima creatura: la Space Star, singolare mix di station wagon, piccola monovolume e semplice 5 porte. Con i suoi 4,03 metri di lunghezza e 1,7 di altezza (1,695 per le versioni GL), Space Star combina gli ingombri classici dei modelli di auto compatte con l’abitabilità e le capacità di carico dei monovolume di più grosse dimensioni.

AL VOLANTE Rispetto alle sorelle maggiori, Space Runner, Space Wagon e Space Gear, l’ultima di casa Mitsubishi presenta una linea completamente nuova, con caratteri decisamente più europei. Riuscito il frontale, caratterizzato da gruppi ottici trapezoidali arretrati rispetto alla calandra sotto la quale la grossa presa d’aria, affiancata nei modelli GLX dai fendinebbia, dà all’anteriore un tocco di aggressività. La linea laterale è movimentata da una bombatura in corrispondenza del parafango posteriore e dalla linea filante dei cristalli, mentre il posteriore, di impostazione decisamente classica, con le luci disposte verticalmente, non spicca per originalità.

GRANDE DENTRO, PICCOLA FUORI Le armi vincenti di Space Star, progettata e realizzata per il pubblico europeo insieme con Carisma (con cui condivide, oltre lo stabilimento produttivo olandese NedCar di Born, parte del pianale e alcune componenti meccaniche), potrebbero essere le limitate dimensioni combinate con l’ottima utilizzazione degli spazi interni, studiati per ospitare fino a cinque persone e bagagli per 370 litri (che diventano 450 facendo scorrere in avanti di 15 centimetri il sedile posteriore). L’abbassamento del divanetto posteriore, sdoppiabile anche asimmetricamente (2/3 e 1/3), consente di ottenere una capacità di carico di 1370 litri.La serie di vani e ripostigli ricavati nelle porte e sulla console e la vaschetta realizzata sotto il sedile del passeggero anteriore (di serie solo sulle GLX) testimoniano lo sforzo dei progettisti di sfruttare al massimo ogni spazio disponibile.Nonostante lo sforzo di avvicinarsi ai gusti europei, i rivestimenti interni di Space Star, disponibili in due diversi disegni "Future" e "Jazz", in tonalità grigio, grigio/verde e grigio/blu, sembrano strappati a un sedilino per bambini.

STEREO MITSUBISHI La plancia sovradimensionata, in pieno stile monovolume, non nasconde affatto, nella sua essenzialità e praticità, l’impronta nipponica. La strumentazione, analogica e retroilluminata è ridotta alle informazioni basilari, cui si aggiunge, nei modelli dotati di motorizzazione GDI, una spia luminosa ("ECO") che, raccogliendo le informazioni sul carico della vettura e sulla pressione esercitata sull’acceleratore, indica l’andatura che consente il maggior risparmio di carburante. Al centro della plancia, un display a cristalli liquidi indica l’ora, la temperatura esterna e il consumo di carburante. Per chi decide di dotare Space Star dell'autoradio Mitsubishi, il display diventa un vero computer di bordo che, oltre ai messaggi RDS, fornisce informazioni su velocità e consumo medio complessivo, nonché sull'autonomia residua. Questo sistema risulta però molto limitativo per chi non desidera acquistare l’autoradio (di serie solo sulle versioni Target) fornita dalla Casa, e anche chi vuole montare un lettore CD si trova costretto ad acquistare quello fornito da Mitsubishi. Sulle versioni GLX è anche possibile montare il sistema di navigazione satellitare GPS.

DOTAZIONE DI SICUREZZA Freni a disco anteriori autoventilanti (da 14", mentre quelli posteriori sono a tamburo da 8"), ABS a quattro sensori e quattro canali (di serie solo sulle versioni GLX), sospensioni posteriori multilink con barra stabilizzatrice antirollio (l’avantreno è invece McPherson, anch’esso assistito da barra antirollio), sono le dotazioni che Space Star offre sul piano della sicurezza attiva. Quella passiva è invece assicurata dal doppio airbag (quelli laterali sono di serie soltanto su Target), e alle cinque cinture di sicurezza a tre punti con pretensionatore (quella del passeggero posteriore centrale è ancorata al soffitto). Di seria anche il dispositivo antighigliottina sugli alzacristalli elettrici.

Space Star, in attesa di un motore diesel, in arrivo non prima del 2000, adotta due motorizzazioni: un 1.3 litri da 86 CV (63 Kw) e il 1.8 GDI, a iniezione diretta della benzina, da 122 CV (disponibile in Italia solo intorno alla metà di novembre).

AL VOLANTE Spazi da monovolume e sensazioni di guida da station wagon. La doppia anima di Space Star è pienamente confermata anche dalla prova su strada. Il sedile e il volante regolabili in altezza consentono una posizione di guida ottimale. Lo sterzo servoassistito, di serie su tutti i modelli, mantiene sempre il giusto peso ed è preciso. Anche il cambio si manovra con facilità, con innesti delle marce sufficientemente rapidi da garantire pronti cambi di marcia nello stop and go cittadino e nella guida brillante.

Il 1.300 con nuova testa e nuovo sistema di aspirazione rispetto alle versioni montate su precedenti prodotti Mitsubishi, è un monoalbero a camme in testa con quattro valvole per cilindro e iniezione elettronica multipoint. Questa motorizzazione, assoluta novità per una Mitsubishi a cinque porte, assicura a Space Star una coppia massima di 11,9 Kgm a 3000 giri e una velocità di punta di 170 Km/h. I consumi variano dai 5,6 litri ogni 100 Km, per i percorsi extraurbani, ai 9,6 per l’uso in città.

Il1.834 cc. è l'innovativo GDI (già montato sulla Carisma), ad iniezione diretta della benzina a gestione elettronica. È un quattro cilindri da 122 CV (90 kW) con doppio albero a camme e testata a sedici valvole. Ha una doppia personalità. Fino a 120 Km/h predilige il risparmio di carburante tramite la "Ultra Lean Combustion" (combustione magra), mentre a velocità superiori eroga maggiore potenza ("Superior Output Mode") per incrementare le prestazioni. Il motore 1.8, che raggiunge la coppia massima di 17,7 Kgm a 3.750 giri, consente a Space Star di raggiungere la velocità massima dichiarata di 190 Km/h. I consumi urbano ed extraurbano sono, rispettivamente, 5,9 e 9,0 litri di benzina per ogni 100 Km.

COMPROMESSO ACCETTABILE Abbiamo provato l'unico motore disponibile a ottobre, il 1.300. Nonostante il peso di 1.160 chilogrammi (1.165 per la GLX), il quattro cilindri è pronto nella risposta e, con una coppia massima di 11,9 kgm a 3.000 giri, sfoggia uno spunto adeguato anche ai bassi regimi. L’elasticità del motore è però penalizzata dai rapporti lunghi che, soprattutto nelle marce alte, non permettono una ripresa sollecita. Compromesso accettabile per una vettura destinata ad un uso prevalentemente cittadino e che, grazie a quarta e quinta lunghe riesce a mantenere un buon livello di comfort e di consumi anche nella marcia veloce. Anche nei trasferimenti autostradali, la Space Star si dimostra una buona stradista, capace di accompagnare in viaggi anche lunghi senza stancare troppo i suoi ospiti.

FACILE E PRATICA Nelle curve, Space Star si inserisce con precisione e con un leggero sottosterzo (tende cioè ad allargare la curva) solo quando si esagera con la velocità di entrata, come è naturale con una trazione anteriore. Neutro il comportamento in uscita di curva e nei cambi di direzione dove le sospensioni multilink al posteriore tengono sempre sotto controllo le oscillazioni della scocca. Soddisfacenti per potenza e modulabilità i freni che consentono spazi di frenata contenuti.Nel complesso, Space Star è un'auto che fa della praticità e della funzionalità le sue maggiori doti, mentre maggiori soddisfazioni potranno essere garantite dal motore più potente in arrivo a breve nel mercato italiano. 

di Stefano Cassa
5 ottobre 1998


Pubblicato da Redazione, 01/08/2001
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