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La Mitsubishi Outlander 2013 punta senzi mezzi termini a risalire la china del mercato, puntando su versatilità, dotazioni ricche e prezzi più allettanti che in passato. E' già nelle concessionarie, con un listino che parte da 27.750 euro.
RICOMINCIAMO In Mitsubishi hanno una gran fretta di archiviare questo 2012 avaro di soddisfazioni e di iniziare a spron battuto un nuovo anno. E nel 2013 non fanno mistero di voler ampliare sensibilmente volumi e quote di mercato, grazie soprattutto a due importanti novità: la Mitsubishi Outlander 2013, terza generazione di un modello che dall’inizio della sua storia ha venduto quasi un milione di esemplari, e la Mitsubishi Mirage, inedita piccola world car a cinque porte, che giungerà però sulle nostre strade solo nei mesi a venire.
DA SUBITO La Mitsubishi Outlander 2013 arriva invece già in questi giorni nelle vetrine delle concessionarie ed è proprio su di lei che i vertici della Casa ripongono le maggiori speranze di successo, almeno in Italia. E il loro ottimismo appare giustificato quando ci si arma di lente d’ingrandimento e si esamina la macchina da cima a fondo.
VOLTA PAGINA La svolta più radicale si coglie già al primo sguardo: la Mitsubishi Outlander 2013 ha un look completamente diverso rispetto alla macchina che va a sostituire. Le sue forme si fanno meno aggressive e sembrano nel complesso capaci d’incontrare il gusto di una fetta più ampia di clientela. La nuova edizione dice dunque addio alla mascherina trapezoidale, ai passaruota carnosi e al montante C inclinato all’indietro. Il nuovo look ha come segni particolari i gruppi ottici che si allungano lungo la fiancata e che sono idealmente uniti da una nervatura (soluzione che è stata poi curiosamente ripresa anche dalla nuova Range Rover).
UNA TIPA TOSTA Le nuove forme fanno sembrare la Mitsubishi Outlander 2013 più grande della progenitrice ma, metro alla mano, lunghezza e larghezza coincidono al millimetro (4.655 x 1.800), mentre è solo l’altezza che si riduce, passando da 1.735 a 1.680 mm. La fiancata si sviluppa per linee orizzontali e ciò, se da una parte trasmette un senso di protezione e di sicurezza, dall’altro appesantisce un po’ l’aspetto, complice la chiara supremazia territoriale delle lamiere rispetto alla superfici vetrate.
SETTEBELLO Semplicità è una delle parole d’ordine date anche ai designer degli interni. La plancia ha un’aria acqua e sapone, con un pannello lucido impreziosito da una cornicetta con finitura metallica. Effetti speciali a parte, gli arredi soddisfano tanto la vista quanto il tatto, con componenti di buona qualità assemblati con cura tipicamente nipponica. Più che la zona anteriore dell’abitacolo, è però quella posteriore a chiamare a sé i riflettori. La Mitsubishi Outlander 2013 è infatti acquistabile in due configurazioni: a cinque o a sette posti. In questo caso c’è una terza fila composta da due sedili singoli ben più accoglienti della panchetta del passato, con la larghezza utile che cresce di 12 cm e lo spazio per le gambe di 6 cm. Quando si viaggia in cinque, invece, tutta quella volumetria è a disposizione dei bagagli. Si tratta di ben 591 litri, che possono diventare 1.022 se si abbatte la seconda fila di sedili (misurazione fatta a filo dei finestrini e non fino al tetto, come si fa più spesso). Senza arrivare a tanto, se serve ampliare di poco la capacità di carico, i sedili possono comunque essere fatti scorrere in avanti.
A DIETA Proprio i sedili, con i loro cinematismi, sono tra i principali responsabili della drastica riduzione del peso che fa registrare la nuova Outlander. A loro va infatti il merito di un bel -20 kg, che, sommati, tra gli altri, ai 4 persi con l’adozione di nuove ruote e a quelli risparmiati grazie al maggior impiego di acciai ad alta resistenza (erano il 45% del totale, ora sono il 51%), portano l’ago della bilancia a fermarsi un quintale sotto rispetto a prima.
L’UNO O L’ALTRO Interessante è anche lo scenario che si prospetta dal punto di vista della gamma motori. In attesa di una versione ibrida plug-in arrivo per la seconda metà del 2013 e del più imminente debutto in listino della doppia alimentazione benzina-gpl (questione di un paio di mesi), tutto ruota attorno a due proposte. La best seller scontata è la Outlander 2.2 trubodiesel, spinta da un’unità in alluminio capace di 150 cv e di 380 Nm quando abbinata al cambio manuale a sei marce, che scendono a 360 quando invece è montato l’automatico, sempre a sei rapporti. A fare da spalla c’è un due litri a benzina, a sua volta dotato di 150 cv e con 195 Nm di coppia, che può essere ordinato con cambio manuale o con un automatico CVT. Questo motore sarà la base della variante a doppia alimentazione e con la comparsa del gpl è assai probabile che il suo indice di gradimento salga sensibilmente.
COMANDA IL CHIP Entrambi i motori sono proposti anche con la sola trazione anteriore. Il nome Mitsubishi però è legato a doppio filo all’idea di trazione integrale, puntualmente proposta in una nuova intelligente configurazione. Il pratica la Outlander 4WD prevede tre modalità di funzionamento, tutte gestite da una centralina elettronica. La prima si chiama Eco e in pratica fa viaggiare la macchina spinta dalle sole ruote anteriori e chiama in causa quelle posteriori solo quando quelle davanti scivolano senza speranza. Lo step successivo è il programma Auto, che vede la coppia trasferita alle varie ruote in base al loro grip e a una miriade di altri parametri, come per esempio angolo d’imbardata, accelerazione laterale e longitudinale. L’ultimo step è rappresentato dal programma Lock, che, in barba all’inglese, sembra non bloccare molto ma permette comunque di disimpegnarsi meglio nei passaggi ostici.
BASE RICCA Gli allestimenti previsti sono due. Quello chiamato a fare la parte del leone nella raccolta degli ordini si chiama Intense e prevede di serie già quasi tutto quel che si può desiderare. All’appello rispondono presente, tra le altre cose, il climatizzatore automatico bizona, il cruise control, i cerchi in lega da 16”, la radio cd con Bluetooth, i sensori di parcheggio e le barre sul tetto. Così equipaggiata, la Mitsubishi Outlander 2.0 benzina 2WD costa 27.750 euro, che diventano 31.500 per la 4WD CVT. Sul fronte diesel si parte dai 29.750 euro della 2WD e con altri 2.000 euro si ha la trazione integrale, mentre il sovrapprezzo per l’automatico e è di 1.750 euro.
AL TOP Il top della gamma è rappresentato dalla versione Instyle, che è confezionata sulla base della Outlander 2.2 4WD e che, a 33.750 euro, offre, oltre a quanto già detto, i sette posti, lo stereo Rockford da 710 W, i cerchi in lega da 18”, i fari Xenon superwide con lavafari, la chiave elettronica e la telecamera per la retromarcia. Per chi non si accontenta, sulle Instyle automatiche si può avere il Diamond Pack, che, con ulteriori 4.950 euro, mette sul piatto pure il tetto apribile, l’interno in pelle con sedili riscaldabili, il navigatore e gadget high tech come il cruise adattivo, il Lane Departure Warning e il Forward Collision Mitigation, che, se c’è il rischio di un tamponamento, prima allerta il pilota e poi arriva a frenare in autonomia per salvare il salvabile.
GIOCO SPORCO Il posto di guida della Mitsubishi Outlander 2013 è ben studiato e permette di sistemarsi a piacere in tempi rapidi. Tutti i comandi sono ben dimensionati e piazzati là dove ci si aspetta che siano, su una plancia realizzata con buona cura, secondo i dettami della scuola giapponese, che prevede montaggi impeccabili e giusto qualche plastica duretta nelle zone comunque meno importanti. Anche in seconda fila si viaggia comodi, con tanto spazio a disposizione e l’unico peccato veniale è rappresentato dalla forma dei sottoporta, che rischiano di sporcare i pantaloni quando si sale e si scende dalla macchina, specie se si è fatto un po’ di fuoristrada.
SULLA CATTIVA STRADA Ed è proprio da qui che comincia per una volta la prova, a bordo della versione turbodiesel 4WD. D’altro canto, anche se ormai l’Outlander 2013 si può considerare in tutto e per tutto una vettura stradale, nel Dna dei Tre Diamanti c’è sempre una vocazione all’avventura e all’offroad. Scorrendo la scheda tecnica è interessante il dato relativo all’altezza da terra (215 mm), mentre non eccezionali sono invece gli angoli caratteristici, attacco, dosso e uscita, l’un per l’altro compresi tra i 21 e i 22,5 gradi. Questi costituiscono i limiti principali quando si esce dall’asfalto perché il sistema di trazione integrale, pur senza essere specialistico, fa bene il suo lavoro, distribuendo la coppia in modo corretto ed equilibrato. La macchina riesce così a superare salite anche piuttosto impegnative senza battere ciglio e, questa è la cosa che sorprende di più, supera disinvoltamente tratti fangosi pur senza avere pneumatici tassellati. Ce n’è insomma quanto basta per soddisfare le esigenze del cliente tipo, che potrà comunque accontentarsi anche delle due ruote motrici, qualora avesse come massimo traguardo semplici tratti sterrati.
PRIMO ASSAGGIO Il giudizio su strada – lo dico subito - è piuttosto scarno, visto che il percorso chiuso messomi a disposizione era breve, senza un vero rettilineo capace di fare raggiungere velocità autostradali e con un asfalto reso pure scivoloso dalla pioggia. In attesa di un test più approfondito, in questo primo assaggio la Mitsubishi Outlander 2013 ha comunque messo in mostra buone doti. Il suo comportamento è sincero e prevedibile in ogni situazione, con la riduzione del peso che dà i suoi frutti. La macchina si lascia infatti inserire in curva velocemente, lasciando poi buoni margini di manovra per eventuali correzioni. Se si esagera tende chiaramente ad allargare con il muso, mentre rilasciando è la coda che riguadagna terreno, sotto l’occhio vigile del controllo elettronico della stabilità, tarato in modo piuttosto prudenziale ma comunque escludibile.
SCELTA LIBERA Nel complesso, la versione 4WD sembra offrire una maggior sicurezza rispetto alla sorella 2WD, anche se nella guida con il coltello tra i denti è un po’ meno reattiva, con l’elettronica che prende il comando delle operazioni e la catena cinematica che fa sentire un po’ il suo peso. In ogni caso, sui fondi viscidi, è bene usare il piede felpato sull’acceleratore, perché diversamente i pneumatici faticano a mettere a terra la coppia generosa del turbodiesel 2.2. Quest’ultimo spinge bene già prima dei 2.000 giri, dà il meglio ai medi e se la cava piuttosto bene anche in allungo, anche se – come spesso accade con motori a gasolio moderni – non serve arrivare a tanto per viaggiare spediti.