Dimenticate il modello che conoscete. E dimenticate anche la concept esposta al Motor Show nello stand Mitsubishi. La Casa con il Monte Fuji sul muso ha dato un'occhiata ai sondaggi, ha fatto due conti e ha deciso di cambiare strategia: niente soluzioni ambigue e trasversali, ma via a un Suv senza compromessi. Sia nelle prestazioni, sia nelle dimensioni.
NATA CON LA CAMICIA Più grinta quindi per la nuova Outlander, ma anche più qualità, migliori rifiniture che unite alle dimensioni superiori consentono di stuzzicare i desideri di una fascia più ampia di potenziali clienti. Grazie anche alla presenza in listino da subito di un motore diesel, cosa di cui non ha potuto beneficiare la prima versione. Crescono le dimensioni e cresce anche la capienza interna,che ora può arrivare a sette posti grazie a una panchetta a scomparsa in grado di dare ospitalità di emergenza a due persone in più. I 10 cm di lunghezza guadagnati si percepiscono anche nel bagagliaio, grazie ai quali la capacità di carico consente di disporre di 642 litri in più del modello precedente, per un massimo di 1.691 litri abbattendo le file posteriori. Che si riducono a 220 litri quando si viaggia a pieno carico di umani o a 882 litri senza la terza fila.
FISICO MASSICCIO Stilisticamente è più evidente la discendenza dal fratello maggiore, Pajero. Per non tradire le aspettative di chi ha bisogno anche di sensazioni forti per apprezzare un'auto, l'Outlander esibisce paraurti massicci che integrano un'ampia presa d'aria e una mascherina ristilizzata con la sagoma del Monte Fuji (simbolo della Casa). Una slitta sotto il paraurti anteriore accentua l'immagine di aggressività mentre i fari sono più leziosi, con un disegno allungato a formare una V stilizzata. L'impressione è di un Suv sportivo-elegante, con il parabrezza inclinatoa dare maggiore slancio sia al frontale sia alla fiancata.
FIANCHI LARGHI Qui un montante posteriore massiccio, che stringe verso l'alto, innalza ulteriormente il baricentro ottico già "sollevato" dalla linea di cintura alta con sviluppo a cuneo. Le fiancate, pulite, sono attraversate da leggere modanature che si estendono fino al portellone, mentre i vetri posteriori oscurati e i cerchi in lega semplici ma eleganti, sono un ulteriore contributo alla definizione di un design sobrio e raffinato, nonostante i passaruota muscolosi che fanno da cornice a ruote che possono essere da 16" o da 18".
VEDO, NON VEDO L'Outlander è meno impegnativa da esibire della Pajero, con un design che non colpisce particolarmente per fantasia e innovazione, ma che trasmette una sensazione combinata di robustezza e di sobria eleganza che si farà apprezzare. Si vedrà comunque più avanti se la sobrietà sarà stata la scelta giusta dopo che anche Citroën (con la C-Crosser) e Peugeot (con la 4007) avranno presentato lei loro rispettive versioni nate sulla base dell'Outlander. Arriveranno entro l'autunno e da quanto si è visto finora saranno molto più vistosi di questa giapponese.
DIETRO C'E' PIU' STILE La coda ha più personalità, con un lunotto ampio e avvolgente con uno spoiler sulla parte alta, e con due gruppi ottici a Led molto originali che si allargano verso l'esterno a renderepiù snello tutto il posteriore. Per ottimizzarne la praticitàd'uso il portellone è sdoppiato di serie, con la parte inferiore che una volta abbassata offre un accesso al baule a soli 60 cm da terra e una ribaltina di appoggio che sopporta pesi fino a 200 chili. Non c'è ruota di scorta a vista e questo è un altro pregio dell'Outlander.
COME IN MOTO Per l'interno gli stilisti Mitsubishi dichiarano di essersiispirati "al gusto sportivo delle grandi moto da turismo, così popolari presso la clientela a cui si rivolge principalmente l'Outlander". Chissà se sarà vero per gli italiani, di fatto il richiamo motociclistico è dato soprattutto dalla strumentazione, con i due strumenti principali angolati verso il pilota e protetti cornici coniche, a loro volta sormontati da una palpebra a doppia gobba. Altro richiamo motociclistico lo si ritroverebbe nella forma della consolle centrale, che evocherebbe l'immagine di un telaio da moto, e dalla forma dei braccioli sulle porte. Sullo sportivo elegante invece il rivestimento della plancia tutto giocato sul nero intarsiato da finiture in finto metallo.
TRE PER SETTEI sedili anteriori sono semi-avvolgenti per trattenere meglio anche nella guida fuoristrada, mentre quelli della seconda fila sono scorrevoli longitudinalmente con una escursione di 8 cm, ma anche reclinabili e ripiegabili secondo la classica formula 60/40. Sul piano del bagagliaio all'occorrenza possono spuntare altri due posti stivati sotto il pavimento. Due sedili fronte marcia completi di cinture, con cuscini sottili in poliuretano per poter sparire completamente quando non servono. Non solo, ma le spalliere dei sedili della seconda fila possono ribaltarsi all'indietro e formare un "letto matrimoniale" per situazioni di emergenza.
DUE O QUATTRO Quanto alla vocazione offroad l'Outlander monta ilsistema 4WD Mitsubishi a gestione elettronica, con tre modalità di uso della trazione in funzione delle preferenze del pilota: 2WD, con la trazione solo sulle ruote anteriori; 4WD Auto con la trazione che viene distribuita automaticamente sulle quattro ruote ripartendo la coppia in funzione del carico, della velocità e delle condizioni stradali (la trazione prevalente è sulle ruote anteriori per poi passare a 40/60 nei casi estremi); 4WD Lock, quando il gioco di fa duro e serve maggiore prontezza di risposta nella ripartizione della coppia.
NIPPO-TEDESCA Per non ripetere l'errore commesso sulla prima Outlander,la nuova versione sarà disponibile da subito con un motore diesel ma di costruzione tedesca: il 2.0 litri Volkswagen a iniettori-pompa, da 140cv (103 kW), 310 Nm di coppia massima e 187 km/h di velocità massima. L'iniettore pompa lavora a pressioni superiori rispetto agli altri sistemi con vantaggi sui consumi (15 km/l dichiarati) e sulle emissioni, che risultano più basse, al punto da non aver nemmeno bisogno del filtro antiparticolato per entrare nei limiti Euro 4 (l'Outlander lo ha ugualmente e di serie).
PROSSIMI ARRIVI A ottobre arriverà anche un 2.4 benzina da 179 cv mentrea dicembre faranno il loro ingresso in listino anche un 3.0V6 benzina da 220 cv (solo abbinato al cambio automatico) e un altro motore diesel, il 2.2 da 156 cv di produzione Peugeot, lo stesso che monteranno i gemelli francesi C-Crosser e 4007. Infine entro il febbraio 2008 il 2.2 diesel sarà fornito anche con cambio automatico.
UN TIPO IN Tre infine gli allestimenti, come abitudine Mitsubishi: Invite per la versione di accesso, a cui non manca nulla di importante, quindi con trazione integrale inseribile AWC (All Wheel Control), ABS + EBD (Electronic Brake Control) + BSA (Brake Assist System), airbag frontali a doppio stadio + anteriori laterali e a tendina, controllo di trazione e stabilità Mitsubishi, climatizzatore automatico, immobilizer, chiusura centralizzata con telecomando, radio/CD con MP3 e sei altoparlanti, ruote in acciaio. Il tutto a 28.650 euro su strada..
INTENSE E INSTYLECon 1.300 euro in più si accede alla versione Intense, con in più i fari fendinebbia, le protezioni esterne, barre sul tetto, volante con comandi audio e cruise control, e ruote in lega da 16". Mentre con altri 2.000 euro si accede alla top di gamma, la versione Instyle, con sette posti di serie, cerchi in lega da 18", vetri posteriori scuri, volante con in più i comandi Bluetooth e controllo vocale, radio 6CD marca Rockford con Mp3, nove altoparlanti e potenza di 650W. Presumibilmente sarà quest'ultima la versione più richiesta visto il rapporto contenuti/prezzo molto vantaggioso.
COME VA Il primo impatto è di quelli che non ti aspetti: le dimensioni sono da monovolume media ma di quelle da ultima fila alle elementari o da pugile un po' su di peso da rischiare di non rientrare nella sua categoria. Fatti i conti è più lunga della Bmw X3 e leggermente più corta della Hyundai Santa Fe. Insomma, una bella "presenza", da Suv vera.
MODERNA DENTRO All'interno colpisce la modernità del design, che da moto ha solo la fantasia dei designer Mitsubishi, e la qualità elevata delle plastiche e delle finiture. Una bella plancia stilizzata, senza eccessi e nemmeno povera da intristire solo a guardarla. C'è tutto quel che serve per farsi coccolare durante il viaggio (anche la freccia che indica da che lato è il tappo per il carburante), vani portaoggetti ovunque, e un impianto stereo coi fiocchi (la Outlander in prova era la versione top, la Instyle).
POSTO PER SETTE Lo spazio è abbondante, sia davanti sia dietro, come del resto lo era sulla prima versione, mentre i due sedili della terza fila sono tipici delle soluzioni di emergenza, adatti a due ragazzini o a due adulti non troppo anziani, non foss'altro per via delle contorsioni necessarie per raggiungerli. Il sistema di apertura e scomparsa è semplice da utilizzare, così come facile è il ribaltamento dei sedili della seconda fila a comando elettrico, sia per facilitare l'accesso ai posti della terza fila, sia per avere più spazio per i bagagli.
2.0 D-ID Il diesel di origine Volkswagen fa il suo lavoro con diligenza, e se tenuto allegro regala anche soddisfazioni di guida, con prestazioni che sulla Outlander sono tre le migliori della categoria. L'importante è lavorare di cambio (ottimo quello a sei marce di cui è dotata) in modo da non farlo mai andare troppo giù di giri, fargli riprendere quota poi richiede del tempo. Il mezzo del resto non aiuta vista la mole massiccia.
SI FA SENTIRE Dove si paga un po' pegno è nel comfort acustico: fino a velocità di codice tutto rientra nella norma, si chiacchiera senza alzare la voce e si ascolta la radio a volume decente, ma appena si eccede dal consentito la rumorosità interna diventa sensibile e oltre al motore e al rotolamento gomme si aggiungono i fruscii provenienti dagli specchietti esterni. Miracoli del resto non se ne possono fare. Vorrà dire che quando si viaggerà sulle autobahn tedesche sarà da metter in conto un sound un po' stonato.
VALORE AGGIUNTO Quanto al comfort di guida invece nulla da dire: le sospensioni (McPherson davanti; multilink posteriormente) sono tarate per un uso automobilistico, non troppo rigide, ottime per i viaggi a lungo raggio e per i pavé cittadini, ma lavorano bene anche quando il gioco si fa duro. Non siamo ai livelli della Pajero, già pronta per partecipare alla Parigi-Dakar sin da quando esce di fabbrica, ma anche qui l'affidabilità e l'esperienza Mitsubishi si sentono e si toccano con mano. Un valore aggiunto che non molti altri possono vantare.
PER TUTTI GLI USI L'Outlander supera ostacoli da raid nel deserto e si ferma solo di fronte alle difficoltà di sesto grado, come ha confermato il test drive svolto su un percorso di gara per fuoristrada. Maltrattata come difficilmente accetterà di fare chi la acquisterà, la Outlander non ha mai dato segni di cedimento e tantomeno di incapacità a superare terreni particolarmente impervi. E quando l'aderenza si è fatta precaria sono stati i numerosi sistemi di controllo e di sicurezza a tenerla a bada come si deve. La trazione anteriore a gestione elettronica Mitsubishi fa poi il resto.
DECIDE LEI Basta agire sul selettore a manopola sul tunnel centrale, proprio sotto la leva del cambio, per decidere quale trazione utilizzare. La soluzione ideale, se non si percorrono strade particolarmente viscide dove è consigliabile selezionare la posizione 4WD Lock, rimane quella della trazione integrale in automatico: 4WD Auto. Fa tutto lei: su strade asciutte e diritte (le autostrade per esempio) la trazione è solo anteriore, ma appena qualcosa non convince passa a distribuire coppia alle ruote posteriori.Nella posizione Lock cambia soltanto la sensibilità del sistema, che porta a intervenire con tempi e sensibilità maggiore.