Riprende la linea e alcune sofisticazioni della Classe S, la nuova berlina medio-grande con la stella sul cofano. Ai contenuti innovativi unisce il rinomato comfort di Casa e una dotazione esemplare. Con il 2.2 turbodiesel è anche veloce e non beve troppo, ma alza la voce. Ma i prezzi partono da quasi 61 milioni
LA NOVITÀ Prendete una Mercedes Classe S, la super ammiraglia tedesca di oltre 5 metri di lunghezza (con prezzi da circa 130 milioni di lire). Mettetela in lavatrice a 90°. Terminata la centrifuga, ne uscirà una Classe C. Più piccola di un paio di taglie della top di gamma, la quattro porte di fascia medio alta della Casa di Stoccarda ricalca lo stile della berlinona dimostrando che, almeno in campo automobilistico, la clonazione non fa venire la pelle d'oca. Anzi.
UN PIENO DI TECNOLOGIA Sotto la pelle c'è tanta sostanza: sono una ventina le innovazioni prese in prestito dalle sorelle di alta rappresentanza al debutto su questa mini ammiraglia, dagli airbag a due stadi di apertura al sistema brake assist per le frenate di emergenza, dai pretensionatori delle cinture per i posti laterali posteriori, ai nuovi window bag e all'accensione automatica dei fari, per citarne alcuni. Se poi sotto il cofano c'è il turbodiesel 2.2 CDI, il menù comprende un carattere grintoso e consumi quasi da utilitaria.
MEDAGLIA D'ORO NELL'AERODINAMICA Che sia bella lo pensano in molti. Niente a che vedere con le linee squadrate della 190, o poco personali, oltre che troppo austere, della precedente Classe C. Al fascino comune con quello delle sorelle da sogno, la "piccola" 4 porte della Mercedes aggiunge un primato: è la berlina a tre volumi più aerodinamica al mondo (cx 0,26). Con tutti i vantaggi del caso: prestazioni, consumi e l'accattivante profilo.
DESIGN D'IMPATTO Per competere con il fisico sexy della BMW Serie 3 e le forme da galleria d'arte dell'imminente Audi A4, alla Classe C serviva un abito di gala: elegante, moderno e seducente. La sartoria di Stoccarda ha lavorato bene. Il muso è da felina, i fari a quattro luci sono ben annegati nel frontale spiovente, con la tradizionale mascherina (di plastica!) e la stella a tre punte a mo' di mirino. I fianchi sono slanciati per una perfetta armonia tra i volumi. La coda è quella della Classe S dopo una cura dimagrante.
COMODA PER QUATTRO Rispetto alla versione del 1993, la Classe C del 2000 fuori è più lunga di una decina di centimetri, dentro di 2,5. Altezza e larghezza restano invariate. La posizione di guida è comoda e rilassata: le poltrone anteriori si regolano con facilità grazie al comando elettrico di inclinazione e altezza. Non sono però da primato per il contenimento del bacino in curva, e cigolano come il divano della nonna. Il sedile posteriore è più adatto a due che tre persone e lo spazio per le gambe non abbonda.
PER QUALCHE CURVA IN PIU' La plancia della nuova Classe C è più mossa per risultare più gradevole alla vista, assemblata con cura e dotata di portaoggetti più ampi. Può far storcere il naso il grande tachimetro centrale da autobus, ma racchiude un grande display che, attraverso i comandi sul volante, visualizza una numerosa serie di informazioni, comprese quelle del computer di bordo (consumi, velocità media, tempo di viaggio e altro). L'interpretazione dei pulsanti per il funzionamento non è immediata.
VALIGIE A GO-GO Ci stanno i bagagli di un'intera famiglia sulla Classe C. Il vano di carico ha una buona capacità (450 litri) e una forma regolare. Vi è inoltre la possibilità di ottenere lo schienale posteriore ripiegabile asimmetricamente per il carico degli oggetti più ingombranti, ma solo mettendo mano al portafoglio. Inaccettabile su una Mercedes! Lascia perplesso l'occhio critico anche la presenza nel bagagliaio di parti di lamiera a vista.
QUASI TUTTO DI SERIE Tranne qualche inspiegabile pecca, una su tutte quella degli specchietti esterni ripiegabili (solo elettricamente e a richiesta), la dotazione della Classe C è ricca già sulla versione Classic (il modello preso in esame), che introduce alla gamma. In aggiunta a quanto già detto include climatizzatore con regolazione separata per i due lati dell'abitacolo con filtro antipolline, fendinebbia, inserti in legno, 5 poggiatesta, retrovisori regolabili elettricamente e riscaldati, oltre ad ABS e sidebag.
L'HANDICAP DEL PREZZO Attesa estenuante per averla e prezzo non proprio alla portata di tutte le tasche sono i suoi difetti maggiori. Francamente 60 milioni e 700 mila lire per la 220 CDI Classic sembrano troppi. Anche perché la concorrenza non è stata ferma a guardare e oggi è possibile trovare alternative altrettanto valide, o forse anche migliori, con un risparmio di almeno una decina di milioni di lire. Magari anche meno appetibili per i ladri. E questo nonostante Nicolas Cage, nel kolossal-flop "Fuori in 60 secondi", ci riveli che sono le Mercedes le auto più ostiche da rubare. Se lo dice lui…
AL VOLANTE
Si sa, la Mercedes è un'auto comoda, silenziosa (senza esagerare...), adatta per le lunghe trasferte. Chi ama la guida sportiva scelga senza esitazioni l'assetto rigido con i pneumatici maggiorati. La Classe C nella configurazione di serie ha un temperamento morbidone con ampi movimenti del corpo per assorbire bene le asperità della strada. La visibilità è buona in tutte le direzioni, eccezion fatta per la coda: in retromarcia si fatica a capire dov'è la sua fine.
FEELING DI GUIDA Il cambio a sei marce ha la corsa un po' lunga ma è preciso. Tenuta e stabilità sono esemplari grazie alle sofisticate sospensioni anteriori (Mc Pherson con tre bracci) e posteriori (multilink). D'aiuto c'è comunque l'elettronica che interviene ogni qual volta stiano per verificarsi perdite di aderenza. Escludendo l'ESP, sul bagnato si rischia qualche scodata, facilmente gestibile però con lo sterzo. Il comando di quest'ultimo, a cremagliera anziché a vite e rullo, è migliorato ma rimane leggermente pigro.
IL TURBODIESEL DEI MIRACOLI
Veloce quasi quanto la 200 Kompressor a benzina e con una coppia tanto elevata da consentire una guida in punta di gas, il turbodiesel di 2148 cc con tecnologia common rail (143 CV a 4200 giri e ben 315 Nm da 1800 giri) conferisce alla Classe C un carattere eccezionale. Ma al minimo si capisce che è diesel. Le riprese sono pronte anche nelle marce più alte, limitando così il ricorso al cambio, e ottime le prestazioni: 220 km/h di velocità di punta e 10"3 per raggiungere da fermi i 100 km/h. La media di percorrenza è persino migliore di una Fiesta 1.2 a benzina: 14,9 km/l.di David Giudici
25 settembre 2000