Perde gli spigoli e un po' di carattere, ma guadagna abitabilità e comfort. Ecco la nuova Mercedes GLC
CAMBIO VITA Sulla carta (d’identità) cambia una sola lettera, nella realtà molto di più. Il passaggio da Mercedes GLK a Mercedes GLC, per il suv medio della Stella, è una rivoluzione: di stile, di progetto e forse di pubblico.
ECUMENICA Si va dove porta il mercato, questo è evidente. Dunque, via gli spigoli vivi e i tratti somatici tirati col righello della GLK, tanto iconici quanto divisivi, e spazio a linee morbide, tondeggianti, più in armonia con la moda. Così facendo, un po’ di personalità è evaporata. Ma se la GLK o la amavi o la odiavi, la GLC punta invece a larghe intese. Anche grazie ad interni made in Italy (nel disegno) che sollevano l’asticella della qualità della vita a bordo.
CON MOUSE I designer del Centro Stile Mercedes di Como hanno fatto centro un’altra volta; sulla GLC si viaggia in panciolle, come su una lussuosa berlina. L’arredamento intorno al posto di guida è ben fatto e moderno, con un tocco high tech. Dettato dal solito sistema multimediale Mercedes a mo’ di tablet, sospeso sulla plancia come un monaco buddista in levitazione, e da un touchpad di comando sulla consolle centrale, dal quale – volendo - dettare istruzioni al navigatore scrivendole col dito.
DA VIVERE Poi c’è l’abitabilità, che rispetto al passato è tutt’altra cosa. Lunga 466 cm per 189 di larghezza, nelle dimensioni la GLC ha guadagnato una mezza taglia (+13 cm in lunghezza e +5 cm in larghezza) offerta in toto ai passeggeri; sono quasi 12 i centimetri fagocitati dal passo. Col risultato che, di aria, non ne manca in tutte le direzioni, tanto in prima quanto in seconda fila. E non manca nemmeno potenziale di carico: il bagagliaio arriva ora a 580 litri con i cinque sedili su, fino a un massimo di 1600 litri abbassando gli schienali dei sedili per gli ospiti.
PACCHETTO TECNICO Tutto, insomma, delinea l’habitat ideale per chi vuole godersi il viaggio, sia esso un casa-ufficio o una vacanza itinerante. Con un incentivo pure dalla tecnica, grazie all’optional delle sospensioni pneumatiche Air Body Control (di serie nell’allestimento Premium) che regolano lo smorzamento in funzione della mappatura selezionata attraverso il Dynamic Select (Eco, Comfort, Sport, Sport+ e Individual). Tuttavia, abbandonare l’asfalto non è un delitto, con la Mercedes GLC, soprattutto se si opta per il Pacchetto Tecnico Offroad, tarato su cinque settaggi di guida orientati al fuoristrada: Offroad (per le mulattiere), Salita (ottimizza l’arrampicata), Disimpegno (utile quando si è impantanati), Slippery (per fondi sdrucciolevoli, ghiacciati o innevati) e Rimorchio (che facilita le manovre di rimorchio in condizioni sfavorevoli).
PROSSIMAMENTE IBRIDA Con o senza pacchetto Offroad, sulla GLC c’è sempre la trazione integrale 4Matic, di serie al pari del nuovo cambio automatico a nove rapporti 9G-Tronic. Aspettando la GLC ibrida plug-in, la GLC 350 in arrivo nel 2016 (con cambio 7G-Tronic, però) le versioni in concessionaria sono tre, due a gasolio e una a benzina: GLC 220d 4Matic (170 cv, 400 Nm di coppia), GLC 250d 4Matic (204 cv e 500 Nm) e GLC 250 4Matic (211 cv e 350 Nm). Moltiplicate per cinque allestimenti (Executive, Business, Sport, Exclusive e Premium), con prezzi di listino che spaziano dai 47.940 euro della GLC 220d 4Matic Executive ai 57.090 euro della GLC 250d 4Matic Premium.
TAILOR MADE Destinazione? “Autodromo diMonza”, cinguetta la hostess. E l’acquolina in bocca sale. Imposto il navigatore, pronto a lasciarmi alle spalle la città. Giusto il tempo di trovare la quadra sul trono. Sulla GLC si guida di vedetta, okay, ma anche un po’ arretrati e per cucirsi addosso la seduta bisogna fare i conti con la sua linea di cintura alta. Questione di un attimo: le regolazioni elettriche sono precise al millimetro.
TRASFORMISTA Basta poco anche per lasciarsi andare alle coccole. Sulla Mercedes GLC, l’abitacolo è un mini salotto di casa dove guidare in pantofole. Silenziosissima e accogliente, è bene godersela in “Comfort” finché dossi e rotonde sono nei paraggi. Reazioni morbide e un guscio d’ovatta: il mix ideale per isolarsi dal traffico come per sopportare lunghe sessioni di autostrada trattandosi con i guanti. Curve all’orizzonte? Passate a Sport o Sport+. Lo sterzo si fa meno turistico, il motore più pronto, il cambio si velocizza e – con l’Air Body Control – l’assetto più rigido (e ribassato) tiene a bada il rollio se si decide di forzare un po’ il passo.
9 CON LODE Finché la GLC deve fare le veci di una station (o da taxi per la prole), la 220d 4Matic basta e avanza. Anche a freddo vibra poco o nulla, non alza mai la voce e suoi 170 cv e 400 Nm di coppia sono più che godibili in ogni situazione che non richieda di tirare il collo al 2.1 litri, sempre pronto e bello tondo nell’erogazione. Diversamente conviene passare alla 250d - stessa cilindrata –, che a tanta fluidità aggiunge un bel tiro agli alti regimi. Per entrambe il nuovo cambio 9G-Tronic (di serie) è una manna dal cielo; i suoi innesti, puntuali e molto morbidi, sorprendono per precisione e soprattutto sono sensibilmente più rapidi rispetto al “vecchio” (ma non ancora pensionato) 7G.
UN TWIST? Arrivo all’Autodromo di Monza, riemergo dal tunnel che costeggia il paddock ma – sorpresa! – mi dirottano sul lato opposto. Niente pista. Il test-drive prevede invece una sorta di gimkana all’interno del parco per mettere alla prova le velleità fuoristradistiche della GLC. Cinquantamila euro di suv sopravvivranno a una fangaia o a un twist? Questa è la domanda - che probabilmente la maggior parte dei clienti Mercedes eviterà di porsi. Ma la risposta è: sì. Anche in caso di forti pendenze laterali e discese ripide (preselezionando il controllo della velocità, Downhill Speed Regulation), o quando semplicemente manca grip, la GLC se la cava di gran carriera, grazie al 4-Ets abbinato al Pacchetto Tecnico Offroad, che conta una protezione extra del sottoscocca e ben cinque programmi di guida tarati sullo sterrato. Uno dei quali, grazie alle sospensioni pneumatiche, all’occorrenza solleva l’altezza da terra della GLC di 5 centimetri per ampliare gli angoli di attacco e di uscita.