La Classe A cambia in punta di matita e ora ha una dotazione più ricca
L’ANNO DEL CAMBIAMENTO Nel 2012 i titoli sulla stampa specializzata recitavano più o meno così: "arrivederci Classe A", "l’auto più amata dal gentil sesso si dà alla sportività", e ancora, "salutate la piccola monovolume". Il resto è storia dei giorni nostri e dopo il drastico cambiamento di rotta, ora è tempo di bilanci e di una bella rinfrescata di metà carriera. A quota 50mila unità vendute in Italia in appena tre anni, la Classe A di seconda generazione si rifà il trucco ma con discrezione: arrivano una nuova mascherina, nuovi fari e contenuti tecnologici aggiornati.
TROVA LE DIFFERENZE Iniziamo dal frontale. In effetti bisogna sforzare un po' la vista per capire che c’è una nuova mascherina per il radiatore chiamata Matrix. I più attenti avranno già arricciato il naso perché non si tratta di una vera e propria novità visto che equipaggiava la versione 250 Sport pre-restyling. Ad ogni modo adesso fa parte della dotazione di serie su tutta la gamma. Più evidente, invece, il lavoro fatto sul paraurti alla ricerca di un aspetto più sportivo. Novità anche per quanto riguarda l’illuminazione. Oltre che rivisti nel disegno interno, i nuovi fari hanno abbandonato la tecnologia Xenon per una più moderna ed efficiente illuminazione a Led (optional) che, a richiesta, può essere personalizzata in dodici colori e cinque livelli di intensità.
AL POSTERIORE Ci spostiamo dietro dove continuiamo con il giochino del "trova le differenze": aggiornati i fanali nel disegno delle luci e ritoccato in punta di matita il paraurti che ora accoglie due bocche per gli scarichi dal taglio più squadrato. Con questo possiamo considerare concluso il discorso sulle novità estetiche.
VIA LA CORNICE Al posto guida l’occhio cade sul display centrale che ora guadagna due pollici (da 6 a 8) e, finalmente, perde quella cornice cicciotta che non a tutti piaceva, sottoscritto compreso. Lo schermo più grande è un optional, di serie c'è lo schermo con la diagonale più piccola. Parlando di infotainment vale la pena sottolineare, per la felicità del pubblico più giovane, che ora la nuova Classe A supporta i sistemi CarPlay e MirrorLink per collegamento dello smartphone. Per il resto, i tecnici hanno lavorato di cesello modificando qualche dettaglio nella grafica della strumentazione e aggiungendo nuovi colori e rivestimenti per gli interni. Anzi no, a onor di cronaca non si possono non menzionare le luci Ambient, prese in prestito niente meno che dalla Classe S e che tingono l'abitacolo in 12 differenti tonalità di colore.
QUI SICUREZZA Con il Model Year 2016 è stato implementato il già ricco equipaggiamento di sicurezza fornito di serie. Un esempio viene dal Collision Prevention Assist che ora diventa Plus e aggiunge la frenata autonoma in caso di rischio di tamponamento. E’ stato rivisto anche l’Attention Assist, che consiglia quando fare una pausa con la famosa tazzina di caffè, che ora tiene conto di più parametri per il rilevamento della stanchezza del guidatore.
ME LA FACCIO SU MISURA Ai più esigenti è dedicato il Dynamic Select che offre la possibilità di regolare l’assetto, il motore, il cambio e lo sterzo su 4 diverse tarature, da Sport a Comfort, passando per Eco, fino a Individual. E' di serie se sceglierete la Classe A con il cambio automatico 7G-DCT a doppia frizione o nelle versioni Premium, in abbinamento all’assetto ribassato, oltre che per le versioni 4Matic a trazione integrale, che includono ora anche la motorizzazione 200 d.
QUI MOTORI E già che ho tirato in causa i motori, facciamo una panoramica sull’offerta della Classe A 2016, che ha aggiornato tutta la gamma per rientrare nella normativa Euro 6. Apre il istino la nuova motorizzazione d’ingresso sulla A 160 equipaggiata con il 1.600 benzina da 102 cavalli e 180 Nm di coppia. Rimanendo sul fronte benzina, si passa alla A 180 da 122 cavalli, segue la A 200 da 156 cavalli, la A 220 da 184 cv fino alla A 250 da 211 cavalli. Fronte diesel, la scelta è meno variegata ma altrettanto completa. Se il piccolo A 160 d da 90 cavalli non è tra le scelte preferite dal pubblico italiano, altrettanto non si può dire del 1.500 da 109 cavalli che equipaggia la A 180 d. Espiantato dai cofani Renault e Nissan, unisce consumi bassi a prestazioni brillanti. Un gradino più in alto si pone il 200 d da 136 cavalli sino al diesel più potente: il 2.2 da 177 cavalli. Capitolo a parte per la mostruosa A 45 AMG che per il MY 2016 aggiunge 20 cv ai 360 della versione precedete. Il totale - 380 cv - è presto fatto. Meno scontato lo 0-100, che viene bruciato in appena 4,2 secondi, abbassando il crono di 0,4 secondi.
QUI ALLESTIMENTI Prima di chiudere la parte relativa al COME E’, ecco il capitolo allestimenti. Executive, Business, Sport e Premium. Di serie per tutte clima automatico, display a colori al centro degli strumenti, accensione fari automatica (solo per citarne qualcuno) e tutto il pacchetto di sicurezza comprensivo come detto di Attention Assist Plus e Collision Prevention Assist Plus. Prezzi? Il listino parte da 23.880 Euro per la benzina A 160 fino a quota 47.636 Euro per la A 45 AMG. Nel mezzo ci sono le versioni più papabili ovvero le diesel con la A 180 d da 25.100 Euro, la A 200 d da 28.190 Euro.
EDIZIONE SPECIALE!!! Il dominio Mercedes in Formula Uno di Hamilton e Rosberg ha ispirato il nuovo allestimento Motorsport Edition. La parentela con le Frecce d’Argento è evidente nella livrea e nelle finiture verdi che richiamano lo sponsor Petronas e che adornano l’alettone posteriore AMG (che si può anche non montare) e altri dettagli riservati alle versioni più performanti.
SEMPRE LEI Al posto guida nulla è cambiato. La posizione sportiva ma comoda è garantita dai sedili con poggiatesta integrato che danno un bel sostegno anche in curva. Bello il nuovo volante a tre razzedall’impugnatura massiccia ma dal diametro della corona ridotto. Insomma, a bordo grossi stravolgimenti (a parte lo schermo più grande al centro della plancia) non ci sono stati e ritrovo tutte le qualità della versione precedente.
OGNI VOLTA UNA SORPRESA Inizio la mia prova con il diesel della A180 d, il motore preferito dagli italiani. Ed è facile capire perché. Di derivazione Renault, ormai è una vecchia conoscenza. L’ho provato in tutte le salse, dalla piccola Clio, passando per la Dacia Duster sino alla grossa Kadjar e stupisce sempre come soli 1.500 cc per 109 cavalli siano più che sufficienti a garantire prestazioni brillanti, anche su una Mercedes. Il cambio automatico a doppia frizione è svelto e preciso come uno svizzero. Senza perdere giri, infila un rapporto dietro l’altro, tanto che la spinta sembra anche più vigorosa di quella dichiarata.
ABBASSA LA VOCE Giro di chiave, il motore si avvia al minimo. Me lo aspettavo più silenzioso in verità, in fase di accelerazione il piccolo diesel ha il vizio di alzare la voce. Imbocco la statale che da Milano porta a Como, punto d’arrivo del test drive. A velocità codice la A 180 d cambia faccia lasciando spazio a un ottimo isolamento acustico. I consumi da scooterone, manco a dirlo, sono il punto forte del piccolo diesel che unisce tra l’atro anche costi di gestione ridotti. Per contro i 109 cavalli, seppur arzilli e pimpanti, non mettono nemmeno lontanamente in crisi il buon telaio della Classe A che, anzi, invoglia a guidare.
DYNAMIC SELECT Cambio motorizzazione e mi metto al volante della A 200 d. Questa volta la strada si attorciglia un po’ dandomi modo di provare il Dynamic Select. Passo dalla modalità Comfort a quella Sport. La Classe A si irrigidisce e diventa più reattiva e precisa di sterzo. Le sospensioni buttano giù, senza “rollio ferire”, anche i tornanti più stretti. Quanto al cambio viene settato per effettuare il passaggio di marcia a un regime più alto. Insomma passare da una modalità all’altra è distintamente percepibile compresa la modalità Eco che addirittura minimizza il funzionamento del clima per il massimo risparmio di carburante. Il quattro cilindri da 136 cavalli ha certamente più birra del 1.5, mettendo in luce una ripresa poderosa che facilita nei sorpassi. Peccato solo che, come il 1.500, sia rumoroso a freddo e in fase di accelerazione.
CAMBIO DI PASSO Dal diesel alla benzina. Da potenze umane a qualcosa che non è alla portata di tutti. Tre lettere: AMG. Potevo farmi scappare la possibilità di provare la mostruosa A 45 AMG? Il motore parte con una bella accelerata programmata che fa capire subito di che pasta è fatto. Sulla scheda tecnica ci sono 20 cavalli in più di prima, in totale fanno 380. Chiariamo subito. Non sono in pista né su un percorso chiuso al traffico ma in strada. Il traffico si dirada e affondo deciso. Il 4 cilindri turbo si scatena in un rombo che - di primo acchito - mi sembra meno cupo e graffiante che sulla versione precedente. Lo scatto però è decisamente migliore e i 4 decimi risparmiati nello 0-100 si sentono tutti. Posiziono il manettino del Dynamic Select su Sport Plus e schiaccio il tasto che apre gli scarichi. Non posso andar veloce, almeno mi concedo il piacere di sparare qualche sgasata in galleria. Finestrino abbassato di due dita e giù tutto, sono un po’ tamarro inside. La galleria diventa la cassa di risonanza di un motore (costruito secondo la filosofia "one man, one engine") che ama farsi sentire anche a centinaia di metri. Un paio di curve mi regalano qualche info su sterzo e assetto. Preciso e abbastanza diretto il primo (il servo elettrico non aiuta), granitico il secondo che tiene a bada tanta motricità in curva. Gran bel giocattolone non c’è che dire.