A prima vista forse non lo direbbe nessuno ma il restyling porta con sé ben 400 modifiche. Oltre a una linea aggiornata, ci sono motori più in forma e sospensioni riviste per un maggior piacere di guida. La nuova gamma arriverà a fine estate con prezzi dai 22.100 ai 32.000 euro
AGUZZATE LA VISTA Con davanti la Mazda6 Facelift 2010 e il vecchio model year i lettori del "La Settimana Enigmistica" appassionati del gioco "Aguzzate la vista" avrebbero davvero pane per i loro denti. Al posto dei canonici dieci dettagli da scovare, qui potrebbero passare ore alla ricerca delle circa 400 modifiche che la Casa giapponese dichiara di aver introdotto. E alla fine, probabilmente, dovrebbero magari arrendersi, perché alcune novità sono decisamente ben nascoste alla vista.
LIFTING Quelle più evidenti sono chiaramente quelle relative alla linea, che si uniforma ai più recenti canoni stilistici Mazda e vanta così una maggiore familiarità con il resto della gamma. Il frontale in particolare diventa più sportivo e grintoso grazie alla nuova forma dello spoiler e delle cornici dei fendinebbia. Poco più sopra i fari guadagnano una finitura cromata, sorte che tocca anche alle luci di coda. Si tratta d'interventi che non stravolgono comunque la sagoma della 6, già molto personale e moderna (forse anche troppo vistosa, in alcuni dettagli), per merito soprattutto dei parafanghi anteriori che si stagliano dal cofano motore.
IN PUNTA DI MATITA All'interno i designer sono intervenuti ancor più in modo discreto. Le forme degli arredi non cambiano e a variare sono così più che altro le finiture superficiali di alcuni particolari. La consolle centrale ha ora una copertura nero lucido, in tinta con le razze del nuovo volante multifunzione. Sempre nel mobiletto, le manopole del climatizzatore sfoggiano nuove ghiere cromate' mentre i pannelli chiari che ornano la plancia hanno inedite finiture argento, opaco o lucido.
FA LA SOSTENUTA Per quanto riguarda il telaio, gli ingegneri nipponici sono intervenuti sulle sospensioni per trovare un miglior compromesso tra piacere di guida e comfort. La barra stabilizzatrice anteriore ha nuove boccole, così come la traversa posteriore, che viene messa in condizione di risentire meno delle vibrazioni. Un lavoro d'irrigidimento è fatto anche sui puntoni d'attacco e gli ammortizzatori hanno una taratura rivista in fase di estensione. Anche lo sterzo ad assistenza elettrica non è stato trascurato e promette una maggior sensibilità grazie innanzi tutto a un nuovo software di gestione.
PER TUTTI I GUSTI Nemmeno i motoristi sono rimasti con le mani in mano a guardare i colleghi. Il turbodiesel 2.2 sarà sicuramente il best seller della nuova gamma, che arriverà nelle concessionarie a fine estate. Questo motore sarà riproposto di nuovo in tre livelli di potenza (sempre abbinati a un cambio manuale a sei marce) ma è in generale riveduto e corretto per essere più gradevole e rispettoso dell'ambiente. Dopo l'adozione di turbine più piccole e la modifica della forma della camera di scoppio e del cielo del pistone per migliorare l'efficienza e la prontezza in ripresa, la versione più potente dispone di 180 cv e 400 Nm, quella intermedia di 163 cv e 360 Nm e quella soft di 129 cv e 340 Nm. Sul fronte a benzina, invece, il noto 1.800 da 120 cv e 165 Nm con cambio a cinque marce è affiancato dal due litri a iniezione diretta DISI con 155 cv e 193 Nm ordinabile con una trasmissione manuale a sei marce o una automatica a cinque rapporti.
DA DEFINIRE A diversi mesi dal lancio, il listino della 6 Facelift 2010 è ancora in fase di definizione. Alcuni punti chiave sono però già sicuri, come il range dei prezzi, da circa 22.100 a 32.000 euro. L'offerta Mazda prevede due tipi di carrozzeria. Il più venduto sarà quello station wagon, che ha come fiore all'occhiello il furbo sistema Karakuri per ribaltare in un attimo gli schienali posteriori e portare la capacità di carico a 1.751 litri. Le briciole le raccoglierà la berlina a tre volumi, mentre la versione hatchback, a cinque porte, con il portellone, non varcherà invece il confine italiano e sarà riservata ad altri mercati stranieri.
IN CRESCENDO Quanto agli allestimenti, quelli annunciati sono cinque. Quello base e quello chiamato Experience sono previsti in abbinamento ai soli motori 1.8 benzina e 2.2 turbodiesel da 129 cv. Il due litri a benzina e la variante da 163 del 2.2 a gasolio si possono incrociare invece con i livelli di equipaggiamento Executive e Luxury. Punta di diamante di diamante è invece la 2.2 turbodiesel da 180 cv, che può essere declinata solo con la carrozzeria station wagon e in versione Sport. E' interessate notare che con il nuovo model year la Mazda6 porta al debutto un nuovo sistema di illuminazione adattiva AFS con fari bixeno (standard sugli esemplari Luxury e Sport) e il sistema di assistenza alla partenza in salita HLA (di serie invece dalla Executive in su).
TALE E QUALE Chi conosce la Mazda6 al volante del nuovo Facelift respira aria di casa. L'abitacolo resta infatti sostanzialmente quello già visto sulla serie precedente. Poco male: in fondo andava benone e non c'era bisogno di cambiarlo. I comandi sono intuitivi e a portata di mano, gli assemblaggi sono impeccabili e per scoprire qualche plastica dura di troppo bisogna andare a scovarla picchiettando qua e là con le unghie. L'impressione è comunque di un interno curato, oltre che spazioso. Chi siede dietro vorrebbe avere proprie bocchette di aerazione ma certo non altri centimetri: di quelli ce n'è più che a sufficienza.
DRITTA COME UN FUSO Una volta su strada l'impressione è che la nuova generazione abbia fatto un salto di qualità piccolo ma generalizzato, un po' a tutti i livelli. Lo sterzo della 6 attuale non è mai andato male ma quello degli esemplari Facelift sembra un po' più consistente, una sensazione che si dimostra piacevole soprattutto quando si viaggia in rettilineo ad alta velocità e il fondo è magari bagnato e con pozzanghere. In ogni caso, quando c'è da sterzare, il feeling con le ruote è molto buono, con un'elevata sensibilità a ogni andatura.
NON SCODINZOLA Anche le sospensioni fanno bene il loro lavoro. In velocità, alle andature codice (e anche quando si mette sul piatto una manciata di punti della patente) questa Mazda sembra molto ben piantata sulle ruote. Quando poi il nastro asfaltato inizia ad aggrovigliarsi, la 6 Facelift si conferma una familiare piacevole e divertente. Entra in curva senza inerzie, docile ai comandi del volante e percorre la traiettoria voluta da pilota senza incertezze. Anche in caso di rilascio la coda ha reazioni molto composte e per vederla allargare la linea bisogna provocarla deliberatamente.
ANCHE TROPPO Se sotto il cofano c'è il turbodiesel 2.2 in versione Mr Muscolo da 180 cv, può capitare che ci siano leggere reazioni allo sterzo se si esagera con l'acceleratore in uscita dalle curve lente. Questo motore ha infatti birra da vendere, nonostante il ridimensionamento della turbina abbia limato un po' gli artigli in fase di allungo. La sua prontezza a ogni pressione sul pedale dell'acceleratore è invece migliorata, a tutto vantaggio della fluidità di marcia.
VIA DI MEZZO La soluzione ottimale per un impiego a 360° e capace di mettere d'accordo il piede destro e il portafoglio sembra dunque la versione Mid Power dello stesso turbodiesel, quella da 163 cv. Ai regimi medio bassi si può tranquillamente chiudere un occhio sulla sua minor vivacità rispetto al fratello: in termini assoluti siamo pur sempre su ottimi livelli. La differenza si accentua solo quando la lancetta del contagiri si lascia alle spalle quota 3.000 per spingersi verso la zona rossa, ma è una situazione in cui ci si trova solo di rado nell'uso quotidiano. Il più delle volte la corposità dell'erogazione soddisfa alla grande.
PIEDE FELPATO Il due litri a benzina sembra avere invece un po' il fiato corto al cospetto dei fratelli a gasolio e va bene giusto per chi percorre pochi chilometri l'anno, tenendo spesso il piede leggero sull'acceleratore. La spinta è lineare ma per far venire fuori la sua vivacità bisogna entrare a gamba tesa sul pedale e tenerlo su di giri. Tuttavia questo stile di guida mal si addice allo spirito della familiare nipponica, che è sì per una guida allegra ma non arrembante, con il coltello tra i denti. Per chi fosse disposto a tenere a freno i bollenti spiriti potrebbe avere un senso scegliere quella trasmissione automaticache manca invece nella gamma a gasolio. Le cambiate sono dolci e sufficientemente rapide e c'è anche la possibilità di una selezione manuale delle marce grazie alla funzione sequenziale.