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Sportiva da famiglia, allo spazio affianca la grinta del suo duamiladue da 180 cv. La Mazda6 facelift ha buone carte da giocarsi anche contro concorrenti più blasonate… e costose.
QUESTIONE DI LIFTING La parola “facelift” quelli di Mazda l’hanno messa nel nome giusto perché chi non è molto attento ai dettagli potrebbe scambiarla per la versione precedente. In ogni caso i piccoli interventi apportati al look della station giapponese sono stati di quelli giusti. La Mazda6 ha guadagnato in slancio e sportività e questo per combattere nel segmento delle “sportwagon” non è affatto male. Perché sportwagon? Perché in questo allestimento sport la Mazda6 mostra gli artigli e qualcosa in più.
SPORTIVA DI FATTO La linea è già di per sé slanciata, con la coda che tende a scendere togliendo di fatto l’impressione di essere al cospetto della station da imbianchino tutta capacità di carico e poco stile. In più l’allestimento sport aggiunge i cerchi da 18 pollici con pneumatici 225/45 e i vetri posteriori oscurati. Sensazioni sportive che si ritrovano anche all’interno dove questa “sport wagon” davvero non si fa mancare niente. Anche perché alla voce “equipaggiamento di serie” la Mazda6 porta un elenco lungo una quaresima.
TUTTO DI SERIE O QUASI Oltre alla solita fornitura di airbag, al climatizzatore bizona, al cruise control e al sistema keyless, a bordo della station Mazda c’è davvero di tutto. Citando solo le cose più interessanti, ecco gli interni in pelle con sedili anteriori riscaldati (utili perché in inverno la pelle è davvero fredda) e regolabili elettricamente, i fari bi-xenon adattivi di tipo dinamico (ruotano assieme allo sterzo illuminando meglio la curva), i sensori parcheggio e di pressione dei pneumatici, oltre all'impianto audio Bose Sound System.
NAVIGATORE EXTRA Ce ne sono altri ovviamente ma ci limitiamo a questi per evitare che questo articolo diventi un po’ come l’elenco della spesa. Spesa, che, a proposito, si attesta sui 31.800 € chiavi in mano, 34.350 per l’auto in nostro possesso che adotta praticamente gli unici due optional disponibili, navigatore satellitare e vernice metallizzata. Insomma l’allestimento è di ottimo livello e usando la ragione non c’è motivo di non prendere in considerazione questa auto, che come mancanza (se si può considerare tale) ha solo quella di un marchio “fashion” sulla calandra, ma di sostanza ne ha, eccome.
ASIMMETRICA E per trovarla basta salire a bordo. A parte la curiosa asimmetria delle portiere (a destra c’è la maniglia, a sinistra il bracciolo con pozzetto), la Mazda6 propone un interno di qualità conassemblaggi impeccabili e plastiche altrettanto valide. L'impressione generale è quella di un abitacolo molto curato e anche spazioso. Lo spazio vitale è ottimo per chi siede davanti, altrettanto per chi siede dietro, che certo non soffrirà di claustrofobia.
LA GIUSTA POSIZIONE Una volta a bordo, lavoro un po’ per trovare la posizione di guida ideale giocando a lungo con tutte le regolazioni elettriche del sedile e con quelle del volante ma alla fine con la Mazda6 si riesce sempre a trovare la posizione giusta, anche del supporto lombare che qui è regolabile. L’avviamento è rapido, il motore non è un mostro di silenziosità ma nemmeno un urlatore. In ogni caso in giro si trova qualcosa di più silenzioso, anche se il comfort acustico non è in discussione tanto da non costringere l’impianto Bose ad alzare troppo la voce per farsi sentire con tutta la sua qualità.
MOTORE CATTIVO Il turbodiesel 2.2 in versione 180 cv ha comunque davvero una bella birra e tiene fede al nome Sport di questo allestimento assicurando prestazioni eccellenti con 216 km/h di velocità massima e 8,7 secondi nello 0-100. Il tutto con consumi più che dignitosi. Le dichiarazioni parlano di 5,4 litri/100 km nel ciclo misto, in realtà guidando di passo allegro su un percorso realmente misto (30% statale, 30% autostrada 30% città) il computer di bordo si ferma a 7,1, un consumo comunque più che accettabile anche considerando cubatura e prestazioni del 2.2 Mazda.
GIRI GIUSTI È un motore vivace, questo, a patto di tenerlo sempre al regime giusto, perché nonostante il ridimensionamento della turbina (la versione precedente l’aveva ancora più grossa) accusa talvolta un pelo di ritardo nella risposta, soprattutto quando si è sotto i 1800-2000 giri. In ogni caso un cambio a sei marce ben spaziato e anche piuttosto rapido nell’azione aiuta nel raggiungimento dell’obbiettivo senza troppi patemi.
COMFORT SPORTIVO La guida della Mazda è il giusto mix tra sportività e comfort; lo sterzo è piuttosto diretto e “consistente” tra le mani, l’assetto giustamente sostenuto ma non estremamente rigido così che la Mazda6 non disturba la nonna sui sedili posteriori ma - se serve - sa essere anche appagante nella guida. Il crescendo piuttosto brusco della potenza causa talvolta qualche movimento di sterzo in uscita dalle curve lente con il controllo di trazione che entra a tratti a riportare l’auto sulla retta via. In generale, per essere una wagon, la Mazda6 offre comunque una guida decisamente gratificante.
QUALCHE NOTA Di contorno qualche nota segnata durante la mia convivenza con lei. Ottimo il sistema bluetooth che consente di “linkare” al sistema audio non solo telefono ma anche Ipod: l’associazione è facile e immediata anche se talvolta è capitato qualche sgancio durante le telefonate. Il monitor del navigatore è invece un po’ troppo luminoso nella guida notturna, anche quando si abbassa completamente la luminosità.