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Mazda Tribute 3.0L V6


Avatar di Mario Cornicchia, il 04/05/03

21 anni fa -

È una creatura giapponese ma, in realtà, è uno spicchio di Stati Uniti. La Tribute è decisamente pensata più per i 52 stati d'oltreoceano che per la vecchia Europa, seguendo l'onda inarrestabile della SUV mania americana.

La Tribute è una SUV compatta e di medio prezzo per gli USA, più impegnativa per le nostre strade e per i nostri borsellini. Soprattutto nella versione dotata del buon motore V6 3 litri a benzina abbinato al cambio automatico a 4 rapporti. Non tanto per il prezzo, comunque di 29.450 Euro, quanto per i costi di gestione, benzina e balzelli vari.

La Tribute non è un’auto di fascino, ma sobria e certamente piacevole nello stile, più da lavoro che da soirée di gala. Anche lo stile dell’abitacolo è piuttosto spartano, pur con i sedili rivestiti in pelle, ma confortevole.

Il bagagliaio è spazioso, con la possibilità per quelli alti sopra l’1 e 90 di aprire soltanto il lunottino per caricare bagagli leggeri e poco ingombranti. Il sedile si regola in altezza elettricamente, il volante soltanto in altezza. Si trova comunque una posizione di guida confortevole.

Che sia uno spicchio di Amerika è evidente appena ci si siede al volante, con la leva del cambio sul piantone e, più che la pelle dei sedili, è il rombo del V6 che nobilita la Tribute, un bel rumore pieno che trasmette allo stesso tempo una sensazione di potenza (in effetti i cavalli non sono pochi, sono 197) e di souplesse da limousine.

La leva non è praticissima da utilizzare non tanto per la posizione, che sarebbe assai comoda, ma per gli scatti tra una posizione e l’altra che non sono facili da intuire, chiedendo sempre conferma al display digitale annegato negli strumenti sulla correttezza della marcia inserita.

Trovata la posizione D, Drive, il tremila si rivela subito un gran bel motore, che non ha bisogno di raggiungere regimi elevati per dare il massimo. Anzi, l’ago del contagiri si trova spesso tra 2 e 3 mila giri, raramente sale di più anche quando si vuole scattare al semaforo o in autostrada.

È un motore dalla doppia personalità: porta a spasso con un sussurro e tira fuori gli artigli quando si preme sull’acceleratore. Anche il cambio automatico fa la sua parte e i 4 rapporti sono più che sufficienti grazie alla generosità del V6.

Quando si solleva il piede dall’acceleratore si fa volo a vela, come essere in folle: un ottimo aiuto per i consumi. Insomma, un’auto piacevole da guidare, comoda, sufficientemente silenziosa e, se non si fanno tirare fuori gli artigli al V6, anche sobria nei consumi. Ma a farla diventare una ubriacona basta un attimo.


Pubblicato da M.A. Corniche, 04/05/2003
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