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Prova su strada

Mazda 2 1.5 SkyActiv-D


Avatar di Marco Rocca, il 01/02/16

8 anni fa - Brillante e silenzioso il diesel 1.5 SkyActiv assicura percorrenze prossime a 20 km/litro

Brillante e silenzioso il diesel 1.5 SkyActiv assicura percorrenze prossime a 20 km/litro

DETTI POPOLARI Come recitava il detto? Ah sì, nella botte piccola c’è il vino buono. Mai proverbio fu più azzeccato per raccontare in due parole un’auto. Sto parlando della Mazda 2 e delle grandi sorprese che nasconde nel corpicino agile e compatto di una segmento B.

DIRETTAMENTE DALL’ALTO E il perché dalla sua ambizione, è presto spiegato: entrare nella stretta cerchia delle piccole premium. Come? Riprendendo in toto arredamenti e tecnologia dell’ammiraglia di Casa, la Mazda 6. Per farsi un’idea basta varcare la soglia e sedersi al posto guida.

TESORETTO PREZIOSO Basta puntare pupille e polpastrelli qua e là per trovare materiali di qualità, finiture e assemblaggi curati, attenzione all’ergonomia (anche per chi siede dietro), ma anche un tesoretto di gingilli tecnologici che la pongono allo stesso livello della più blasonata concorrenza tedesca.

GUARNITA A DOVERE La giapponesina ha in più un asso nella manica, anzi forse più d’uno. Tanto per cominciare occorre spostare l’attenzione dove normalmente non la si metterebbe. Mi riferisco alle guarnizioni delle porte, che in questo caso circondano tutto lo sportello e non solo la parte superiore. Tradotto: pochi fruscii e un’insonorizzazione efficace.

TINTURA OMOGENEA Poi c’è la questione verniciatura. Avete mai fatto caso che spesso nella parte bassa dell’auto (di questo segmento) il colore è applicato in modo approssimativo? Sulla 2 non è così, parola mia, mi sono abbassato a controllare. Saranno anche piccolezze ma sommate fanno la differenza. Proprio come ci aspetterebbe di trovare su un’auto alto di gamma, ma non su una utilitaria.

QUOTA MILLE Potrei citare ancora la costruzione leggera (come insegna la roadster di Casa MX-5) che le fa superare solo di una manciata di chili la soglia dei 1.000 kg (circa 100 kg meno della migliore concorrenza). Leggendo tra le righe non è difficile scorgere vantaggi in termini prestazionali, di guida e di consumi.

IL PROTAGONISTA Ecco che allora non posso fare a meno di tirare in ballo il protagonista della prova, il motore diesel. Lo avevano annunciato da tempo gli uomini Mazda, finalmente è arrivato. Sotto il cofano della 2 ora è opzionabile anche il 1.500 SkyActiv-D da 105 cavalli che, nell’offerta, affianca il 1.500 benzina da 75, 90 e 115 cavalli. Un motore furbo per il nostro mercato che, con ogni probabilità, catturerà i maggiori consensi. Il motivo? Consumi irrisori e prestazioni brillanti.

OCCHIO NON VEDE… Per essere competitivi con la concorrenza bisogna essere un passo avanti già durante la fase progettuale. Tanto per cominciare albero di trasmissione, testata e monoblocco sono in alluminio per risparmiare peso. Il cielo del pistone, poi, ha un design specifico, che permette di avere una combustione migliore della miscela aria/carburante a tutto vantaggio di basse emissioni. Non mancano un intercooler raffreddato ad acqua e due valvole EGR per il ricircolo dei gas di scarico. Chiude il quadro l’immancabile filtro anti-particolato montato in parallelo all’EGR.

L’AUTOMATICO ARRIVRA’ Quanto alla trasmissione buone nuove anche qui. Il nuovo 6 marce è più leggero di 7 kg rispetto a quello precedente. Peccato solo che al momento il piccolo Diesel non sia ancora abbinabile all’automatico Skyactiv-Drive.

QUI PREZZI Infine parliamo di prezzi. Il 1.5 diesel disponibile a partire dall’allestimento intermedio Evolve, già molto ricco, fa segnare un prezzo di partenza di 17.300 euro. Per la versione Exceed (la top di gamma), si sfiorano i 20.000 euro. Non pochi certo, ma bisogna tenere presente che dalla dotazione di serie non manca proprio nulla. 

SI VEDE BENE La prima impressione dal posto guida è quella di avere tutto sotto mano e soprattutto sott’occhio. Parlo del head-up display sul parabrezza e della rotellina per comandare il sistema infotainment senza distogliere lo sguardo dalla strada (sappiate però che lo schermo è anche touch).

COME UNA GRANDE La buona la visuale in tutte le direzioni permette manovre facili e veloci (tranquilli perché ci sono anche i sensori di parcheggio) e il cambio preciso, dalla corsa abbastanza corta, aumenta il piacere di guida anche in città. Come su una grande, insomma, ci si sente coccolati da un ambiente curato e sicuro. Preziosissimi, in città come in autostrada, i sensori che monitorano l’angolo cieco negli specchietti e quelli che rilevano l’abbandono involontario di carreggiata. Senza dimenticare, ovviamente, il radar anti tamponamento.

IL VERO PROTAGONISTA Se queste dotazioni abbiamo avuto modo di apprezzarle durante la prova in occasione della presentazione (che trovate nelle notizie correlate), ora è il momento di provare il nuovo 1.500 SkyActiv-D da 105 cavalli.

NIENTE STRAPPI Il quattro cilindri diesel si desta con una voce sopita e vibrazioni praticamente assenti. Bastano pochi metri per apprezzarne la fluidità di marcia. Niente strappi, niente vuoti nella zona bassa del contagiri ma un’erogazione piena e corposa.

LO DICONO I DATI A darmi ragione pensano anche i dati della scheda tecnica. Appena 10,1 secondi per sbrigare la pratica 0-100 orari e 220 Nm di coppia spalmati tra i 1.400 e i 3.200 giri. Niente male anche la velocità massima, prossima ai 180 all’ora. Con questi numeri la piccolinanon disdegna lunghe trasferte autostradali. Anche perché il cambio sfrutta una sesta marcia di riposo che tiene bassa la sete della 2.

QUI CONSUMI Fare circa 20 km al litro in città è il sogno di tanti, per la Mazda 2 diesel è la norma. Ci si può tranquillamente dimenticare di fare carburante per settimane. Addirittura percorrendo abitualmente tangenziali o statali l’autonomia sfiora i 1.000 km.

DA MIGLIORARE Qualche difetto? Potrei segnalare una certa rigidezza delle sospensioni nel copiare le sconnessioni più secche e un bagagliaio non ai vertici della categoria per capacità (261 litri) e per una soglia di carico un po’ alta. 


Pubblicato da Marco Rocca, 01/02/2016
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