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Martin Motors Bubble


Avatar di Luca Cereda, il 20/07/10

14 anni fa - Dopo 3 anni di bagarre in tribunale, la citycar cinese mette il ruotino e finalmente ottiene il via libera alla vendita in Europa. Arriverà ad ottobre a un prezzo che lascia un poco perplessi...

Dopo 3 anni di bagarre in tribunale, la citycar cinese mette il ruotino e finalmente ottiene il via libera alla vendita in Europa. Arriverà ad ottobre a un prezzo che lascia un poco perplessi...

SPY STORY "Bubble” come bolla, nella speranza – di chi l'ha fatta - che non sia solo una bolla di sapone. Dopo tre anni di contenzioso cartolare nelle aule dei tribunali, l'alter-ego cinese della Smart ha finalmente visto il semaforo verde per la commercializzazione in Europa. Arriverà nelle concessionarie (una cinquantina entro la fine dell'anno in tutta Italia) ad ottobre con il marchio Martin Motors, che importa, vende e cura lo stile di questa city-car assemblata in Cina dalla Shuanghuan.

LA RUOTA DELLA CONCORDIA In Cina è conosciuta e venduta come "Noble”. Tre anni fa era pronta a debuttare al Motorshow di Bologna, finché dalla Germania non è giunto il veto: "Troppo simile alla Smart”, tuonò Daimler, "così non vale”. Ne nacque una diatriba risolta solo da un accordo che obbliga MM a vendere questa city-car con un insolito ruotino di scorta ancorato al posteriore, vezzo ormai abbandonato perfino dalle fuoristrada. Ma tanto è bastato – in termini legali – a farla sembrare meno Smart, come se tutte le somiglianze passassero in secondo piano…

AL FOTOFINISH La Bubble non veste ancora il suo abito definitivo, che verrà sfoggiato solo in autunno in occasione del lancio. Resta ancora da limare qualche dettaglio: finiture, plastiche, rivestimenti. Per il resto ci siamo, l'auto è pronta: tant'è che abbiamo potuto esplorarla, toccarla e guidarla per un brevissimo tragitto in anteprima.

QUESTIONE DI CM Inutile soffermarsi sulle somiglianze o sulle differenze col modello di riferimento: l'ispirazione alla Smart è lampante (in certi scorci ammicca perfino alla Panda, con quelle due barre in testa) anche se, da estremo a estremo, la Bubble misura 60 centimetri inpiù (3,30, buona parte dei quali dovuti all'aggiunta del ruotino). E a differenza della Smart è una quattro posti: due anteriori più un divanetto posteriore, che nella versione definitiva verrà sdoppiato in due singole sedute. A dirla tutta, chi siede dietro - se è un adulto - viaggia abbastanza sacrificato; e se magari si avvicina al metro e ottanta di altezza, una volta adagiato sul divanetto sfiora con la testa le imbottiture che rivestono la zona di giuntura in corrispondenza del montate posteriore, dove il tettuccio diventa più basso. Così configurata, nel vano posteriore ci sta poco più di una busta di prosciutto.

IN DOPPIO E' MEGLIO A questo punto meglio abbattere la seduta posteriore e sfruttare la Bubble come una dueposti con bagagliaio da week-end, in questo caso lo spazio è più che sufficiente. All'interno - dove l'eco della Smart si fa di nuovo sentire - la qualità della tappezzeria ed il rivestimento dei sedili sono discreti, mentre lo stesso non si può dire – al momento - di alcune plastiche che costituiscono la parte centrale della plancia. In questo senso è lecito attendersi qualche passo in avanti nella versione definitiva.

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BIFUEL SUBITOIl volante ha una corona piuttosto sottile, e anche la leva del cambio – manuale a cinque marce – è del tipo "superslim”: alta e stretta. Martin Motors sta imbastendo un accordo con Fiat per introdurre sulla Bubble un cambio automatico, ma al momento del lancio – e per un po' di tempo a seguire – il manuale resterà l'unica opzione. Il motore (anteriore) è invece un 1.1 da 70 cv prodotto in Cina da Suzuki, proposto in versione bifuel (con impianto realizzato dalla OMCI, l'azienda da cui nasce il marchio Martin Motors) e omologato Euro 5.

A PELLE…Tenuto conto della brevità del test, resta difficile esprimere un giudizio valido sulle prestazioni della vettura (ancora in versione "Demo”), al massimo possiamo fornirvi delle prime impressioni. Impressioni tutto sommato positive per quanto concerne la seduta (con poggiatesta regolabili) e la posizione di guida, il cui grosso handicap sta nel non poter regolare il volante né in altezza, né in profondità. Piuttosto preciso è anche il comportamento dello sterzo elettrico, mentre l'assetto è apparso a un primo assaggio un pelino morbido. Ci riserviamo comunque di approfondire tutti questi aspetti – comprese le prestazioni del 1.1 Suzuki – più avanti, con la vettura definitiva e soprattutto con più chilometri da percorrere.

GADGET SCOMODO Detto questo, il pollice verso lo merita indubbiamente il braccio portaruota posteriore, che complica non di poco le operazioni di carico e scarico. Per sbloccarlo serve una chiave – non esiste al momento alcun meccanismo elettrico. Dopodiché, per accedere al lunotto, occorre distendere il braccio portaruota in lungo, mossa non proprio agile se non si dispone di un altro metro abbondante di spazio. Un aspetto da non sottovalutare nei parcheggi "a fila indiana”.

NIENTE ESP Capitolo sicurezza: la Bubble non ha ancora sostenuto i test Euro NCAP, perciò non è possibile quantificarne "in stelle” il valore di protezione. "Ha passato i test di omologazione europei” – garantisce MM -, e di serie è dotata di doppio airbag e ABS, oltre a quattro freni a disco. Il minimo indispensabile dunque, dato che anche l'ESP (assente) è stato ritenuto superfluo.

MIRINO ALTO Il prezzo è invece il vero busillis: 11.400 euro. Inutile dire che ci si aspettava qualcosina in meno, per usare un eufemismo, considerato quanto offre la concorrenza a parità di cifre. Va detto però che lo scontrino include impianto Gpl, climatizzatore manuale, radio con mp3, Usb e Aux, chiusura centralizzata con telecomando, specchietti elettrici, sedile posteriore sdoppiabile, cerchi in lega, fendinebbia e barre. E pescando dagli optional, si possono aggiungere interni in pelle, volante in pelle, tetto in cristallo e copriruota posteriore.


Pubblicato da Luca Cereda, 20/07/2010
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