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Prova su strada

Land Rover Freelander


Avatar Redazionale, il 01/08/01

23 anni fa -


Il nome ricorda tanto le avventure di Highlander e in effetti anche Land Rover con il nuovo modello si avventura su un terreno nuovo, quello delle sport-utility. Delle auto, cioè, che non sono veri e propri fuoristrada, ma che offrono ottima mobilità su terreni difficili. E se poi è vero che Land Rover non ha mai prodotto una vera sport-utility, ha però mostrato la strada da seguire parecchi anni fa, con la Range Rover: fuoristrada con tutta la dotazione meccanica che serve, ma adatto anche a confortevoli galoppate autostradali.

LA NOVITA' La Freelander segue ora il filone inaugurato dalla Rav 4 di Toyota, quello delle sport-utility dal design divertente e molto personale. E la Freelander ha forme esagerate nei paraurti, nel frontale, ma non dimentica la tradizione del marchio con fanalini posteriori che riprendono lo stile di quelli della mitica Land. Un disegno molto riuscito, con stilemi che ricordano la Range ma che sono molto moderni, nuovi. Un disegno ben proporzionato e ben delineato, soprattutto per la versione 5 porte.
La 3 porte
, con tettucci asportabili, è troppo simile alla versione Sport della Opel Frontera, con un piccolo finestrino ricavato nell’angolo del roll-bar e un appendice in tela o hard-top posteriore.
La 5 porte
ha invece proporzioni equilibrate, è aggressiva come un fuoristrada ma paciosa e simpatica come una giardinettina. Ben studiate le due gobbette nella parte posteriore del tetto, simili a un accenno di portapacchi, che rendono più mosso il disegno della fiancata e danno un carattere molto personale alla coda.

PRATICITA' Le dimensioni, (438 x 180cm), sono un giusto compromesso per la guida in città, il viaggio e il fuoristrada, con un abitacolo accogliente che offre spazio a sufficienza per umani e per bagagli (da 371 a 1.313 litri). Intelligente la soluzione adottata per il lunotto, che scende a comando elettrico: utile per caricare senza aprire completamente il portellone incernierato sulla destra e per aumentare la ventilazione nella stagione calda, anche se ha soltanto due posizioni, tutto aperto e tutto chiuso. Nelle operazioni di carico e scarico, poi, si può venire intralciati dalla terza luce di stop, montata su un braccetto che spunta dalla ruota di scorta. Studiato anche lo stile dell'interno, con miriadi di vani grandi e piccoli per riporre oggetti.

NON UNA VERA 4x4 La Freelander ha la trazione integrale, ma le mancano le ridotte, il differenziale autobloccante e un’altezza da terra adatta a superare ostacoli impegnativi, ma offre d’altro canto comfort e guidabilità da berlina sulle strade di tutti i giorni.

DUE MOTORI 2.000 turbodiesel da 97 cavalli e 155 km/h o 1.800 benzina da 120 cavalli per 165 km/h. I prezzi sono allineati a quelli della concorrenza: meno di 40 milioni per la 3 porte base, meno di 50 per la 5 porte Xe. La dotazione di serie prevede l'indispensabile per le versioni base e tutto il desiderabile (tetto apribile incluso) per le versioni Xe.

AL VOLANTE Sulla Freelander si sale facilmente: non è troppo alta da terra e quindi si evitano le arrampicate sino al sedile di guida. La posizione è comunque sopraelevata rispetto al traffico e con una buona ergonomia. Soltanto il volante è un poco alto e se lo si regola più basso si copre la parte alta degli strumenti. Attenti poi a non farsi venire la tentazione di aprire il vano sotto il volante per non tirarsi il coperchio sulle ginocchia: è il frutto della standardizzazione guida destra/guida sinistra e fa pendant con quello davanti al passeggero.

COMODA MA LENTA In marcia la Freelander è silenziosa e le sospensioni indipendenti assorbono bene le irregolarità del fondo stradale, quanto quelle di una berlina. I motori non appartengono alla categoria dei motori brillanti. Muovono agilmente i 14/15 quintali della Freelander ma miracoli non ne fanno: sono fatti per una guida senza fretta, senza sobbalzi e per ottenere qualcosa di più bisogna tirare le marce e premere fino in fondo il pedale dell'acceleratore. Oppure attendere la versione con il motore 1.8 VVC della MGF e della Rover 200 Vi con 145 cavalli. In curva la Freelander si comporta come una trazione anteriore: sicura e precisa sui lunghi curvoni autostradali, nella curve più strette ha una marcata tendenza sottosterzante (tende cioè diritta), sempre più marcata più si affonda sull'acceleratore, come una trazione anteriore. Facile comunque dosarne la direzionalità dosando il gas.

OK FUORISTRADA Dove la Freelander ci ha veramente stupito è nella marcia in fuoristrada. Non che, dopo quasi 50 anni dalla prima Land, ci si stupisca che una Land Rover si comporti molto bene in fuoristrada, ma questa non è una vera fuoristrada. L'unico limite della Freelander sembra essere l'altezza da terra minima di 19,3 centimetri che la ferma sui passaggi più hard, ma che consente già un fuoristrada di un certo impegno. Ottima è la motricità, garantita da un giunto viscoso centrale che ripartisce la trazione tra l'asse anteriore e il posteriore in base alle necessità e dal sistema ETS di controllo della trazione che frena le ruote se iniziano a slittare.

FRENO AUTOMATICO Interessante anche il sistema HDC, Hill Descent Control (di serie soltanto sulle versioni Xe), un surrogato delle ridotte sulle discese più ripide che si innesta facilmente, muovendo verso il basso la parte inferiore della leva del cambio: sfruttando l'Abs e i freni, prende in consegna l'auto tenendo una velocità costante di 7/9 chilometri l'ora. Per evitare il surriscaldamento dei freni, l'HDC viene disattivato gradualmente dopo 18 minuti di funzionamento, cioè dopo circa tre chilometri di discesa ininterrotta. Si può anche tenere sempre inserito: provvede a disinserirsi automaticamente quando si seleziona una marcia differente dalla prima e dalla retromarcia.

di M.A.Corniche
22 novembre 1997


Pubblicato da Redazione, 01/08/2001