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Prova su strada

Land Rover Discovery Sport


Avatar di Mario Cornicchia, il 06/04/15

9 anni fa - Un po' Range, un po' Discovery, ecco la Discovery Sport. Guarda il video.

Discovery diventa una famiglia in casa Land Rover con la Discovery Sport. Ingombri furbi per tanto spazio interno e fascino da Range Rover

SIAMO UNA FAMIGLIA Una bella rivisitazione in salsa Range Rover della Freelander, modello che Discovery Sport andrà a sostituire nella famiglia Land Rover. Il salto in alto è da olimpiadi e il riferimento alla Discovery, alternativa chic e understatement alle Range, piuttosto che a Freelander non è buttato lì a caso. Il risultato del cocktail è la solita, ben proporzionata, elegante e originale creatura di Gerry McGovern, design director Land Rover e Range Rover. Ora Discovery non è più soltanto un modello ma diventa una famiglia, la famiglia Leisure, che si affianca alla famiglia Luxury di Range Rover, Range Rover Sport ed Evoque e a quella Durability di Defender.

MAGIC GERRY Bisogna ammetterlo. Il buon Gerry proprio non ne sbaglia una, che sia concept come la DC 100 da cui non nascerà la nuova Defender ma un nuovo modello, o che sia la nuova Land Rover Discovery Sport. Sono linee già viste, pensate tanto per dirne una alla coda della prima Lexus RX, la RX300, al suo montante posteriore da deriva nautica e ai vetri posteriori che sembrano una unica fascia, e la coda della Discovery Sport suona subito famigliare. Ma Gerry McGovern ci mette il suo talento nel disegnare auto dalle proporzioni perfette e nel saper interpretare lo stile di famiglia ereditato e mutuato dalla prima Range Rover così anche linee già viste acquistano subito una nuova magia.

RANGE STYLE Anche all’interno lo stile dell’arredamento riprende gli stilemi delle sorelle maggiori Range Rover con la consolle centrale contenuta da due barre color alluminio, la fascia massiccia che disegna la plancia e tutti i dettagli scritti in bold. Discovery Sport aggiunge un tocco sportivo con la parte alta della plancia che disegna un cruscottino a palpebra da GT. Elegante e sportiva la finitura cannettata dei sedili disponibile per la Discovery Sport più lussuosa che fa tanto sportiva di altri tempi.

ABITABILE Rispetto alla Freelander la Discovery Sport ha dimensioni più importanti, soprattutto in lunghezza sfiorando i 460 centimetri, e ha una silhouette decisamente più sportiva e filante oltre a una presenza da segmento superiore. In quei 10 centimetri in più riesce anche a fare spazio a una terza fila di sedili per un totale di sette posti (1.330 euro). Ha dimensioni furbe, non è troppo ingombranti ma offre spazio all’interno da SUV di una taglia in più, ripetendo la magia dello sfruttamento dello spazio interno che si trova su Evoque. Se si viaggia in cinque, chi siede dietro ha uno spazio da limousine per le gambe anche se chi siede davanti viaggia ben allungato. Merito anche del passo chilometrico di 274 centimetri.

FLESSIBILE L’effetto limousine si dosa grazie ai sedili posteriori (divisi 40/60) che scorrono per 16 centimetri (da allestimento SE) e, anche in configurazione limo, lo spazio per i bagagli è davvero notevole, con un vano lungo quasi un metro e 830-980 litri di volume stivabile. Se si abbassano i sedili posteriori la lunghezza sfiora il metro e novanta e il volume i 1700 litri. Notevole anche la larghezza minima del vano bagagli di 111 centimetri, resa possibile grazie alla nuova sospensione multilink supercompatta in alluminio che non ruba spazio al bagagliaio. E consente di far sparire magicamente i due sedili supplementari sotto al piano di carico.

TUTTO SOTTO (IN)CONTROL Il display da otto pollici al centro della plancia (di serie su tutte) diventa il centro del mondo grazie a InControl Apps, compatibile con i più recenti smartphone Apple e Android. Collegando uno smartphone alla porta USB, si possono gestire alcune App per smartphone direttamente sul touchscreen e un serie di funzioni consente l'accesso alla rubrica dello smartphone, al calendario e alla libreria musicale. L'App per smartphone InControl Remote consente di controllare i livelli di carburante a distanza, di ritrovare il veicolo in un parcheggio affollato, controllare se si sono lasciate aperte porte o finestrini e scaricare i dati di viaggio.

QUATTRO X QUATTRO Con il marchio Land Rover sulla griglia la Discovery non può essere una banale SUV ma deve essere in grado di avventurarsi senza troppa difficoltà su percorsi da vera fuoristrada. La trazione è integrale con l’optional Active Driveline (1.030 euro), con trazione solo anteriore (con meccanica scollegata per limitare i consumi) sopra i 35 km/h nella guida normale e trazione anche posteriore alla bisogna con due frizioni a controllo elettronico ai due lati del differenziale posteriore per inviare la coppia alla ruota con più grip, quando e se necessario. Non si spaventa di fronte a guadi fino a 60 centimetri misurati dal Wade Sensing (360 euro) e ha misure da fuoristrada interessanti con 25° di angolo di attacco anteriore, 21° di angolo di uscita posteriore, 212mm è la misura minima da terra, 45° la pendenza massima superabile e, a causa del passo lungo l’angolo di dosso di 31 gradi. Compromesso più che accettabile, come la mancanza di marce ridotte ma non manca l’Hill Descent Control per la guida pilotata su discese difficili che Land Rover ha introdotto per prima su Freelander e la possibilità di scegliere setup ad hoc per ogni terreno che si intende affrontare grazie al Terrain Response.

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TRE MOTORI I motori disponibili sono tre. Le più richieste tra i primi 1224 ordini già acquisiti al 16 marzo (di cui il 61 non è cliente Land Rover) sono le due declinazioni del 2.2 quattro cilindri a gasolio. Il 62% degli ordini sono per la Td4 da 150 cavalli con 400 Nm a 1.750 giri per 180 km/h e 0-100 in 11,7 secondi (10,3“ con cambio automatico). Il 37% ha scelto invece la versione più potente, la Sd4 da 190 cavalli e 420 Nm a 1.750 giri per 188 km/he 0-100 in 10,4 (8,9) secondi. Gli altri che hanno acquistato la Discovery Sport a scatola chiusa hanno preferito la Si4 a benzina, con il quattro cilindri duemila turbo da 240cv, 360Nm a 1.750 giriper 199 km (h e 8,2”. I consumi medi dichiarati sono introno ai 6 l/100km per Td4 e Sd4, 8l/100 km per Si4. Il 77% ha scelto il cambio automatico ZF a nove marce (+ 2.420 euro), alternativo per tutte le versioni diesel al manuale a sei marce.

LA GAMMA I prezzi partono da 35.600 euro per la Discovery Sport Td4 S fino ai 56.100 euro della Si4 HSE Luxury, con 2.200 euro per passare da Td4 a Sd4 e 4.600 per passare da Td4 a Si4. Quattro gli allestimenti disponibili per tutti i motori. S, scelto dal 20% dei clienti finora, che offre una dotazione essenziale. SE (+4.500 euro), che offre in più climatizzatore bizona con bocchette posteriori, sedili posteriori scorrevoli e con schienali reclinabili, sensori di posteggio posteriori, fari automatici, cruise control e navigatore Gps, ha ottenuto il 29% delle preferenze mentre la fa da padrone la HSE (ulteriori 4.500 euro per fari xeno con abbaglianti automatici, cerchi da 18”, sedili in pelle, sensori di posteggio anteriori e telecamera posteriore), con il 44% dei contratti, prova provata che la Discovery Sport è percepita come una nuova declinazione della Range Rover. Specie se si considera che anche la HSE Luxury (ulteriori 5.900 euro) totalizza un bel 7% di clienti che non vogliono rinunciare alla pelle Windsor per i sedili e al portellone elettrico. 

LOVE AT FIRST SIGTH Con la Land Rover Discovery Sport è stato per me un amore a prima vista. Quando in redazione sono arrivate le prime foto ho speso parecchio tempo a guardarmele bene, a guardare ogni dettaglio, a studiarne le proporzioni. E bravo Gerry continuavo a commentare tra me e me a ogni foto, un altro colpo messo a segno. Per certi versi è più Range Rover di una Evoque, nel suo stile sportivo ma meno estremo, più british. Volendo cercare il classico pelo nell’uovo, forse le scritte DISCOVERY su cofano e portellone sono troppo grandi.

BELLA PRESENZA Anche su strada la Discovery Sport ha una bella presenza. C’è, si fa notare, ma non impalla l’orizzonte con dimensioni giunoniche e si inserisce nel traffico con eleganza. È alta ma non troppo, è lunga ma non troppo, mi sembra l’auto giusta per questi tempi, per assaporare il piacere di una Range senza dare troppo nell’occhio, come è la Macan per Porsche. Anche sul fronte della qualità mi viene naturale accostare la Discovery Sport alla Range Rover Sport, con qualche plastica bella alla vista e al tatto ma un po’ sottile.

DOMINATRICE La posizione di guida è un po’ alta, da SUV ma con il volante dalle regolazioni chilometriche che aiuta ad allungare al meglio le gambe trovando la giusta presa per le mani sul volante e per le spalle al sedile. La seduta è scavata per inserire piacevolmente i glutei e tenerli ben ancorati. Un bel posto di comando con visibilità senza ostacoli in tutte le direzioni.

DISCOVERY SPORT Per la prima prova su strada ho a disposizione una Discovery Sport HSE con il motore a gasolio più potente, 190 cavalli, abbinato al cambio automatico a nove marce. Rispetto alle sorellone Range la Disco non ha la scocca in alluminio e alla prova bilancia l’ago si ferma intorno ai 18 quintali. Non sono pochi per un 4 cilindri 2.2 da 190 cavalli e la Discovery Sport è brillante ma non sportiva, nel senso che è agile, anche svelta, ma quando si chiede qualcosa in più per un sorpasso o per affrontare una strada di montagna le manca un poco di allungo. Il cambio a nove marce ha logiche ben studiate sia nella modalità normale sia in Sport, modalità che rende la guida più reattiva senza esagerare però con le marce basse.

DISCOVERY COMFORT A tutte le velocità la Discovery Sport è confortevole. È silenziosa tanto da consigliare di tenere d’occhio il tachimetro per non esagerare, con il motore che si fa sentire soltanto quando lo si strapazza per tirare fuori tutta la cavalleria. È confortevole anche nella taratura delle sospensioni a conferma che Sport sta per le attività che vi accompagnerà a fare non tanto per lo stile di guida. Sospensioni morbide che portano a un beccheggio sensibile in frenata e accelerazione quando si pensa a Sport come stile di guida, beccheggio che sposta i pesi in maniera sensibile tra i due assi. Quando ci si dà dentro, il beccheggio viene in aiuto se si è esagerato con la velocità di ingresso in curva e si solleva il piede dal gas, con la coda che si sposta verso l’esterno e riporta facilmente le ruote anteriori in traiettoria. In questo sì, è sportiva. Per chi intende Sport come indicazione di guida sportiva, sono disponibili anche gli ammortizzatori MagneRide (1.130 euro) che si adattano alla guida e alla strada, aggiungendo la regolazione Dynamic al Terrain Response.

OFFROAD Non ho avuto occasione, come per altre Land Rover, di mettere alla prova la Discovery Sport su un percorso offroad impegnativo ma mi sono potuto avventurare su una strada di montagna che, infilandosi tra le piste da sci, si riempiva di neve. Una neve di quelle un po' bagnate che tendono a compattarsi in una zeppa gelata e scivolosa, tanto che anche il rullo di una motoslitta faceva fatica ad aggrapparsi a dovere. Non ho avuto modo di provare twist da gara di ballo nè guadi da bombole ma ho messo alla prova il grip e la capacità di cavarsela della Disco Sport (gommata invernale e con il Terrain Response in modalità Neve) su un terreno scivoloso e infido. La salita inizia a tirare e i tornanti sono secchi ma la Discovery se la cava egregiamente anche quando capita di fermarsi in piena salita. Slitta un poco con le anteriori, scava una piccola buca nella neve. Retromarcia quanto basta per uscire dal buco, gas e via, l'arrampicata riprende senza problemi. In offroad la Discovery segue le orme delle sorellone Range e, anche con guida dakariana, il comfort a bordo è notevole, capace di assorbire senza problemi buche e avvallamenti anche importanti.


Pubblicato da M.A Corniche, 06/04/2015
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