Mentre debutta nelle sale cinematografiche come protagonista del film "Angeli e Demoni", la Delta si svela anche nella versione 1.8 da 200 cv che aveva sfilato in anteprima a Ginevra. Dotato di turbo e iniezione diretta, è semplicemente un motore da Oscar.
VITA DA STAR Dopo essere stata più volte protagonista di celebri pellicole del passato, come ne "Il sorpasso" con un'Aurelia B24, la Lancia torna a recitare da attrice protagonista nel grande cinema. Come svelta uno spot-trailer che da qualche settimana imperversa sul piccolo e sul grande schermo, la Delta "recita" infatti al fianco di Tom Hanks nel film "Angeli e Demoni". Non un film qualunque, dunque, ma uno candidato a fissare un nuovo record d'incassi, tratto dall'omonimo best-seller di Dan Brown e diretto niente meno che da Ron Howard, oggi regista di grido ma indimenticato anche nei panni di Richie Cunningham nella serie Happy Days.
CADE A FAGIOLO A sfruttare questo eccezionale traino mediatico è soprattutto la versione 1.8 Di TurboJet, che aveva fatto la sua prima uscita da vedette sulla passerella di Ginevra e che va a rimpolpare la gamma Delta, rifacendole la punta in chiave sportiva. Il suo abbinamento con il film è quanto mai azzeccato, visto che questa nuova versione associa un comfort quasi "paradisiaco" a prestazioni "diaboliche".
INCROCIO MAGICO Queste ultime sono ottenute grazie soprattutto agli sforzi fatti dai motoristi di Fiat Powertrain Technologies (o FPT, per i più intimi), che hanno messo a punto una meccanica che non teme confronti con la miglior concorrenza straniera e tedesca in particolare. Il motore è un quattro cilindri da 1,8 litri a iniezione diretta, sovralimentato da un turbocompressore e dotato di un doppio variatore di fase continuo. Le valvole di aspirazione e di scarico sono comandate da bilancieri a rulli e sfruttano anche la tecnologia dello "scavenging" per far respirare meglio le camere di scoppio. Con questa parola s'intende l'incrocio delle valvole, ovvero l'apertura contemporanea di scarico e aspirazione, resa possibile da un software molto evoluto, capace di controllare, oltre alla distribuzione, anche l'anticipo dell'accensione e il timing dell'iniezione.
DIAMO I NUMERI I frutti si vedono già al banco dinamometrico. Il nuovo 1.8 Di TurboJet vanta una coppia massima di 320 Nm a soli 1.400 giri, valore che resta poi costante fino ai 3.750 giri. Il picco di potenza è invece di 200 cv, stabili tra i 5.000 e i 5.500 giri. Su strada questi numeri si traducono poi in un tempo di 7,4 secondi nello scatto da 0 a 100, con una velocità di punta di 230 km/h e una percorrenza media dichiarata di 12,8 km/litro, con emissioni di CO2 di 185 g/km. Una parte del merito va anche al cambio automatico a sei marce, dotato di funzione sequenziale con tanto di levette di comando piazzate dietro le razze del volante.
LIMOUSINE La Delta 1.8 Di TurboJet entra in listino allo stesso prezzo della sorella spinta dal 1.900 diesel biturbo da 190 cv. Il che vuol dire in moneta sonante che per un esemplare in allestimento Oro si devono spendere 29.100 euro e che per uno Platino ne servono invece 30.700. In occasione del lancio del nuovo motore, alla Lancia presentano anche un'inedita versione ancor più lussuosa. Chiamata Executive, è pensata per chi vuole fare della Delta una piccola limousine, sfruttando la sua incredibile abitabilità posteriore, paragonabile a quella di una Thesis. A caratterizzarla ci sono tra le altre cose un nuovo divano con due posti ben profilati, rivestimenti in pelle pieno fiore Poltrona Frau, sospensioni elettroniche "Reactive Suspension System", tetto apribile Granluce, bracciolo centrale con vano refrigerato e navigatore satellitare.
PICCOLI NEI A bordo della 1.8 Di TurboJet si trova la stessa impostazione delle altre Delta. I centimetri abbondano in tutte le direzioni e nella zona posteriore c'è spazio anche quasi per accavallare le gambe. Dietro si viaggia da re e gli unici che potrebbero lamentarsi sono gli amanti delle pettinature cotonate, a causa del taglio appena spiovente del padiglione, e i bambini, che hanno la visuale un po' limitata dall'andamento a cuneo della Linea di cintura. Per chi siede davanti, invece, qualche perplessità la destano i sedili, conun'imbottitura un po' duretta e poco contenitivi, specie a livello dello schienale. Peccato, perché per il resto la pedaliera e il volante sono sistemati proprio dove serve.
QUASI AL TOP Il tempo di mettersi in movimento, però, e già ci si dimentica tutto, con il motore che chiama a sé tutti i riflettori. La prima cosa che colpisce è la prontezza con cui risponde a ogni piccola sollecitazione dell'acceleratore. Basta sfiorare il pedale per avere un buon impulso in avanti. In tal senso, tanto vale dirlo subito, anche il cambio si fa apprezzare. Non è né dolce né rapido come un robotizzato a doppia frizione ma se la cava alla grande in ogni frangente. Viaggiando in panciolle tutto fila liscio come l'olio e le scalate fatte con il kick-down sono comunque precise e puntuali.
UNA FIONDA Nella guida allegra c'è la tendenza a velocizzarsi quando si seleziona il programma Sport con il tastino vicino alla leva. Il massimo si ottiene però dandosi al fai-da-te e selezionando le marce in manuale. La centralina si riserva la possibilità di avere sempre l'ultima parola e impedisce di tirare eccessivamente le marce, passando in automatico al rapporto successivo. D'altro canto lo stesso motore dà il meglio ai bassi e ai medi rendendo totalmente inutile ogni sevizia all'acceleratore. In qualsiasi momento, la Delta è pronta a fiondarsi in avanti con un'elasticità che ha dell'incredibile. Il tutto senza che il telaio vada in crisi, con un eccellente compromesso tra pulizia di guida e assorbimento delle buche.
ALLA SALUTE! Ciò permette di adottare una rapportatura piuttosto lunga, a tutto vantaggio del comfort acustico. A 130 km/h la Delta trotterella pacifica, con la lancetta del contagiri nell'orbita dei 2.500 giri e vibrazioni inesistenti, nonostante l'assenza di contralbero di bilanciamento. La scelta di rapporti lunghi non paga invece almeno a prima vista sul fronte dei consumi. Nel giro di prova, fatto francamente senza guidare in modo troppo arrembante con il coltello tra i denti, la TurboJet ha sorseggiato un litro di verde ogni 8 km scarsi. Sicuramente nell'uso normale si può fare meglio ma sembrano un po' lontani i dati promessi dalla Casa.