Una vera zampata rivoluzionaria nello stile con tanta sostanza e altrettanta tecnologia. Comfort da vera ammiraglia e agilità da sportiva DOC.
SCISSOR SISTER Alle linee morbide e rotondette delle ultime Jaguar si sostituisce uno stile tagliente, con fiancate diritte e lisce e con proporzioni pulite su cui si innestano elementi da sportiva. Come la calandra a rete delle sportive inglesi di un tempo, il cofano pluribombato come teso da un grande motore (e pronto a sollevarsi un poco per rendere più morbido l'atterraggio di un pedone), le branchie sulle fiancate come la XK e nervature tese come muscoli. Il taglio della coda, dal disegno dei vetri laterali al lunotto quasi piatto, sono da coupé più che da ammiraglia.
COUPE' FUORI, AMMIRAGLIA SULLA PELLE Lo stile è da coupé, ma nasconde dimensioni da vera ammiraglia: con 496 centimetri di lunghezza massima è più corta della XJ di 13 centimetri e più lunga della Audi A6, la più abbondante delle concorrenti, di 4,5 centimetri. Aspetto compatto, sportivo, ma spazio all'interno da superberlina, con 540 litri di bagaliaio (500 se al kit di riparazione preferite una ruota di scorta vera) ampliabili per ulteriori 420 litri se si abbassano gli schienali dei sedili posteriori.Anche lo spazio per gli umani è abbondante, sia per chi siede davanti, sia per chi vuole allungare le gambe sul divano posteriore grazie al passo lungo che sfiora i tre metri.
MAXIMAL CHIC La rivoluzione nello stile trova la sua massima espressione all'interno. Per anni le plance in radica lucida delle Jaguar sono state prese come riferimento per rendere elegante qualsiasi oggetto, con meschine riproduzioni plastiche a imbellettare altrettanto tristi abitacoli giapponesi o impugnature di rasoi maschili. Con la XF Jaguar trova un perfetto equilibrio tra lusso e modernità, navigando al largo da pacchianerie ed effetti speciali da tirassegno. Si sente il lusso, ma lo stile è moderno e pulito, un lusso hi-tech che si tiene lontano anche dall'ormai indispensabile minimal.
SOFT-TOUCH La plancia rivestita in pelle con doppia impuntura nella parte alta così com'è nella parte alta delle portiere è un vero piacere per gli occhi oltre che per il tatto quando non si resiste alla tentazione di darle una strizzatina. E poi la fascia in alluminio che si produce in un coast-to-coast orizzontale, con una finitura elegante e moderna, ben abbinata a passaggi in legno ben dosati e discreti, giusto un profilo sotto la fascia in alluminio e per rivestire i cassetti capaci annegati nel tunnel centrale. E poi per la XF gli esperti di marketing hanno scongiurato l'errore X-Type: non esistono Jaguar plebee, la XF ha i sedili rivestiti solo in pelle, semmai si può scegliere se normale o pieno fiore.
CHIC-TECH Interni di stile che nascondono tanta sostanza, soprattutto tanti bei circuiti elettronici. Ci sono i giochini inutili, come le bocchette della ventilazione che si richiudono con carpiato quando non sono chiamate a ventilare nulla, fino a giochini più utili, come il Jaguar DriveSelector, il pomellone by-wire per comandare il cambio automatico a sei marce (di serie per tutte le XF) che utilizzando fili elettrici al posto di collegamenti meccanici, fa risparmiare peso, spazio e vibrazioni. E poi lo schermo touch screen, tre impianti hi-fi (fino al Bowers & Wilkins da 440 Watt) con ingressi Usb, Aux e iPod, i comandi a sfioramento per cassetino e plafoniera e i comandi vocali, il Bluetooth che connette contemporaneamente cinque telefoni, radar adattivo con funzione di limitatore di velocità e sensori di posteggio con telecamera posteriore. E un contributo alla sicurezza con i sensori per i punti ciechi degli specchi esterni e la funzione understeer per tenere a bada il sottosterzo, la tendenza a raddrizzare la curva dei piloti troppo irruenti.
SEIPEROTTO Quattro i motori disponibili, tutti abbinati al cambio a sei marce con comandi al volante e alla trazione posteriore. Tutte vecchie conoscenze, a partire dal 2.7 V6 da 207cv e 435Nm di coppia massima a 1900 giri fino alle tre alternative a benzina 3.0 V6 da 238cv, 4.2 V8 da 298cv e 4.2 V8 Supercharged da 416cv.
LEI LO NACQUE Signori si nasce e la XF, modestamente, nasce già Luxury, con una dotazione da gran dama: sedili in pelle regolabili elettricamente in 8 posizioni, consolle e plancia in pelle, radica di noce, hi-fi da 130 Watt, cambio automatico a 6 marce, cruise-control e cerchi in lega da 17 pollici. Per 6.850 euro la Premium Luxury include tra l'altro pelle pieno fiore, radica di noce lucida, cerchi da 18", hi-fi da 320 Watt e navigatore satellitare. Soltanto per il motore V8 si può esagerare con la SV8, con una dotazione completa di gadget elettronici e i sedili climatizzati e regolabili fino a 16 movimenti. I prezzi partono dai 51.000 euro per 2.7 e 3.0 Luxury fino agli 84.950 della V8 Supercharged.
COME VA La XF non è un'auto che mi fa perdere la testa a vederla ma il lavoro di matita del team di trentenni capitanati dal chief designer Ian Callum è comunque da apprezzare. Il compito non era facile. Sembra molto più compatta (la snellirei però di un bel 15 centimetri) cosa che a una signora fa sempre molto piacere sapere. Un po' Lexus, è vero, ma con bei tocchi personali tutti Jaguar.
LUSSO VERO Se la votazione è ben oltre la sufficienza per l'esterno, raggiunge quasi la lode per l'interno, esempio da manuale per definire il lusso moderno. Il rivestimento in pelle della plancia è il vero tocco di classe, elegante e sportivo, mentre ogni volta che le bocchette si aprono o chiudono inutilmente penso al momento in cui si potranno rompere. Piacevole l'illuminazione blu fosforo che illumina tutto l'abitacolo.
ERGONOMICA La posizione di guida segue i canoni corretti dell'ergonomia, facendo contenti gli sdraiati amanti della impostazione sportiva e quelli a cui piace guidare in piedi come in tram. Per trovare dettagli da Ford Focus è necessario spingersi fino alla rotellina per regolare la luminosità degli strumenti, nascosta a sinistra del volante mala qualità percepita è da vera Jaguar, vivaddio.
JAGUAR DOC Jaguar vera la XF lo è anche in movimento. Sembra più pesante dei suoi 1.771 chilogrammi in ordine di marcia (per la 2.7 V6 hanno utilizzato 25 acciai differenti per contenere il peso della scocca) quando si fila diritti in autostrada. Trasmette una bella sensazione di solidità, con un favorevole prezzo al chilo e tanto comfort.La XF è silenziosa quanto una vera Jaguar dev'essere e le sospensioni sono morbide e limano strade anche martoriate da mine anti-comfort. La sorpresa arriva alla prima curva: si sdraierà all'esterno facendomi sentire tutto il suo peso. Mi preparo a correzioni e magari a sollevare un poco il piede dall'acceleratore, invece la XF si infila nel primo curvone autostradale senza farsi e farmi stillare la minima imperlatura di sudore dalla fronte.Lo sterzo è leggero ma si dosa sempre con precisione per tagliare le curve come una partita di coca.
STRETTA LA STRADA, LARGA LA VIA Dai curvoni autostradali passo ai raccordi e poi alle curve strette e all'asfalto vetrificato della costiera amalfitana. Una vera sorpresa muovere quasi cinque metri di giaguaro tra queste curve, la XF è sempre perfettamente equilibrata e a suo agio anche quando nei tratti meno popolati e più sicuri le tiro un po' la coda. Sembra si metta il tutu da ballerina e balli sulle punte ben puntate all'esterno della curva, facile facile. Non mi viene nemmeno voglia di provare le tre modalità del DSC, che non entra mai in funzione nella selezione più protettiva e che mi consente anche un leggero colpo di coda dosato col freno per prepararmi a una controcurva. Su queste strade strette e trafficate si fa apprezzare anche un'altra dote dello sterzo della XF che con i suoi 11.5 metri di diametro di sterzata si muove facilmente anche in spazi da utilitaria.
DIESEL SPORTIVO Il 2.7 a gasolio è molto silenzioso e perfetto per la XF. Tranquillo e da autista, con il cambio in Drive si esprime al meglio sulle strade amalfitane girando il comodo e veloce pomellone verso destra fino a Drive Sport, utilizzando le palettine per aiutare i freni nelle staccate più tirate. I freni sono la parte che mi è piaciuta meno, con un pedale poco diretto e che non rende ben consci di quanta potenza si sta utilizzando e di quanta ancora si dispone.